Office Automation settembre 2013 - page 67

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settembre 2013
all’Internet of Everything. Si tratta di profitti ge-
nerati soprattutto in settori importanti anche per
l’industria italiana, quali il manifatturiero, ottenuti
incidendo su processi chiave per qualsiasi tipo e
dimensione di impresa, per esempio supply chain,
logistica e organizzazione del lavoro.
La ricerca di Cisco ha coinvolto 7.500 persone in
aziende leader globali nel settore finanziario e infor-
matico. Stati Uniti, Cina e Germania sono i Paesi in
cui sono attesi i maggiori ricavi nel 2013; peraltro, lo
studio evidenzia che le corporation potrebbero qua-
si raddoppiare i profitti stimati adottando in modo
ancora più esteso pratiche di business, modalità di
approccio al cliente e tecnologie che facciano leva
sulle specificità dell’Internet of Everything. Questo
fenomeno sta già amplificando i risultati economici
delle aziende del settore privato, ma se le imprese
lo sfruttassero meglio modificando le loro strategie
potrebbero ottenere globalmente altri 544 miliardi
di dollari di profitti.
Vince chi arriva prima
“L’Internet of Everything ha in sé il potenziale per
cambiare in modo significativo l’economia globale
e trasformare i settori chiave” sottolinea Santoni. La
domanda è: chi emergerà e vincerà in questa nuova
economia? Lo studio di Cisco sembra dimostrare
che il successo non sarà legato a specifiche aree
geografiche, o alla dimensione delle aziende: vin-
cerà chi si saprà adattare più rapidamente.
Su queste basi, l’avvento dell’Internet of Everything
rappresenta per Cisco la convergenza di tutte le
priorità, le architetture, le direzioni di sviluppo tec-
nologico e operativo dell’azienda “in un confronto
costante con i clienti e con i partner − ribadisce
l’AD di Cisco Italia − che rappresentano la risor-
sa essenziale per transitare con successo verso la
nuova era. Per vincere nell’Internet of Everything
contano allo stesso modo due elementi: la capa-
cità di gestire in modo solido, sicuro e affidabile
una complessità senza precedenti e la capacità di
immaginare nuovi strumenti e servizi, resi possibili
dalle connessioni che via via si creeranno. Il tutto
con il supporto di una Rete che sia intelligente, au-
tomatizzata e aperta. Per questo abbiamo già ini-
ziato, ad esempio, a sostenere e certificare i nostri
partner sulle architetture e soluzioni chiave per il
nuovo scenario, quali ad esempio il cloud”.
Il fog computing
Se la nuvola (cloud) è il data center, la nebbia (fog)
è la rete. Nella disputa attorno alla domanda ‘dove
sta l’intelligenza del software?’ la strategia di Cisco
non può che guardare alla periferia, alla rete appun-
to, dove si raggiungono anche i più piccoli sensori
e nasce l’Internet of Everything. Ecco allora spunta-
re il ‘fog computing’ accanto al ‘cloud computing’,
emblema Cisco dell’intelligenza distribuita che sta a
contatto con le cose, tra la nuvola e la terra.
Ma la nebbia può essere un vantaggio? ‘Certo che
sì – dice Flavio Bonomi, ricercatore Cisco da decenni
negli USA – se la nebbia è quella che in California
arriva dall’oceano portando frescura e refrigerio sulla
terraferma’. Chi ha inventato il fog computing non ha
l’idea milanese e inquietante del
nebiùn
. Sarà attra-
verso il fog computing, secondo Bonomi, che l’IoE
rivoluzionerà il modo di pensare l’informatica, gene-
rando un potenziale valore economico stimabile in
14mila miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.
Che cos’è l’Internet of Everything?
Internet of Everything (IoE) è concettualmente una rete in cui le persone, i luoghi e i sistemi interagiscono e condivi-
dono flussi di dati attraverso Internet.
Un esempio? Immaginate uno stabilimento in cui le macchine sono connesse e gli operatori possono comunicare con
strumenti di presenza la propria posizione e l’attività che stanno svolgendo. Contemporaneamente, il magazzino e la li-
nea di produzione possono visualizzare il proprio stato, per esempio indicando se sono disponibili, prenotati o a mezzo
carico. Se tutti gli oggetti sono connessi e comunicano informazioni con flussi di dati sul proprio stato e sulla propria
attività, diventa possibile in ogni momento eseguire un controllo completo della capacità produttiva, verificare l’impie-
go e la disponibilità di persone, sale, locali e scorte a magazzino; diventa anche più facile individuare i ‘colli i bottiglia’
nel ciclo produttivo.
Tutto questo è secondo Gartner il macro insieme dell’Internet of Everything, da non confondere con l’Internet of Things
(IoT) che dell’IoE rappresenta solo una parte accanto all’Internet of People (che include i social network), all’Internet
of Places (Foursquare o qualsiasi luogo che possa trasmettere informazioni su di sé) e all’Internet of Information (per
esempio il World Wide Web).
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