64
settembre 2013
Chi ancora non digerisce Internet sap-
pia che oggi meno dell’1% di ciò che
può essere connesso al web è di fatto
collegato alla rete, ma presto non sarà
più così. Nel futuro imminente c’è una
crescita esponenziale di connessioni
fra persone, processi, dati e oggetti
che porterà il web ovunque e sempre
più negli oggetti. Internet insomma è
soltanto agli inizi e se ci sono voluti
vent’anni per connettere due miliardi
di persone, per raggiungere il resto
della popolazione di anni ne baste-
ranno cinque, o forse meno.
Ma non sono più le persone a interes-
sare. Il punto vero è che se i 10 miliardi
di oggetti connessi oggi alla rete sono
meno dell’1% di quelli che potrebbero
essere connessi, nel 2020 saranno già
50 miliardi. Una previsione di questo
tipo non solo trasforma radicalmente
il mondo digitale come oggi lo cono-
sciamo, ma rappresenta uno scenario
foriero di grandi opportunità economi-
che e di innovazione. La carta vincente
a disposizione di chi saprà cogliere in
modo creativo e dinamico le possibilità
di innovazione nascoste nella massa di
nuove relazioni che si potranno creare
si chiama Internet of Everything (IoE),
l’Internet delle cose.
Una nuova era digitale
Secondo l’amministratore delegato di
Cisco Italia
Agostino Santoni
, l’Internet
of Everything apre una vera e propria
nuova era digitale che origina dalla
radicalizzazione di due fenomeni già
evidenti nel lavoro e nella società: la
mobilità e le straordinarie evoluzioni
della tecnologia che permettono di
dotare qualsiasi cosa e luogo di con-
nettività, con sempre maggiore intelli-
genza e potenza di calcolo. “Per l’Italia
– dice Santoni – si tratta di abbraccia-
re il futuro, nonostante le difficoltà e
la relativa arretratezza tecnologica e
infrastrutturale che ancora ci affligge.
I nostri studi internazionali sul valore
dell’Internet of Everything ci rivelano
che chi adotterà con prontezza que-
sto modello tecnologico e culturale
potrebbe ricavare subito, già alla fine
del 2013, importanti guadagni econo-
mici e competitivi”.
Profitti enormi già nel 2013
Secondo lo studio IoE Value Index re-
alizzato da Cisco Systems, l’Internet of
Everything (IoE) potrebbe permettere
alle aziende del settore privato di ge-
nerare complessivamente almeno 613
miliardi di dollari di profitto a livello
globale già nel 2013. Per un paese a
noi vicino come la Francia, gli autori
della ricerca calcolano 32 miliardi di
dollari di potenziali profitti aggiunti-
vi per le imprese del settore privato
che entro la fine dell’anno si doteranno
di una visione e di tecnologie legate
Internet of Everything
Tanti profitti e subito
Secondo Cisco l’Internet delle cose apre una nuova era digitale
e uno studio dimostra che chi saprà cogliere l’opportunità potrà
guadagnarci bene già dal 2013. Fondamentali nell’IoE saranno
il ruolo della rete e il nuovo concetto di ‘fog computing’.
Michele Ciceri
Internet delle cose
Agostino Santoni, amministratore
delegato di Cisco Italia
Flavio Bonomi, Cisco Fellow
Foto: © James Thew - Fotolia.com