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Officelayout 156
gennaio-marzo 2014
Coworking, l’arte del lavorare insieme
Dal “luogo terzo”nuove sfide
e stimoli per il design
Il grande successo e la rapida espansione del fenomeno sono da attribuirsi al fatto che lo spazio di coworking è la manifestazione
fisica dei social media e permette di condividere esperienze in maniera più profonda rispetto al network digitale. Si tratta di un
“luogo terzo”, a metà tra l’ufficio tradizionale e l’home office. L’attrattività e il successo imprenditoriale di un coworking sono dati
non solo dai servizi offerti e dalle tariffe applicate, ma in buona parte anche dalla qualità dell’ambiente.
Nella realizzazione di un coworking il design ha quindi un ruolo strategico e determinante affinché i coworker trovino un luogo di lavoro
stimolante e corrispondente alle loro aspettative in termini di standard di qualità, comfort e dinamismo, molto più che nell’ufficio tradizionale.
Come dimostra il progetto dall’architetto Paola Martorana, che raccoglie la sfida di trasformare un edificio esistente, nato come spazio
commerciale adibito a showroom di arredi, in uno spazio di coworking recuperando al massimo la struttura e le dotazioni esistenti.
Un progetto di Coworking
nel Centro Direzionale di Napoli
di Paola Martorana, APM Architecture
L’intervento di riqualificazione funzionale che porterà alla na-
scita di un nuovo spazio di coworking ha come oggetto un edi-
ficio situato nell’area pedonale del Centro Direzionale di
Napoli, singolare sia per la forma ottagonale, sia perché costi-
tuito da un unico livello, con una grande terrazza in copertura
che rappresenta un punto di vista eccezionale sugli alti edifici
circostanti e sull’intero Centro Direzionale.
Il progetto è stato affrontato sin dall’inizio in maniera inter-
disciplinare, prendendo le mosse da un attento studio del fe-
nomeno del coworking su scala internazionale per
comprenderne appieno le peculiarità e le implicazioni sugli
aspetti di design. L’insieme delle componenti di progetto sta
dando origine alla creazione di una brand image unitaria, tra-
dotta e declinata in un’immagine architettonica corporate.
Gli obiettivi progettuali consistevano nel muovere da un’ottica
di riuso, che nasceva da motivazioni non solo economiche, ma
anche etiche e di sostenibilità, per dare vita a uno spazio com-
pletamente nuovo per estetica e funzionalità, che divenisse
un luogo di lavoro vitale e stimolante.
Il progetto architettonico è andato di pari passo con il modello
di business scelto per questo specifico coworking, caratterizzato
dalla volontà di rappresentare un punto di incontro attraverso la
creazione di un grande network di coworker, “residenti” e “no-
madi” e la possibilità di organizzare eventi sia interni che aperti
alla comunità. In quest’ottica è stato richiesto di non creare po-
stazioni di lavoro e uffici chiusi, ma di dedicare ampio spazio
agli ambienti per il matching e per i nomadi.
I principali requisiti richiesti erano la flessibilità e riconfigu-
rabilità degli spazi attraverso la mobilità degli arredi, la robu-
stezza, il benessere acustico e illuminotecnico, ma soprattutto
la possibilità per ciascun utente di trovare all’interno dello
spazio la propria zona di comfort secondo le preferenze indi-
viduali e le esigenze del momento.
Nel progetto differenti attività ed esigenze peculiari del coworking sono supportate
dalla presenza di molteplici scenari, che di volta in volta possono essere scelti dagli
utenti. I punti nodali del progetto sono le aree matching ed eventi, ambienti
informali e stimolanti dove i co-worker si incontrano per scambiarsi idee ed aprirsi
a nuove sinergie. Materiali ed arredi fonoassorbenti garantiscono il necessario
comfort acustico
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