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Officelayout 156
gennaio-marzo 2014
Coworking, l’arte del lavorare insieme
Un consiglio…fate una verifica sul campo
Entrate in un coworking per capire se aleggia su tutto l’odore di innovazione.
Ecco alcuni indizi:
osservate
se la disposizione planimetrica favorisce le opportunità di
comunicazione informale e casuale, in particolare la comunicazione
interprofessionale, se si formano senza difficoltà gruppi di lavoro che hanno a
disposizione uno spazio autonomo, se avvenimenti sociali informali o eventi
hanno anche l’obiettivo di intensificare la comunicazione interpersonale;
ascoltate
di cosa si parla, le domande che girano, se si ragiona a prato
verde e non per algoritmi;
cogliete
i metodi usati nell’esaminare le questioni nel corso di incontri
formali o non formali. Lo spazio è talmente open che nulla sfugge;
cercate
di comprendere quanto è dentro il DNA tentare, sperimentare,
realizzare quell’idea di cui hanno parlato (magari davanti alla macchina del
caffè o attorno alla tavola durante il pranzo), allargando il gruppo originario
per capire cosa pensano al riguardo Carlo e Giovanna e James (e Antonio e
Raquel e Michele...), che non c’erano;
chiedete
se i fallimenti, inevitabili, vengono solo tollerati o considerati una
parte del bagaglio di esperienze dei coworker e se nessuno si vergogna di
parlare con franchezza del proprio momento di maggiore imbarazzo
professionale;
fatevi raccontare
quali sono i progetti che sono stati considerati innovativi
per comprendere quanto effettivamente coworker e innovazione siano in
sintonia;
rilevate
se è normale inventare insieme ai clienti, se si incoraggiano i
coworker a impegnarsi in prima persona in contatti creativi con i clienti, se
viene considerato normale, quasi richiesto, che tutti i coworker dedichino del
tempo a progetti clandestini e se viene considerato un merito aiutarli.
Quando si esce deve restare addosso l’odore dei valori praticati che generano
prodotti o servizi e che il vanto, l’esibizione e la dimostrazione di quei valori è
un fatto endemico.
Entrando nel co-working
Casa Netural
è immediatamente
possibile sentirsi accolti, sentirsi parte dell’ambiente: un open
space di 80 mq organico nella struttura, in cui gli spazi di
lavoro si alternano a spazi di relax, come il terrazzo che si
affaccia sui Sassi di Matera o il mezzanino adibito a camera da
letto per permettere agli ospiti di vivere 24/7 con la community.
La progettazione, curata dallo
studio uuushh
di Andrea
Paoletti e Cristina Rebolo, si è sviluppata attraverso
un’azione partecipata coinvolgendo gli “abitanti netural” nel
processo di ideazione dei luoghi fisici di lavoro, capendo le
loro esigenze e cercando insieme di innovare gli ambienti di
lavoro, che non danno un’impressione netta di ufficio, ma
vogliono incentivare reazioni inaspettate e di sorpresa.
È stata perseguita la massima adattabilità degli spazi, per
una varietà di eventi, che abbiano appeal in modo da attrarre
diverse tipologie di persone e rendano l’idea di uno spazio in
continuo divenire. Particolare attenzione è dedicata al tema
della sostenibilità sviluppato pensando all’intero ciclo di vita dei
materiali, privilegiando quelli prodotti localmente, quelli
artigianali, quelli di riuso e riadattando elementi del
precedente spazio.
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