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luglio-agosto 2013
La migrazione di applicazioni o singole funzionalità
da un ambiente proprietario a uno open source è
un secondo tema che potrebbe essere arontato in
modo esteso grazie alla virtualizzazione: “La por-
zione di open source all’interno del nostro sistema
informativo è destinata a crescere in modo signifi-
cativo nei prossimi tempi. Questo per avere meno
costi e più flessibilità, ma anche per sfruttare al me-
glio il know how di cui disponiamo internamente”.
POCO OPEN SOURCE
PER LA MULTIUTILITY
CON PRIORITÁ DI BUSINESS
AscoPiave è una multiutility nata nella provincia di
Treviso da esperienze precedenti che nel tempo ha
esteso il proprio raggio d’azione, anche grazie a una
serie di acquisizioni, a tutto il territorio del Triveneto
e anche in altre zone d’Italia non limitrofe al bacino
principale. Si occupa, attraverso le diverse control-
late, di distribuzione del gas, di servizi di teleco-
municazioni e di vendita gas ed energia elettrica.
Complessivamente il reparto IT di AscoPiave sup-
porta circa 500 client distribuiti in tutte le società
del gruppo e opera grazie a un data center vir-
tualizzato costituito da circa 120 server. Tale infra-
struttura è fisicamente presente nel data center di
AscoTLC, società del Gruppo AscoPiave che ore
servizi data center alle imprese nel territorio di rife-
rimento e ad Ascopiave stessa, grazie a un accordo
di housing che prevede anche la manutenzione di
base sull’hardware e software di virtualizzazione,
mentre quella relativa alle macchine virtuali viene
eettuata da remoto dalla struttura IT di AscoPiave.
“Quando AscoPiave è cresciuta in ambito infor-
matico l’open source era ancora molto giovane, e
le nostre esigenze di business ci hanno portato a
fare delle scelte su soluzioni più tradizionali che so-
stanzialmente abbiamo confermato in questi anni
– racconta
Romeo Ghizzo
, responsabile della di-
visione infrastrutture reti e servizi utenti interni di
AscoPiave. Ciò non toglie che abbiamo adottato
l’open source in un ambito preciso e devo dire che
siamo soddisfatti”.
L’ambito di adozione dell’open source è il proxy
server che supporta la navigazione in internet di
tutti gli utenti della società del gruppo, adottato
all’inizio degli Anni 2000. Per estensione, poi, visto
che le applicazioni in utilizzo da parte degli utenti
sono generalmente web based, è stato realizzato
con tecnologie open source il portale utilizzato da-
gli utenti per accedere alle stesse.
“Rimane il fatto però, che ormai molte soluzioni che
si presentano come tradizionali hanno integrato
una parte più o meno consistente di open source
più o meno evidente o più o meno nascosta, come
per esempio l’applicazione antispam da noi attual-
mente utilizzata. In questo caso queste soluzioni
sono commercializzate con gli stessi criteri di quelli
tradizionali e per noi quindi non cambia poi molto”.
Per quanto riguarda la gestione di questi sistemi il
giudizio è sostanzialmente positivo: “Le macchine
che funzionano con sistemi operativi open source
sono estremamente stabili, una volta installate e
configurate c’è il rischio di dimenticarsele. Certo
non le utilizziamo per applicazioni mission critical
che rispetto agli altri sistemi hanno più necessità di
cure particolari, anche solo per supportare volumi di
transazioni sostanzialmente crescenti ed esigenze
computazionali che mutano frequentemente. Ma,
detto questo, per i sistemi open source una volta
individuati precisamente gli ambiti di applicazione,
non sono richieste quelle particolari attenzioni che
invece sono necessarie per i sistemi che funzionano
in ambiti tradizionali”.
Il business prima di tutto
Un secondo vantaggio, rispetto a quello economico,
che è evidente, è il fatto che sulle soluzioni open
source implementate si riesce a ottenere una com-
pleta governance e il presidio di quanto si è svilup-
pato/implementato: “E’ possibile metterci il naso
dentro, ma non tanto per la volontà di modificarle,
ma più che altro per controllare come l’applicazione
fa le cose che uno desidera siano fatte… Ovvero se
la soluzione adottata garantisce adabilità o c’è
da aspettarsi qualche brutta sorpresa”.
Nonostante queste opinioni positive in AscoPiave
l’open source non è destinato per il momento a
prendere altri spazi in più rispetto a quelli che ha.
L’azienda sta crescendo anche attraverso politi-
che di acquisizione operate negli ultimi anni, e la
La voce degli utenti
Romeo Ghizzo, responsabile della divisione infrastrutture,
reti e servizi utenti interni di AscoPiave