L
a privatizzazione di Tirrenia è stato un evento importante per-
ché di fatto ha cambiato il modello con cui lo Stato garantisce
la ‘continuità territoriale’ tra il continente e le isole prevista dalla
Costituzione. Prima una compagnia di navigazione pubblica au-
toreferenziale, ora un moderno player di mercato che pianifica e
agisce in un contesto competitivo ponendo al centro dei propri
interessi la soddisfazione dei clienti, attuali e futuri. Prima una
scarsa attenzione alla qualità del servizio, ora navi moderne e
confortevoli, una nuova offerta commerciale che comprende
pacchetti vacanze e agevolazioni per le famiglie, un sito web con
cui è possibile prenotare e ottenere informazioni aggiornate, pro-
getti di formazione nel territorio, che colmano il senso di distacco
lamentato dagli abitanti delle isole, a cominciare dalla Sardegna.
A rendere possibile tutto questo sono state una nuova mentalità
e una nuova organizzazione interna, puntata sul rinnovamento
tecnologico verso gli standard qualitativi e di efficienza richiesti
dal mercato.
La trasformazione è iniziata il 19 luglio 2012, data ufficiale dell’ac-
quisto di Tirrenia da parte di CIN Compagnia Italiana di Naviga-
zione, al termine della seconda gara di privatizzazione (deserta la
prima) dopo un biennio di commissariamento e il rischio di falli-
mento. Nella nuova compagine proprietaria un terzetto di società
del settore marittimo e un fondo, costituita da Moby (azionista di
maggioranza con il 40%), Fondo Clessidra (35%), Negri (15%),
Izzo (10%). Il nome Tirrenia è rimasto e la società non ha lasciato
Napoli, anche se cambierà sede: da quella storica di Palazzo Ca-
ravita Sirignano (prestigiosa, ma inadeguata alle nuove esigenze)
a una più moderna nella zona del porto che tra le altre cose ospi-
terà meglio il data center. Il trasloco è previsto nei prossimi mesi.
Oggi Tirrenia CIN continua a svolgere il servizio pubblico di con-
tinuità territoriale in base alla convenzione con lo Stato che sta-
bilisce, per esempio, il numero minimo dei collegamenti, ma lo
fa da operatore privato e con standard di mercato. Il come ce
lo ha raccontato il Cio della Compagnia, Paolo Cozzi, entrato in
Tirrenia CIN nel corso della privatizzazione insieme a un team di
nuovi manager.
Parola d’ordine: rinnovamento
Apprendiamo così che il primo impegno della nuova Tirrenia è
stato il rinnovamento della flotta, in parte obsoleta, dismettendo
le navi Flaminia, Toscana, Lazio, Nomentana e Clodia e acqui-
sendo a noleggio tre moderne unità a scafo nudo: Bonaria, Am-
sicora e Dimonios. Nomi molto diversi, non per caso: Bonaria
è il nome di un noto santuario mariano molto caro al popolo
sardo, mentre Amsicora è il vecchio stadio del Cagliari calcio (di
cui Tirrenia è ora sponsor ufficiale). “Con questa scelta – spiega
Cozzi – abbiamo voluto dare un importante segno di vicinanza
alla Sardegna e inaugurare una serie di iniziative che vedono
protagonista questa regione, che è poi la destinazione princi-
pale della compagnia, al fine di ridare piena attuazione alle sue
potenzialità turistiche. “Contemporaneamente al noleggio delle
tre nuove navi, sono stati apportati significativi miglioramenti nei
servizi di bordo – prosegue Cozzi – sia attraverso la realizzazione
di nuove aree, come quelle riservate ai più piccoli, e all’eleva-
Dopo la privatizzazione completata nel 2012, Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione
ha cessato di essere un operatore monopolista autoreferenziale per diventare
un player che agisce in un contesto competitivo. L’IT ha un ruolo fondamentale in questa
trasformazione che inaugura un modello moderno di ‘continuità territoriale’
A cura di Michele Ciceri
Dallo
Stato
al
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