Office-Automation-marzo-2014 - page 71

69
marzo 2014
Clara è sempre un’esperienza emozionante perché
ovunque si ‘sente’ innovazione tecnologica. E non
solo nel museo che peraltro fa rivivere l’evoluzione
della microelettronica con esperienze e suggestioni
molto simpatiche. L’abbiamo avvertita anche giran-
do il laboratorio di fotonica dove si respirava area
di premio Nobel, fra l’altro soprattutto per il con-
tributo di un geniale ricercatore di origine italiana,
Mario Paniccia. Abbiamo anche avuto conferma di
quanto avevamo visto al CES (ad esempio le cuf-
fie biometriche Jarvis alimentate direttamente dal
telefonino per controllare le prestazioni sportive e
non solo) sulla nuova linea di business di Intel e che
ci è stata presentata in una lezione molto coinvol-
gente da Sean Koehl.
L’ultima visita istituzionale è stata a Twitter com-
pletando in tal modo il mosaico del mondo social
dopo che negli ultimi anni avevamo incontrato Fa-
cebook, Google e Linkedin. Gli aspetti più interes-
santi dell’incontro di Twitter sono stati due: il taglio
‘globale’ che viene dato al loro prodotto, dal con-
cepimento all’erogazione, che fa capire come attra-
verso internet si riesca veramente a costruire una
realtà, o forse sarebbe meglio dire un ecosistema,
ben più grande del proprio paese di appartenenza.
La seconda è il connubio di Twitter con i vari me-
dia: hanno capito l’importanza, ma soprattutto la
correlazione, tra quello che viene postato su Twit-
ter e i vari canali mediatici (paper, tv, radio ecc.)
e stanno esplorando nuovi modi per fare profitti.
Ma l’incontro con Twitter ci ha fatto toccare con
mano un fenomeno nuovissimo nella Bay Area e
che neanche nella visita dello scorso anno avrem-
mo lontanamente previsto: la loro nuova sede non
è in SV, ma in San Francisco in uno dei quartieri
più degradati della città. E’ stato il comune di San
Francisco a chiedere a Twitter di stabilirsi in quella
parte della città, accompagnando la richiesta con
un consistente e generoso incentivo economico.
E le conseguenze si vedono immediatamente: la
zona ha cambiato faccia, ora è pulita, ordinata e
con tanti negozi e ristoranti. Twitter è però solo la
punta dell’iceberg dell’inversione della localizzazio-
ne delle aziende di alta tecnologia, da sempre in
SV: i loro dipendenti non vogliono più vivere nella
‘triste’ contea di san Mateo, ma vogliono lavorare e
abitare in San Francisco. Le aziende, volenti o no-
lenti, ne hanno dovuto prendere atto; ad esempio
Google occupa un grattacielo nel Financial District
e ha cominciato a trasferirvi parte del personale
dalla sede storica di Mountain View.
Start-up (SU), venture capital (VC)
e co-working space
È questo il tema principale che abbiamo cercato di
approfondire soprattutto negli aspetti di novità che
si sono verificati rispetto alla visita dello scorso anno.
Vale la pena ricordare che già alcuni imprenditori
che sono venuti in SV con le missioni tecnologiche
che da quasi 30 anni organizzo hanno costituito SU
in SV ed altri hanno fatto investimenti in altre SU. Il
settore sta esplodendo: nessuno sa quante sono le
SU che si stanno muovendo nella Valle. Qualcuno
parla di 22.000, per il 60% fondate da non statuni-
tensi. Ha quindi ancora senso parlare di fenomeno?
Noi siamo partiti dai co-working space, una realtà
nuovissima: nel giro di poco tempo già ce ne sono
14 in San Francisco e 15 in SV. In questi ambienti
di lavoro condivisi chi vuole far nascere una SU, e
di norma non ha molti soldi, vi trova un posto di
lavoro opportunamente connesso, molte proposte
di formazione (soprattutto nella notte e nel week-
end), la possibilità di essere aiutati da mentors qua-
lificati e la sede di frequenti pitch (riunioni in cui le
SU presentano in 3 minuti, non un secondo in più,
il loro progetto a investitori e/o grandi aziende). Il
co-working space è quindi quasi sempre anche un
acceleratore (cioè uno strumento che permette alla
SU di fare la sua corsa in tempi molto ristretti ed
evitare che altri arrivino prima); più raramente è
un incubatore che invece è riservato alle prime fasi
di sviluppo della SU e che ha una diversa filosofia.
Ne abbiamo visitati tre. Startup House è un co-wor-
king space nato da poche settimane, a sua volta è
esso stesso una SU finanziata da VC, nel quale 50
giovani start-upper possono trovare anche il posto
per dormire al costo complessivo di 45 $ al gior-
no. Si tratta di un edificio fatiscente a Soma, con le
pareti rinfrescate con una mano di intonaco, dove i
ragazzi dormono nei sacchi a pelo con scarsi servizi
igienici e con un fornelletto e un forno a microonde
come cucina. La nostra visita è stata un po’ ‘ruba-
ta’ e mi spiace che solo in pochi abbiamo potuto
essere presenti (alla mattina presto).
Abbiamo poi visitato 500Start-up a Mountain View
nel cuore della SV. Anche questo un ambiente molto
informale dove contemporaneamente lavorano, go-
mito a gomito, centinaia di SU ospitate per 3 mesi
trascorsi i quali devono essersi strutturati, anche
economicamente, per poter volare con le proprie
Come partecipare alle missioni
Per essere inseriti nella mailing list delle missioni tec-
nologiche in Silicon Valley (e non solo) è possibile
contattare l’autore:
.
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...100
Powered by FlippingBook