Office-Automation-maggio-2014 - page 83

Sergio Cantinazzi
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più spesso una divisione cross mercato e non è più
collocata all’interno dei singoli settori verticali. L’e-
voluzione tecnologica, quindi, diventa un fattore
unificante di settori e professionalità.
Anche all’interno del mondo tecnologico si assiste
a un ulteriore e incontrovertibile cambiamento tra
competenze orizzontali e specializzazioni. Negli
Anni ‘80 e ‘90 dominavano i sistemi mainframe e
se un giovane imparava quei linguaggi e quei si-
stemi operativi, parliamo come esempio più di”u-
so di Cobol/Cics e di MVS, da quelle competenze
di™cilmente si spostava. Ancora oggi molti di quei
giovani di allora sono sì cresciuti come livello di
responsabilità, ma rimangono in un certo senso
degli specialisti.
Nel mondo digital, mobile e web in genere tutto
cambia invece velocemente, un giovane in questo
contesto deve mettere in conto, pena la sua rapida
obsolescenza, di dover imparare molte nuove tec-
nologie nell’arco della sua esperienza professionale.
Sarà quindi premiante una solida preparazione di
base diciamo di tipo orizzontale e l’attitudine ad
assimilare velocemente competenze specifiche che
cambiano con il passare degli anni. La ricaduta di
questi cambiamenti coinvolge naturalmente anche i
processi di formazione in azienda e le metodologie
di selezione. Si punta a sviluppare e a individuare
caratteristiche di fondo, come la flessibilità di pen-
siero e la capacità di a”rontare situazioni nuove e
impreviste piuttosto che insistere sulle competenze
specialistiche. Dal nostro osservatorio non abbiamo
molti elementi che ci dicano se anche la formazione
universitaria e scolastica in genere si stia modifi-
cando in questa direzione, ma la sensazione è che
qui i tempi siano molto più lenti.
Essere in sintonia con la cultura aziendale
Un ultimo parametro che possiamo leggere in un’ot-
tica dicotomica orizzontale o verticale riguarda la
territorialità. La globalizzazione dei mercati è un
fatto. Molte aziende italiane sono diventate gioco-
forza multinazionali; l’alternativa era scomparire.
Quindi u™ci commerciali in diverse parti del mondo
ma anche installazioni produttive e vere e proprie
country. Cultura internazionale, esperienze all’estero,
ottima conoscenza dell’inglese ed eventualmente
del francese o del tedesco diventano allora requisiti
importanti per chi si appresta a entrare in una di
queste realtà. La gran parte delle aziende italiane
però, ha ancora fortissime radici territoriali soprat-
tutto di tipo regionale o addirittura provinciale che
non possono essere ignorate. Una persona troppo
distante come cultura - che significa modalità rela-
zionale e priorità di valori - di™cilmente riuscirà a
integrarsi in questi contesti. Se poi è una persona
che lavora all’estero avrà un contratto molto dif-
ferente come normativa e parametri salariali. Non
sono ostacoli insormontabili, ma sicuramente van-
no considerati.
La nostra esperienza ci dice che in un’azienda ita-
liana di dimensione sotto le mille persone una rea-
le trasversalità di provenienza geografica incontra
ancora delle di™coltà. Sopra questa dimensione,
e via via che le dimensioni aumentano, queste dif-
ficoltà invece si stemperano fino ad arrivare alle
grandissime aziende dove una reale globalizzazio-
ne è già in atto.
maggio 2014
© Sashkin - Fotolia.com
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