Sergio Cantinazzi
81
più spesso una divisione cross mercato e non è più
collocata all’interno dei singoli settori verticali. L’e-
voluzione tecnologica, quindi, diventa un fattore
unificante di settori e professionalità.
Anche all’interno del mondo tecnologico si assiste
a un ulteriore e incontrovertibile cambiamento tra
competenze orizzontali e specializzazioni. Negli
Anni ‘80 e ‘90 dominavano i sistemi mainframe e
se un giovane imparava quei linguaggi e quei si-
stemi operativi, parliamo come esempio più diu-
so di Cobol/Cics e di MVS, da quelle competenze
dicilmente si spostava. Ancora oggi molti di quei
giovani di allora sono sì cresciuti come livello di
responsabilità, ma rimangono in un certo senso
degli specialisti.
Nel mondo digital, mobile e web in genere tutto
cambia invece velocemente, un giovane in questo
contesto deve mettere in conto, pena la sua rapida
obsolescenza, di dover imparare molte nuove tec-
nologie nell’arco della sua esperienza professionale.
Sarà quindi premiante una solida preparazione di
base diciamo di tipo orizzontale e l’attitudine ad
assimilare velocemente competenze specifiche che
cambiano con il passare degli anni. La ricaduta di
questi cambiamenti coinvolge naturalmente anche i
processi di formazione in azienda e le metodologie
di selezione. Si punta a sviluppare e a individuare
caratteristiche di fondo, come la flessibilità di pen-
siero e la capacità di arontare situazioni nuove e
impreviste piuttosto che insistere sulle competenze
specialistiche. Dal nostro osservatorio non abbiamo
molti elementi che ci dicano se anche la formazione
universitaria e scolastica in genere si stia modifi-
cando in questa direzione, ma la sensazione è che
qui i tempi siano molto più lenti.
Essere in sintonia con la cultura aziendale
Un ultimo parametro che possiamo leggere in un’ot-
tica dicotomica orizzontale o verticale riguarda la
territorialità. La globalizzazione dei mercati è un
fatto. Molte aziende italiane sono diventate gioco-
forza multinazionali; l’alternativa era scomparire.
Quindi uci commerciali in diverse parti del mondo
ma anche installazioni produttive e vere e proprie
country. Cultura internazionale, esperienze all’estero,
ottima conoscenza dell’inglese ed eventualmente
del francese o del tedesco diventano allora requisiti
importanti per chi si appresta a entrare in una di
queste realtà. La gran parte delle aziende italiane
però, ha ancora fortissime radici territoriali soprat-
tutto di tipo regionale o addirittura provinciale che
non possono essere ignorate. Una persona troppo
distante come cultura - che significa modalità rela-
zionale e priorità di valori - dicilmente riuscirà a
integrarsi in questi contesti. Se poi è una persona
che lavora all’estero avrà un contratto molto dif-
ferente come normativa e parametri salariali. Non
sono ostacoli insormontabili, ma sicuramente van-
no considerati.
La nostra esperienza ci dice che in un’azienda ita-
liana di dimensione sotto le mille persone una rea-
le trasversalità di provenienza geografica incontra
ancora delle dicoltà. Sopra questa dimensione,
e via via che le dimensioni aumentano, queste dif-
ficoltà invece si stemperano fino ad arrivare alle
grandissime aziende dove una reale globalizzazio-
ne è già in atto.
maggio 2014
© Sashkin - Fotolia.com