Office-Automation-maggio-2014 - page 53

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maggio 2014
dell’extended enterprise. L’infor-
mation lifecycle management ci-
tato è invece, a causa di alcuni
vendor, considerato un prodotto
di tipo documentale, mentre do-
vrebbe essere qualche cosa di più
completo.
Enrico Borca, Pro.File PLM Italia.
Le aziende oggi si sentono in uno
stato di gestione non ottimizza-
to, alcune ammettono che la si-
tuazione è ‘disastrosa’. Indirizzare
il tema dell’integrazione è oggi
molto importante, come confer-
mato dall’indagine, ma le aziende
devono anche avere la capacità
di scegliere la soluzione più ade-
guata alle loro esigenze. Questo
significa non guardare solo alle
funzionalità, ma anche per esem-
pio alle metodologie di approccio ai problemi e
di implementazione. Su questo punto, rispetto al
passato si nota un’assenza che pesa: quella dei
system integrator di progetto, che in questo caso
avrebbero un ruolo ‘sopra le parti’.
Preso atto di questo, noi vendor non possiamo tirarci
indietro, e allora ognuno porti le sue evidenze nate
dall’esperienza. Per quanto ci riguarda possiamo
dire che dai progetti fatti negli ultimi cinque anni
il costo totale delle nostre implementazioni è solo
il 57% del costo delle licenze.
Sui tempi d’implementazione non siamo vaghi. Or-
mai abbiamo raccolto tante di quelle informazioni
sui nostri progetti che per settore, per approccio
al tema, per tipologia di cliente, possiamo dare dei
range temporali ben definiti. Facendo riferimento
a questo storico, i nostri tempi di implementazione
vanno dai quattro ai sei mesi, ma possono diventare
tre se viene formata una persona interna all’azienda.
Altro tema: la fidelizzazione dei clienti. Se è vero
che il ciclo di vita del software è mediamente di
cinque anni, essendo presenti in Italia dal 1999, oggi
noi vantiamo clienti che hanno già superato il se-
condo ciclo.
Sono tutti fattori che devono entrare nel processo
di selezione, inoltre la loro conoscenza aiuta a to-
gliere le ‘paure’ generiche intorno al PLM.
Gian Luca Sacco, Siemens PLM Software.
Siamo di
fronte a una condivisione molto primitiva dei dati.
In molte PMI posso pensare che questa significhi
banalmente condividere le informazioni in un fo-
glio di calcolo salvato nella rete aziendale. Detto
questo, circa un 30% di risposte, quelle in arancione
(vedi grafico a pagina 50), fa riferimento a imprese
consapevoli che va fatto qualche cosa e vogliono
organizzare la propria azienda o il proprio ecosi-
stema in modo da a‡rontare le nuove sfide.
C’è poi circa il 40% di realtà, i blu, che potrei chia-
mare ‘inconsapevoli ottimisti’ che si sentono a posto
con il sistema di condivisione dei dati che hanno.
Sono abbastanza scettico, non credo che tutti lo
siano come credono di essere. Infine c’è un 30% di
incoscienti, quelli viola, che non fanno e non faranno
nulla sotto il profilo della condivisione dati. E per
loro il futuro è abbastanza preoccupante.
Ritengo, quindi, che come vendor - con attività
come questa tavola rotonda - dovremmo soprattut-
to indirizzare più le convinzioni errate dei blu e dei
viola. Tutto sommato se gli arancioni stanno facen-
do qualche cosa, non dobbiamo spiegargli perchè
la soluzione A è meglio della B o della C. Semmai
questo si farà in un secondo tempo.
Nell’ambito commesse, l’interesse delle aziende a
cambiare e a integrarsi è molto alto. È chiaro però
che il tema va a‡rontato in modo diverso a seconda
se l’azienda è il capocommessa, un partecipante o
un fornitore dell’ecosistema. In Italia abbiamo molti
più fornitori che capi commessa.
Benedetto Belloli, PTC.
C’è un forte ‘nuovo’ inte-
resse verso il PLM che riscontriamo dal numero di
partecipanti dei nostri eventi e soprattutto dalla
loro qualità. Quindi la cultura delle aziende sta mi-
gliorando e inoltre registriamo un incremento im-
portante di vendite di nuove licenze.
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