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luglio-agosto 2013
Legare insieme in un’unica piattaforma quattro ele-
menti ritenuti fondamentali per poter lavorare al
meglio sui big data, mettendo giù la base per lo
sviluppo di applicazioni dedicate. È questo in breve
il tema di HAVEn, la soluzione rilasciata di recen-
te da HP che riunisce più suoi tasselli tecnologici
- Hadoop, Autonomy, Vertica, Enterprise Security
(e quindi anche il mondo ArcSight e Operations
Management) - il tutto elevato alla potenza di n,
con la quale si intendono i sistemi collegabili alla
piattaforma (già disponibili centinaia di connettori).
“Hadoop non è certamente un framework rapido
e Vertica ne prende quindi le capacità acceleran-
dole. Il motore di analisi di Autonomy consente
di comprendere al meglio le informazioni. Mentre
la parte di sicurezza interviene perché i big data
devono comunque essere tutelati”, ci ha spiegato
Paul Muller
, VP and chief evangelist HP Software,
che abbiamo incontrato in occasione del recente
HP Performance Event, tenutosi a Ba-
veno sul Lago Maggiore.
La società americana, che ha commis-
sionato uno studio dal quale è emer-
so che quest’anno quasi il 60% delle
aziende intervistate pensa di destinare
almeno il 10% dei propri budget per
l’innovazione a progetti big data, ha di
fatto già rilasciato una prima soluzione
basata su HAVEn battezzata HP Ope-
rations Analytics; indirizzata alla com-
prensione dei problemi che possono
verificarsi nell’ambito dell’operatività a
livello di sistemi informativi, andando a
lavorare sui flussi di dati provenienti da
svariate fonti sia sviluppate da HP (si
parla ad esempio di ArcSight Logger
e HP Business Service Management)
che da terze parti. “È come una scatola nera che
permette di riavvolgere quanto è accaduto e indi-
viduare che cosa e dove è successo consentendo
di operare anche in modo predittivo”, ha sotto-
lineato Muller. L’idea che sta dietro a Operations
Analytics è quindi quella di orire tutta una serie di
informazioni particolarmente approfondite sui vari
aspetti riguardanti lo svolgimento di attività che
coinvolgono i sistemi informativi, con il fine ultimo
di raggiungere livelli di servizio elevati. Il manager
ha quindi aggiunto che “quello di cui oggi abbiamo
bisogno sono ‘Big Connnections’ ed è indispensa-
bile trovare le relazioni tra le varie informazioni e
dati. Tenendo anche conto che dal 2009 al 2020 è
stimato un aumento di quarantaquattro volte dei
dati che consumeremo”. E qui entra in gioco quel-
la figura aziendale che il manager definisce data
scientist, o meglio ancora, data artist: “Le aziende
prima di tutto devono capire che cosa vogliono
scovare nei dati ma anche che oggi si
possono discriminare quelli considerati
inutili che però un domani potrebbero
diventare utili”. E per svolgere al me-
glio il lavoro sui dati per Muller ci vuole
una multidisciplinarietà con il modello
che deve essere quello adottato da
Leonardo Da Vinci.
Al servizio
delle organizzazioni
Sempre in ambito analytics dei dati HP
è andata nel contempo a estendere la
sua proposta anche sulla parte servi-
zi. Si parla ad esempio di HP Actio-
nable Analytics Services, una gamma
di soluzioni che intendono abilitare i
clienti all’implementazione di strumenti
HP guarda al futuro tra
analytics, mobile e cloud
Gli ultimi annunci del vendor sono orientati a facilitare evoluzione,
gestione e operatività di architetture e applicazioni aziendali
Paolo Morati
APPUNTAMENTI
Paul Muller, VP and chief evangelist
HP Software
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