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luglio-agosto 2013
disponibilità di dispositivi di connessione intelli-
gente nei manufatti garantirà una fonte di dati a
crescita esponenziale che renderà i big data una
scelta quasi obbligata. Faccio un solo esempio. A
Milano le biciclette di BikeMe verranno presto do-
tate di GPS e connessione wireless. L’analisi degli
spostamenti reali dei ciclisti abbonati permetterà
di capire un’infinità di cose sul traco, sugli spo-
stamenti urbani, sulle preferenze degli utenti, ecc.
Un ruolo potrà averlo anche l’evolzuione dei social
network: il mondo dei social è in continua evolu-
zione. Nomi come Second Life o MySpace fanno
quasi malinconia, ma nel frattempo emergono nuovi
spazi e nuove proposte. Prima o poi il marketing
di molte aziende capirà che la vecchia indagine di
mercato deve essere aancata dall’analisi mirata
delle informazioni già presenti nei social. Non di-
mentichiamo, poi, la realtà aumentata e i wearable
devices: la presentazione dei Google glasses pro-
pone nuovi scenari nell’ambito delle applicazioni
di marketing, che a questo punto può essere non
solo location based, ma anche point of interest
driven. Nei prossimi anni verranno resi disponibili
abiti basati sul grafene in grado di intercettare im-
mediatamente variazioni dello stato biologico di
un paziente per prevenire infarti, coma diabeticii,
ecc. Mi considero quindi ottimista traguardando la
fine del decennio, ma cauto e realista pensando ai
prossimi due o tre anni”.
“Per natura sono ottimista – conclude Alfredo Gat-
ti - ma credo anche che a monte vi sia un proble-
ma di trasformazione delle figure di management.
Le prime linee delle aziende finali hanno bisogno
di vedere business case, di riconoscersi nelle pro-
blematiche, negli esperimenti e nelle soluzioni già
adottati da altri. Per questo le business community
rivestono un ruolo fondamentale per questo tipo
di scambi. Un 16% dei nostri amici in CIONET sta
già arontando in qualche modo i big data in cam-
pi anche diversi. Da questo gruppo ci aspettiamo
i risultati delle loro esplorazioni ed esperienze: in
alcuni casi parliamo di cose veramente toste… Gli
stessi ci stanno dicendo che si aspettano molto di
più dai loro fornitori, in parecchi sono alla ricerca di
nuovi fornitori. Per quanto riguarda il futuro, sen-
sori, analytics, social media sono in agenda, ma chi
prepara i big analyst che servono? Oggi Politecnici
e Business School parlano tanto di innovazione e
di start up … degli altri. Perché non aprire facoltà
o corsi di Big Data?”.
Big data: avanti adagio
Come si muove l’industria dei viaggi
Il tema dei big data, come qualunque altro, può esprimere tutto il suo valore solo quan-
do viene calato all’interno dei singoli mercati verticali, ciascuno con le sue specificità e
criticità. Un esempio interessante viene da una ricerca promossa da Amadeus, network
che collega tour operator e agenzie di viaggio con una piattaforma per la distribuzione
di prodotti e servizi di viaggio e, nel contempo, ore un portfolio completo di soluzioni
IT che automatizzano alcuni processi mission-critical per gli operatori del settore, svolta
da Thomas H. Davenport, professore della Harvard Business School.
La ricerca, dal titolo ‘Big Data crossroads: turning towards a smarter travel experience’
(
), ha coinvolto, tra gli altri, Air France-KLM, Cathay Pacific,
Euorstar, Facebook, Frontier Airlines, Kayak, Marriot Hotel e l’aeroporto di Monaco. In-
teressante notare che, in questo comparto, già oggi sono presenti innovazioni legate ai
big data, dal modello della previsione del prezzo del volo di Kayak, che ore ai clienti la
probabile variazione del prezzo di un volo su una finestra di sette giorni, all’uso da parte di Air-France KLM di Hadoop
come base di un sistema di gestione delle entrate a livello di gruppo.
Lo studio sottolinea come, per accedere alle opportunità oerte dalle nuove tecnologie big data, l’industria dei viaggi
abbia di fronte a sé sfide impegnative, come la frammentazione dei sistemi in essere, la coesistenza tra big data e tra-
dizionali architetture di gestione dei dati, la mancanza di figure professionali adeguatamente preparate e, soprattutto,
la necessità di mettere a punto di policy adeguate anché la gestione dei dati sia fatta in modo responsabile e nell’in-
teresse di tutti. Sfide che riguardano tutti.