Office Automation luglio-agosto 2013 - page 62

60
luglio-agosto 2013
Tavola Rotonda - Quality of Service
se i miei servizi di business sono performanti?”. Il
passo successivo è quindi creare una misurazione
delle performance a livello di servizio/applicativo
per cui ci sia una visibilità in termini di business ope-
rativo, capire ad esempio come l’utente percepisce
un servizio o se sta portando business all’azienda.
Il secondo approccio è quello di avere una visione
end-to-end. Questo in una filiera applicativa dove
intervengono elementi sempre più complessi, con
interazioni con il mondo esterno (servizi cloud) e
applicazioni integrate e correlate tra loro. Poten-
do sezionare l’applicazione per identificare dove
si trova il problema si abbassano i tempi medi di
riparazione e l’impegno degli sviluppatori.
Schiano
, IBM - Parliamo di un modello di riferimen-
to, detto ‘smart computing’, che vede l’IT diventare
il veicolo attraverso il quale vengono messe a dispo-
sizione una serie di tecnologie abilitanti che vanno
a intervenire sui trend citati nella prima risposta.
Si parla quindi di analisi dei dati non strutturati, e
spesso non storicizzati, che producono indicazioni
su come i servizi applicativi esistenti dovrebbero
essere modificati e quali invece sviluppati ex novo.
Dopodiché entra in gioco il cloud computing per
erogarli nel modo più flessibile possibile e con la
possibilità di cambiare in continuazione in base alle
esigenze. Continuando è necessario pensare sem-
pre più in termini di workflow ottimizzati.
Importante però, quando si parla di cloud, è distin-
guerlo dalla pura e semplice virtualizzazione. Perché
se non si applicano anche strategie di governance
diventa un’aggiunta incontrollata, mentre deve al
contrario prevedere una precisa architettura di ri-
ferimento completa di servizi a contorno per avere
una visione e ettiva di tutto l’ambiente. Tuttavia
non bastano le tecnologie ma ci vogliono anche le
conoscenze, e delle vere e proprie metodologie ad
esempio per analizzare i dati e ottenere determinati
risultati. In tal senso gli utenti hanno a disposizione
soluzioni specifiche che vanno a veicolare anche il
know how necessario per usarle al meglio. C’è poi
l’aspetto della ottimizzazione dei workflow, con si-
stemi che o rono con un’unica soluzione capacità di
calcolo, networking e storage e di ottimizzazione di
tutto lo stack hardware e software per determinati
pattern applicativi. Il monitoraggio classico può poi
essere coniugato con le analisi dei dati per fornire
soluzioni che consentono di essere proattive e non
vadano a identificare un problema solo quando
questo si è già e ettivamente verificato. Infine, con
ambienti cloud e virtualizzati, esiste una modifica
costante del livello di servizio, legata anche all’u-
so su vari dispositivi. La dinamicità è tale che ci si
line e che deve poter garantire architetture in grado
di far fronte alla continua evoluzione delle esigenze
degli utenti e del mercato di riferimento. Oggi alle
stesse architetture si richiede di avere requisiti che
prima erano esclusivi, quali flessibilità, elevate pre-
stazioni, sicurezza, ma anche sempre più semplici-
tà e gestibilità. L’IT deve essere dunque orientato
verso un’ottica di semplificazione, per permettere
di accedere in modo semplice alle nuove declina-
zioni del cloud (che sia pubblico, privato, ibrido),
andando incontro alle nuove tendenze come il Byod
e la mobility. Un altro concetto fondamentale è il
poter controllare la mole di dati che si sta riversan-
do sulle infrastrutture aziendali. In questo senso,
attraverso una piattaforma di analisi e monitorag-
gio del tra¦co di rete, così come delle performan-
ce applicative, l’IT manager può avere la garanzia
degli SLA per utenti interni e clienti. Relativamente
al cambiamento delle infrastrutture, assistiamo alla
necessità di una maggiore semplificazione anche
negli u¦ci remoti, con la necessità di accedere a
servizi centralizzati o esterni, ad esempio ad una
cloud pubblica, semplice e meno costosa in termini
di ROI e time to market; ma si vanno sempre più
di ondendo architetture ibride, ove alcuni servizi
vengono erogati in intranet (cloud private) ed altri
servizi vengono fruiti attraverso soluzioni di cloud
pubbliche. Per questo motivo è fondamentale che
l’azienda garantisca che le performance siano le
stesse sia che si acceda a risorse presenti in u¦cio,
sul data center aziendale o acquisite all’esterno.
Come oggi gli strumenti tecnologici, che sia-
no hardware e software, possono intervenire
a supporto di applicazioni, reti e sistemi in
generale e quali sono le strategie che vanno
messe in campo per non avere imprevisti?
Benocci
, CA Technologies - Esistono due approcci
per poter tenere sotto controllo un ambiente enter-
prise. Il primo è quello di potersi dotare di strumen-
ti di misurazione della customer experience. Oltre
agli specifici tool di monitoraggio presenti in una
architettura enterprise è importante conoscere e
misurare il punto di vista dell’utente finale e avere
sotto controllo il business aziendale. Un esempio:
dopo aver aiutato un cliente a realizzare un sistema
di controllo di tutta la sua infrastruttura IT con la
misurazione delle prestazioni della rete, di sistemi
e applicativi, il CIO ci ha detto: “Adesso che so che
il mio server lavora al 100%, come faccio a sapere
1...,52,53,54,55,56,57,58,59,60,61 63,64,65,66,67,68,69,70,71,72,...100
Powered by FlippingBook