Office Automation luglio-agosto 2013 - page 54

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luglio-agosto 2013
Se è vero che i big data sono un tema di grande at-
tualità è vero anche che nel nostro Paese la tematica
è ancora in fase di ‘osservazione’. Le esperienze di
successo, presenti in maniera più numerose all’e-
stero, sono ancora poche sul nostro territorio, ma
incominciano a delinearsi le strategie per una loro
implementazione all’interno delle imprese. Abbia-
mo voluto approfondire questi temi con tre ana-
listi operanti in Italia che, grazie alla loro attività
di ricerca, hanno sempre il polso della situazione.
Lo stato dell’arte
Il primo punto riguarda lo stato dell’arte: rimane
valida l’aermazione che, qualsiasi siano il business
e le dimensioni di un’azienda, per incrementare i
suoi ricavi essa ha, e avrà sempre di più, bisogno
di analizzare in tempo reale volumi di
dati variegati, provenienti dai sistemi
interni ma anche dall’esterno, per iden-
tificare nuove opportunità’ ?
Secondo
Annamaria Di Ruscio
, di-
rettore generale di NetConsulting, la
risposta è sicuramente aermativa,
“soprattutto per quanto riguarda la
necessità di analizzare i dati prove-
nienti da fonti esterne. L’evoluzione
dei consumatori e degli utenti verso
una dimensione sempre più digitale è
ormai un fatto reale, qualcosa che va
oltre ai soliti slogan e messaggi com-
merciali dei vendor. Basti pensare che
ognuno di noi dispone mediamente
di 2 SIM, tra tablet e smartphone, che
sono oltre 23 milioni gli utenti italiani
di Facebook, che ogni utente social è registrato su
circa 3 social network, che le vendite di smartphone
e tablet hanno registrato nel 2012 un incremento a
doppia e tripla cifra. Inoltre le vendite di eCommerce
crescono a due digit mentre crollano le vendite sui
canali fisici. È vero comunque che una parte della
popolazione (un terzo) non è su internet. Questo
significa intanto conoscere le diverse tipologie di
consumatori, intercettare i loro gusti e le loro esi-
genze. Comprendere le loro modalità di interazio-
ne e di acquisto. Il che vuol dire essere in grado di
intercettare anche e soprattutto i dati provenienti
dal web. Soprattutto perché siamo meno prepa-
rati, perché i dati sono molti (big) e perché sono
estremamente mutevoli in un breve arco di tempo
(real time)”.
Alfredo Gatti
, managing partner di
Nextvalue, parte da lontano: “ai pri-
mordi dei principi di management si di-
ceva che saper ottenere miglioramenti
di e—cienza seppur piccoli ‘quando il
business scala’ fosse una delle migliori
leve competitive. Se penso ai messag-
gi che passano più frequentemente
oggi, credo che uno dei fattori chia-
ve per progredire sia la capacità di
catturare più dati e sempre migliori,
ma, soprattutto di saperli usare con
sempre più e—cacia. Il di—cile per i
numeri uno è dover ammettere che
grazie ai big data si potrebbero ca-
povolgere le ipotesi attualmente sot-
tostanti le strategie, così come dover
riconoscere all’improvviso la velocità
Big data: avanti adagio
Per accedere alle opportunità o erte dalle nuove tecnologie
big data bisogna superare ancora molti ostacoli, come
la frammentazione dei sistemi, la coesistenza tra tecnologie
big data e tradizionali architetture di gestione dei dati
e la mancanza di figure professionali adeguatamente preparate.
Ra aela Citterio
SPECIALE - BIG DATA
Annamaria Di Ruscio, direttore
generale di NetConsulting
Foto: © whitewolf - Fotolia.com
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