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settembre 2012
per precludere una fetta consistente di mercato.
Questa versatilità della nostra offerta ci permette,
invece, di raggiungere potenzialmente il 90% della
domanda. Inoltre, Aruba offre il servizio anche at-
traverso l’esposizione delle API della piattaforma.
Ciò consente di interagire completamente con l’in-
frastruttura cloud, dando la possibilità al cliente di
creare un proprio pannello di controllo.
Possiamo dire dunque che la personalizzazione è il
vostro marchio distintivo?
Certo, puntiamo moltissimo sulla personalizzazione
e cerchiamo di raggiungere il nostro obiettivo non
solo collocandoci verticalmente, attraverso un’evo-
luzione della nostra offerta in termini di infrastruttu-
ra, piattaforma e servizi ma mirando anche ad una
crescita orizzontale, attraverso la scelta tra public
cloud, private cloud ed hybrid cloud.
In dettaglio, la public cloud è quella che offriamo
oggi attraverso il sito Cloud.it, in cui si acquista un
servizio che permette di caricare su cloud server
i propri dati, che confluiscono in un’infrastruttu-
ra pubblica per l’appunto. Il private cloud, invece,
consiste nel creare una piattaforma con le stesse
caratteristiche della public, con la differenza che
i propri dati vengono immessi su un’infrastruttura
strettamente personale. Un’esigenza del genere è
propria ad esempio di un grande player che voglia
fare del business su un’infrastruttura di questo tipo
o di chi stia commercializzando il proprio software.
Intuitivamente si coglie che la hybrid cloud è, infi-
ne, un punto di incontro tra le sovra citate, un mix
di server fisici e di server cloud. L’offerta online sul
sito
è relativa alla public cloud, ma
Aruba tuttavia sta fornendo a chi ne faccia richie-
sta un servizio distinto per il target B2B offrendo
anche soluzioni private o hybrid, avvicinandosi alle
esigenze specifiche del cliente attraverso un appo-
sito servizio di consulenza.
Quindi con la vostra offerta cercate di coinvolge-
re piccole, medie e grandi imprese, ma possiamo
parlare di una specificità di settore?
Sicuramente, ci sono alcuni business più vicini a
questo tipo di esigenza. Ma noi abbiamo pianifi-
cato un’offerta che si sviluppi sia orizzontalmente
che verticalmente, offrendo un servizio a tutte le
imprese che abbiano una piccola, media o grande
infrastruttura IT e a coloro che hanno da uno ad
infiniti server sui quali gestire una parte del proprio
business. Premesso, quindi, che l’obiettivo è pro-
prio quello di tagliare il cloud su misura del nostro
cliente, ci saranno sicuramente dei segmenti privi-
legiati e penso alle aziende che gestiscono eventi o
a coloro che si occupano di un business stagionale.
Per loro il cloud è il servizio perfetto, in quanto può
essere attivato e arrestato a seconda della singo-
la necessità, senza bisogno di infrastrutture parti-
colari o competenze specifiche e con tempistiche
decisamente irrisorie.
Si sente parlare di una volontà di internazionaliz-
zazione di Aruba, può confermare?
Aruba vuole essere un player di servizi cloud a 360
gradi, offrendo tali servizi attraverso Data Center
localizzati nei mercati di riferimento. Gli altri player
offrono dei servizi di cloud servendo l’Europa attra-
verso Data Center localizzati in luoghi prestabiliti e
ciò rappresenta in qualche modo una coercizione
per il cliente che, effettivamente, non ha la possi-
bilità di scegliere dove sviluppare al propria infra-
struttura, potendo incorrere in problemi di banda
o, se parliamo di Data Center collocati negli USA,
anche in tematiche legislative relative alla privacy.
Aruba invece vuole entrare nei mercati di riferimento
a livello europeo, dando la possibilità di scegliere
dove concretamente creare la propria infrastrut-
tura. Al momento, questa scelta è effettuabile tra
Italia, Repubblica Ceca e a breve Francia. Quindi,
l’internazionalizzazione nasce da un’esigenza di
soddisfare ulteriormente i nostri clienti, tenendo
fede al paradigma tra coerenza del mercato ser-
vito e possibilità di portare i propri servizi in quel
mercato. La nostra attuale sfida è quella di riuscire
ad attivare il nuovo Data Center francese entro l’i-
nizio di ottobre e, nei mesi a seguire, in altri Paesi
Europei altamente strategici.
Il nuovo Data Center Aruba di Arezzo