56
ottobre 2012
tavola rotonda
Tra i temi che i fornitori enfatizzano come fondamentali
per i Big Data spiccano l’elaborazione real time
di grandi volumi di dati e l’integrazione con la BI più tradizionale.
Concordate, oppure gli aspetti tecnologici più importanti
che secondo voi abilitano i Big Data sono altri?
Claudio Nasti, Chantelcler
- Io cre-
do che, a differenza della BI tra-
dizionale, le attività legate ai Big
Data potranno essere gestite tran-
quillamente in outsourcing, perché
i dati trattati avranno un livello
di sensibilità molto diversa. I dati
sensibili, legati al core business di
una azienda verranno gestiti dalla
BI tradizionale e continueranno a
risiedere sullo storage aziendale,
mentre le macro evidenze che arri-
veranno dall’esterno, legate anche
a contesti abbastanza evanescenti,
si potranno mantenere all’esterno,
usufruendo del cloud inteso non
solo come infrastruttura tecnolo-
gica ma anche come competen-
ze, skill e supporto consulenziale
esterno. Potrebbero trovare spa-
zio, quindi, nuovi player in grado di
fornire, oltre al supporto tecnico,
anche servizi consulenziali, come
già avviene con la BI tradizionale.
Alcune simulazioni potranno poi
essere portate all’interno dell’a-
zienda, ma la maggior parte po-
trà restare all’esterno e non avrà
bisogno di essere integrata con i
dati aziendali.
Italo Candusso, Bomi Group
-
Ritengo che uno dei fattori più
importanti sia allineare ancora di
più l’IT alle esigenze di business,
lavorare insieme per individuare
dove si possono trovare margini di
miglioramento. Penso che nasce-
ranno anche nuove figure profes-
sionali in grado di fare da ‘ponte’
tra queste due anime aziendali per
dare risposte a esigenze specifi-
che, un percorso che in fondo è
già iniziato. Nel nostro settore, ad
esempio, l’analisi predittiva è mol-
to importante, può influenzare re-
almente l’andamento del business:
effettuare simulazioni mirate per
capire in che modo può incide-
re un determinato evento – come
per esempio l’aumento del prezzo
del carburante - e come riuscire a
‘neutralizzarlo’ può dare un reale
vantaggio competitivo all’azienda.
Personalmente ritengo che un col-
legamento tra i dati strutturati di
una azienda e quelli che possono
venire dall’esterno esista, e vada
gestito correttamente, al fine di
individuare le azioni che possono
realmente portare i benefici attesi.
Senza dimenticare, naturalmente,
il fattore umano, perché qualsiasi
tecnologia resta sempre uno stru-
mento a disposizione dell’uomo.
Mario Martinelli, Sisal
- Per chi
vive in Internet mettere in atto
azioni specifiche sul singolo clien-
te in tempo reale a fronte di com-
portamenti rilevabili in rete è es-
senziale, è un’attività che tutti gli
operatori del nostro settore, e in
generale dei settori coinvolti sul
commercio digitale, stanno facen-
do al fine di differenziarsi e far
percepire il valore della propria
offerta. Anche la correlazione tra
i dati strutturati, presenti nei no-
stri sistemi, e quelli non strutturati
rilevati all’esterno per noi riveste
un ruolo di primo piano, perché è
da lì che possono emergere nuo-
ve tendenze che possiamo inter-
cettare al fine di mettere a punto
servizi innovativi.
Resta il fatto che il nostro punto
di vista, orientato ai risultati, non
coincide del tutto, ad oggi, con
quello dei vendor, interessanti cia-
scuno a proporre la propria solu-
zione tecnologica, che spesso è
un’eredità del passato... In questo
momento, quindi, il nostro impe-
gno è quello di lavorare insieme al
business per affrontare e risolve-
re le sfide che si presentano ogni
giorno, in attesa che le tecnologie
Big Data trovino definizioni comu-
ni che ci permettano di mettere
a punto strategie di medio-lungo
periodo.