Executive Luglio - Agosto 2013 - page 22

Ha accennato al fatto che l’età media del top management
di Inps è intorno ai 40 anni. Come si fanno a riconoscere,
motivare e valorizzare i talenti in una struttura della Pubblica
Amministrazione italiana?
Quando sono arrivato ho trovato in questo palazzo 28 direttori
centrali e li ho portati a 12 nel primo mese di lavoro. Quasi il 60%
in meno. La motivazione sicuramente viene dal vertice, ma deve
nascere anche dalle persone stesse e un’opera di semplifica-
zione sicuramente aiuta a generare questa motivazione.
Ogni nuovo dirigente è stato investito di responsabilità ben pre-
cise e delineate e ha delle indicazioni chiare su quello che deve
fare. In precedenza con 28 direzioni, invece, c’era una commi-
stione di ruoli e responsabilità non ben definite.
Grazie alla mia esperienza nel privato ritengo che in una qualsiasi
organizzazione, privata o no, ci deve essere chiarezza su chi fa
che cosa e quella persona ne è responsabile. Con più centri
decisionali frammentati, nessuno è mai responsabile di quanto
avviene.
Oggi i miei dirigenti e io operiamo chiaramente anche con delle
difficoltà. Non scordiamoci che Inps, come tutte le pubbliche
amministrazioni, lavora e opera applicando delle Leggi dello
Stato. Non sempre, ma non è una critica al Parlamento, queste
sono comprese e accettate dai cittadini.
Inps è il cuscinetto tra la legislazione e i bisogni, i diritti e le richie-
ste delle persone. I miei dirigenti e i miei dipendenti, soprattutto
coloro che vivono il rapporto quotidiano con i cittadini, come si
usa dire stanno al ‘fronte’, hanno dato in questi anni una risposta
incredibile.
I risultati ottenuti, soprattutto considerando il periodo di crisi,
descrivono al meglio il lavoro fatto dalle persone di Inps.
Ci dia alcuni numeri in merito ai risultati raggiunti.
In un momento di crisi abbiamo dimostrato all’esterno che se la
pubblica amministrazione è attenta ed efficiente i benefici che si
ottengono hanno dimensioni considerevoli.
L’ho detto anche in Parlamento, quando sono arrivato Inps ve-
niva investita da quasi un milione di cause all’anno, ed eravamo
i primi azionisti dei Tribunali italiani. Dopo quattro anni le cause
sono sotto le 600.000 unità, quindi meno 400.000. Quattro anni
fa perdevamo più del 60% delle volte, oggi vinciamo più del 60%
delle volte.
Si è verificato un fenomeno incredibile che è anche allo studio
del Ministero di Grazia e Giustizia e dell’Associazione Nazionale
Magistrati: c’era il timore che la nuova capacità di Inps di scovare
falsi invalidi ed evasori portasse a un incremento drammatico del
contenzioso, mentre si è verificato esattamente l’incontrario.
Non solo il contenzioso è diminuito, ma non abbiamo nuovo
contenzioso. Il cittadino, gli utenti, gli avvocati si sono resi conto
che se Inps è efficiente, se è tutto informatizzato, se non si per-
dono le pratiche è anche inutile promuovere cause verso quella
che era l’amministrazione con il maggior numero di cause d’I-
talia. Questa è efficienza informatica. Abbiamo informatizzato il
100% del processo legale interno, e tutte le pratiche vengono
trattate da un sistema dedicato. E’ tutto tracciato, dalla pre-
senza dei nostri avvocati in Tribunale, alle memorie, alle spese
richieste e tutto il resto. Grazie a questa totale informatizzazione
in parecchie sedi sono emerse cose che prima non vedevamo e
che danneggiavano Inps.
Ricordo che nella sede di Foggia abbiamo scoperto quella che
è stata una delle più grandi truffe che Inps e lo Stato subivano:
gli avvocati facevano le cause per i morti e noi non ce ne ren-
devamo conto perché non eravamo informatizzati, e così anche
i Tribunali e noi pagavamo decine e decine di milioni di euro a
centinaia di persone decedute.
Un altro esempio.
Nel 2007 avevamo un miliardo di euro di recupero dall’evasione
contributiva, negli ultimi cinque anni abbiamo recuperato sem-
pre la cifra considerevole di 7 miliardi all’anno.
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Il maratoneta che sta cambiando l’Inps
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