Executive Luglio - Agosto 2013 - page 24

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luglio-agosto 2013 
Il maratoneta che sta cambiando l’Inps
stro. E’ necessario iniziare a costruire un network di informazioni
che magari in un secondo momento potrà affrontare le politi-
che previdenziali. Ho avuto l’assenso per cominciare almeno ad
avere un dialogo informatico tra gli enti dei Paesi europei.
A oggi manca questo link, ogni ente europeo è separato, chi più
chi meno, anche informaticamente, ma se un cittadino italiano,
belga o francese lavora nella sua vita in un po’ di Stati, per avere
informazioni sul suo stato pensionistico deve rivolgersi di volta
in volta a entità diverse. Mi dedicherò molto presto a questo
progetto per mettere in comune i dati, per quanto possibile e
sempre seguendo tutte le regole di privacy. Riuscire a concre-
tizzare questo progetto sarebbe per me un grande successo.
Credo che almeno la previdenza europea dovrebbe essere
messa totalmente in rete, il numero dei nostri giovani che
avranno un futuro lavorativo in diversi Paesi è, e sarà, in crescita
e quindi dobbiamo preparargli le strade. Oggi invece su questo
tema si ragiona come se avessimo ancora le frontiere chiuse.
Che rapporto ha con i temi Ict in genere, c’è in particolare
qualcosa che l’affascina o che vede come particolarmente
interessante per lo sviluppo futuro anche della missione di
Inps?
Vivo una sorta di conflitto interno. Qualcuno dice Mastrapasqua
ha fatto la più grande rivoluzione informatica nel nostro Paese,
questo nonostante io sia una delle persone con la maggiore
diffidenza verso gli strumenti Ict. Ma forse proprio questo mio
scetticismo o timore è servito nel momento in cui si parlava con
dirigenti che davano troppe cose per scontato.
Per prima cosa devo capire bene io cosa stanno proponendo in
modo poi da, e qualche volta è stato necessario, intervenire per
indirizzare meglio la cosa, per aggiustare il tiro.
Sicuramente la fruibilità e la facilità è qualcosa a cui io vado in
cerca quelle poche volte che mi approccio al computer e ho
sempre paura di provocare qualcosa schiacciando un tasto sba-
gliato. Vedo invece che mio figlio ha una confidenza totale con
lo strumento e mi viene sempre un’ansia incredibile quando lo
vedo davanti allo schermo. Siamo naturalmente di due genera-
zioni diverse…
Sono molto scettico e dubbioso poi su tutto quello che riguarda
i social network, ma sono anche consapevole che i giovani sono
già oggi utenti di Inps, e lo saranno sempre di più in futuro.
I miei uffici hanno sviluppato iniziative su Facebook, Twitter e
i numeri che mi hanno portato sono però incredibili. Le app di
Inps sono state prime classificate per mesi tra quelle scaricate
gratuitamente…
Questo significa che aprirci alle nuove forme di comunicazione
con i giovani, ma anche con i meno giovani che però dominano
gli strumenti più moderni, è sicuramente necessario, e oggi sta
iniziando a funzionare.
Ci racconti una cosa che avete fatto in questo ambito.
Fino a due anni fa le persone che versano contributi all’Inps
non ricevevano mai informazioni sui soldi che ci affidavano, un
po’ come se una banca non mandasse mai gli estratti conto ai
propri clienti.
Oggi, invece, un cittadino attraverso il sito, con le proprie cre-
denziali di ingresso, può andare a vedere in qualsiasi momento
qual è la situazione dei suoi versamenti durante tutta la vita lavo-
rativa. E’ una cosa banale, e semmai è assurdo che fino a due
anni fa questa cosa non si faceva.
Grazie alle recenti app di Inps questa operazione è ancora più
facile e le persone infatti vanno anche quotidianamente a con-
trollare i contributi versati; è un’abitudine che sta entrando nella
vita dei cittadini.
Sono anche piacevolmente sorpreso dall’atteggiamento col-
laborativo che su questo fronte abbiamo riscontrato dai nostri
utenti.
Si spieghi meglio.
C’è questo problema del Pin che mi dico sempre essere troppo
lungo. All’inizio avevamo 16 caratteri, mentre oggi sono 8.
Temevo il fatto, e mi dispiaceva di conseguenza arrecare un
aggravio in più ai cittadini, che questi codici scadono ogni tre
mesi; mi sono preoccupato dell’impatto negativo che tutto ciò
poteva avere, ma con grande sorpresa ho invece visto che il
meccanismo di rinnovo sta andando spontaneamente a regime.
Questa che all’inizio poteva sembrare una seccatura, sta invece
diventando qualcosa di normale.
Purtroppo non sempre è andata così, abbiamo subito attacchi
molto violenti quando abbiamo avviato importanti innovazioni
nella relazione con i cittadini che rispondevano anche a una esi-
genza di semplificazione nei loro confronti, oltre che nostra.
Ci racconti un episodio esemplificativo di quanto avete su-
bito.
Il cambiamento del certificato medico di malattia da cartaceo a
online. C’era una legge vecchia di oltre dieci anni che introdu-
ceva questa modernizzazione che nessuno però aveva avuto la
forza e il coraggio di applicare. Noi ci abbiamo provato con suc-
cesso e oggi i certificati di malattia online sono un dato di fatto.
Detto questo però, non auguro a nessuno di vivere quei mo-
menti che per il sottoscritto sono stati tragici. Ho subito per-
sonalmente le peggiori accuse come se avessi fatto le più
abominevoli nefandezze. Le stesse categorie dei medici, che
mi accusavano in modo veemente, non riporto i termini da loro
usati, oggi plaudono al fatto che Inps ha sviluppato una nuova
app per consentire una comunicazione veloce della malattia
all’Inps. Adesso sono contentissimi, e sono passati appena due
anni e non 20 dallo scontro frontale.
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