Executive Luglio - Agosto 2013 - page 21

Perché non è una banalità assicurare il pagamento delle
prestazioni nei tempi previsti?
In un Paese dove spesso la pubblica amministrazione fa vivere
ritardi a tutti, per esempio la Salerno-Reggio Calabria, i paga-
menti alle imprese... La previdenza che muove volumi immensi,
interessi, soldi e persone, in questi anni non ha mai fatto subire
a nessuno un giorno di ritardo nel pagamento della pensione e
delle prestazioni a sostegno del reddito.
Queste ultime poi, come già detto, in questi anni sono tripli-
cate, e queste risorse per molte famiglie rappresentano il pane
in senso reale, non solo metaforico.
Come ho detto durante la relazione annuale al Parlamento nelle
scorse settimane, circa il 97% delle prestazioni di sostegno al
reddito sono state erogate entro i 30 giorni. In pratica nessuno
ha dovuto aspettare più di un mese per ricevere l’assegno di
cassa integrazione, disoccupazione o mobilità. E’ stato un van-
taggio per le famiglie, ma anche un successo per Inps e questo
è un plauso che faccio a tutti i dipendenti dell’istituto.
In questi sei anni di crisi abbiamo contribuito a garantire la tenuta
dello stato sociale. Un grosso contributo visto che gestiamo la
quasi totalità degli strumenti di welfare di questo Paese.
Qual era lo scenario che ha trovato quando è stato nominato
Presidente di Inps, e quali sono stati i primi cambiamenti por-
tati avanti?
Quando sono arrivato Inps era ritenuto, a mio avviso a torto, uno
dei carrozzoni dello Stato, era un ente che veniva considerato
molto burocratico. Perdeva soldi e quant’altro… Il mio primo
obiettivo è stato quello di ristabilire un clima di fiducia tra il citta-
dino e l’ente, anche in virtù del fatto che il mio arrivo nell’estate
del 2008 ha coinciso con l’inizio della crisi mondiale.
Non scordiamoci che le persone ‘affidano’ a Inps i loro risparmi
per tutta la vita lavorativa, per ricevere poi una pensione. Visto
che Inps aveva quella vecchia nomea immeritata, se non fos-
simo stati in grado di assicurare in questi anni di crisi efficienza
ed efficacia nella nostra azione, avremmo fatto dei danni non
solo a noi stessi, ma anche al Paese.
Il primo cambio forte che ho portato avanti quando sono arri-
vato è stato un rinnovamento della classe dirigente dell’istituto.
Non che l’età sia sinonimo di qualcosa, però ho scommesso sui
giovani. Sono arrivato che i miei dirigenti avevano un’età media
superiore ai 60 anni, oggi questa media si è abbassata a 40
anni. Qualcosa può aver significato, compreso il fatto che come
Presidente ho la responsabilità di aver nominato dei dirigenti
che rimarranno potenzialmente in questi incarichi per i prossimi
vent’anni o più. Una seconda iniziativa di cambiamento è stata
quella di ‘aprire’ Inps ai cittadini, ma in modo diverso rispetto a
quanto fatto da altri: abbiamo deciso di metterci la faccia.
Il Presidente dell’Inps fino al 2008 era pressoché uno scono-
sciuto per la grande maggioranza dei cittadini, non certo nei
Palazzi. Dal 2008 il Presidente dell’Inps si è offerto in tutti i modi
all’opinione pubblica: esiste un Presidente, ha una faccia, rischia
in prima persona, e questa cosa in Italia succede raramente, di
essere oggetto di applausi, ma sicuramente può essere oggetto
di critiche; tutto questo perché esisto. I miei predecessori furba-
mente ‘non esistendo’ non raccoglievano né gli uni né gli altri.
Inoltre l’informatica ha di fatto aperto, anzi scoperchiato, l’isti-
tuto.
Ci faccia un esempio di come l’Ict ha contribuito a cambiare
Inps.
Le persone non devono più andare a fare una fila, avere un
rapporto con un impiegato di cui bisogna segnarsi nome e co-
gnome. Il cittadino oggi può depositare informaticamente i suoi
documenti, ha una tracciatura sullo stato delle sue domande
dal nostro portale, vede dove sta la pratica e la risposta… Tutto
questo lo facciamo governando dei numeri che sono impressio-
nanti. Il nostro portale ha circa 820mila visite giornaliere, mentre
il totale di pagine web visitate in un anno è pari a 3,5 miliardi.
E’ stata una prova importante nella quale Inps si è messa in
gioco; se la ‘macchina’ non avesse tenuto sarebbe stato un
boomerang non da poco.
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