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luglio-agosto 2012
L’
interesse per il cloud è molto alto in Europa
così come nel resto del mondo. Anche le
opportunità che offre sono uguali in tutto il
mondo, e lo stesso vale per costi e rischi. In
Europa però ci sono dei fattori che ne stanno
ritardando l’adozione di almeno un paio di anni
rispetto agli Stati Uniti, dove invece il cloud è
già una pratica consolidata. Tuttavia l’adozione
del cloud in Europa, sebbene rallentata, non si
fermerà. I potenziali benefici sono troppo attra-
enti e interessanti, alla luce delle opportunità
che offrono alle organizzazioni in termini di effi-
cienza e di agilità, per non essere anche utiliz-
zati nel breve periodo. Gli inibitori tipicamente europei all’adozione
del cloud sono sostanzialmente le leggi sulla privacy, i processi di
business e le norme diverse da paese a paese, la profonda crisi
dell’euro e la prolungata recessione.
Le leggi sulla privacy.
Spostare i dati personali nel cloud, ade-
guandosi alle leggi sulla privacy, è un problema che inibisce l’ado-
zione del cloud. Un problema tipico è preoccupazione nei riguardi
del US Patriot Act of 2001 che rende svantaggioso o addirittura
illegale appoggiarsi a provider cloud allocati negli Stati Uniti. Tut-
tavia, sebbene sia vero che regolamenti internazionali come il Pa-
triot Act permettono alle forze di polizia di accedere alle
informazioni personali raccolte da terze parti, norme dello stesso
tipo esistono anche in altri Paesi, ad esempio in UK con il Regu-
latory of Investigatory Powers Act.
Il complesso mercato B2b.
In Europa succede che regola-
mentazioni e pratiche di business in un Paese sono incompatibili
o inapplicabili in altri. Nei mercati a rapida crescita, come quello
del cloud computing questa diversità rende più difficile ai provider
raggiungere la richiesta massa critica e ne rallenta la crescita.
Normative diverse.
In Europa ogni Paese
mantiene la sovranità legislativa al proprio in-
terno e deve continuamente adattarla-cambiarla
per conformarla a quella europea. Crisi econo-
mica. L’incertezza attorno all’euro causa la fine
di grossi investimenti. Questa situazione rallenta
le strategie di mercato e le scelte di business.
Il mercato italiano
Gartner consiglia alle aziende europee di pro-
cedere con cautela nell’adozione del cloud, ma
sicuramente di non fermarsi. Va detto che la si-
tuazione del resto del mondo è più simile a
quella dell’Europa che al Nord America, dunque si è in buona com-
pagnia. La tipicità italiana è di essere abbastanza all’avanguardia
sul fronte della tecnologia, non altrettanto su quello dei cambia-
menti organizzativi e comportamentali che si rendono necessari.
Cosa cambia in azienda
All’interno delle organizzazioni ci si concentrerà sempre più sulle
competenze core e si tenderà ad affidare a dei partner tutto ciò che
non lo è. Questo varrà in modo particolare per l’IT, che dovrà porsi
la domanda di come lavorare “con in cloud” e non “contro il cloud”.
Consigli per i Cio
Stare sempre meno seduti nei propri uffici e interagire sempre di
più con le che ruotano intorno all’IT dentro e fuori dall’azienda. I Cio
dovranno prendere atto che sempre più cose verranno fatti al-
l’esterno del loro perimetro di competenza, senza però rassegnarsi
a non avere voce in capitolo. La decisione di fare outsourcing non
dipende dal Cio, a volte non viene nemmeno coinvolto nel pro-
cesso decisionale, sta però a lui farsi promotore della roadmap.
TEMI.
La nuvola è in ritardo ma arriva – Gli inibitori europei – Il mercato italiano
Lavorare con il cloud e non contro di esso – Il Cio proattivo
L’ADOZIONE RALLENTATA
DEL
CLOUD IN EUROPA
Paolo Malinverno,
Vice President Gartner Research
AL GARTNER IT
XPO
DI NOVEMBRE 2012
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