GESTIONE DEI CONTENUTI PER PUBBLICAZIONI MULTIPIATTAFORMA
si esplica in una partecipazione attiva. La transmedialità com-
porta trame narrative differenziate per i diversi tipi di canali (dai
cellulari ai grandi schermi, dai media sociali a quelli tradizionali) e
i diversi tipi di pubblico (giocatori, lettori, utenti di Tweeter ecc.).
Pur non essendo un concetto nuovo, questo modello sta diven-
tando sempre più pervasivo e con il tempo diventerà la norma”.
Per gli editori, il salto dalla narrazione multimediale alla narrazione
transmediale è significativo, perché questo nuovo approccio ri-
chiede risorse rilevanti a livello tecnologico ed editoriale. Finora, gli
esperimenti di narrazione transmediale si sono essenzialmente li-
mitati alla creazione di eventi come “Conspiracy for Good”, un’or-
ganizzazione di fantasia che unisce elementi mediatici eterogenei
–
giochi, video, notizie, mappe e media sociali
–
per dar vita a una
gara di mobilitazione sociale finalizzata alla raccolta di fondi da
destinare a cause benefiche in Africa. Gli editori dovranno tener
d’occhio la narrazione transmediale soprattutto per le sue forti
prospettive commerciali.
JWT ha riferito di un altro evento transmediale relativo a una cam-
pagna della Mattel per le bambole Barbie e Ken: “Questa cam-
pagna della Mattel, che ha avuto il suo culmine nel giorno di San
Valentino 2011, ha reso la coppia protagonista di una storia: dopo
sette anni di separazione, Ken ha deciso di riconquistare Barbie.
Gli utenti potevano votare via sms o online a favore o contro la ri-
conciliazione dei due personaggi. I fan avevano molte possibilità
di connettersi e partecipare alla campagna: la storia è stata diffusa
su YouTube e altri media sociali (con i personaggi che sviluppa-
vano la trama attraverso Facebook, Twitter e Foursquare), sui
media stampati e all’aperto (su un cartellone campeggiava la
scritta: ‘Barbie, saremo anche di plastica, ma il nostro amore è
vero!’). Ken ha anche disegnato una tortina per Barbie in vendita
nelle pasticcerie Magnolia Bakery di New York e L.A., mentre sul
sito Hulu si è tenuto un concorso per scegliere il Genuine Ken. In
definitiva, la storia della riunificazione delle due bambole ha atti-
rato una grande attenzione della stampa su Barbie”.
Se da un lato gli editori cercano soluzioni innovative per soddi-
sfare inserzionisti e reparti di marketing, dall’altro lato la possibi-
lità di proporre a un vasto pubblico una storia transmediale a
sfondo commerciale rappresenta senz’altro una tendenza da
tener d’occhio per la pianificazione futura delle entrate.
Da un punto di vista evolutivo, il passaggio dalla Narrazione Mul-
timediale 1.0 (pacchetti basati su Flash realizzati principalmente
per il Web) alla Narrazione Multimediale 2.0 (contenuti multimediali
e multipiattaforma) deve essere preso in considerazione già oggi.
Per rispondere alle richieste di una nuova generazione di utenti che
utilizza una nuova generazione di dispositivi di fruizione mobili, le
forme di investimento intelligenti in tecnologie e talenti costituiranno
l’unica possibile strada per il successo. Per trovare il giusto equi-
librio tra la parte multimediale e la parte di narrazione in funzione
di un dato tipo di pubblico, e l’occasione più adatta per proporlo,
occorrerà sperimentare, analizzare e ancora sperimentare.
*RESEARCH VICE PRESIDENT
RACCOMANDAZIONI
• I fornitori di sistemi di gestione dei contenuti (Cms) dovranno accelerare lo sviluppo di strumenti di supporto dei flussi di
lavoro che consentano a una nuova generazione di “curatori/revisori” di curare i contenuti su larga scala.
• Gli editori dovranno superare la sindrome del “non inventato qui” e creare più contenuti multimediali da destinare a una di-
stribuzione multipiattaforma.
• Gli editori dovranno allearsi con gli inserzionisti per sperimentare contenuti transmediali che offrano ampie possibilità di coin-
volgimento attraverso i media sociali e la partecipazione attiva del pubblico.
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luglio-agosto 2011