marzo 2012
office automation
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gazzi utilizza quotidianamente con competenza medio
alta, sono gli stessi a cui l’azienda potrebbe attingere
in modalità cloud, con investimenti iniziali contenuti
e proporzionali all’utilizzo”, dice
Gianfranco Ulian
,
direttore presales ed engineering di Siemens Enterprise
Communications. “Ci sono due motivi tra loro legati
per cui tali opportunità, secondo me, andrebbero
colte: l’azienda ha la necessità di essere sempre più
competitiva e quindi a parità di risorse più efficiente
e reattiva, non vi è dubbio alcuno sul miglioramento
introdotto da tali servizi. Le persone giovani che en-
trano in azienda non hanno bisogno di training su
questi strumenti, anzi giudicano il valore dell’azienda
stessa in funzione di quanto ritrovano in termini di
multimedialità rispetto all’ambiente domestico di puro
entertainment a cui sono abituati. La fruizione delle
feature di UC&C all’interno del processo di business
rappresenta il catalizzatore verso un’adozione spinta
anche in profili umani refrattari alle innovazioni”.
Verso la collaboration
La definizione di unified communication si accom-
pagna stabilmente a quella di collaboration, a indi-
care un binomio inscindibile che ha chiare correla-
zioni con le performance del business di chi le
adotta. Ma cosa significa realmente collaboration? E
quali sono i vantaggi promessi?
“Oggi le aziende possono accedere a un’ampia scelta
di soluzioni in grado di portare valore aggiunto alla
propria organizzazione” commenta
Fabio Pettinari
,
marketing & business development director, Aastra
Italia. “Per collaboration intendiamo l’accesso alle in-
formazioni utili allo svolgimento delle proprie attività
lavorative, e gli strumenti oggi a disposizione favo-
riscono la collaborazione facilitando e velocizzando
l’accesso alle informazioni con una disponibilità tem-
poralmente illimitata”.
Secondo Michele Dalmazzoni “La collaboration non
è più solo una tecnologia, ma una risposta alle esi-
genze di incremento della produttività nel quadro del
miglioramento dei processi aziendali. Ci troviamo a
operare in un mondo che cambia rapidamente; è cre-
sciuta la mole di informazioni da gestire, sono au-
mentati i lavoratori in mobilità e ciò ha richiesto
nuovi strumenti collaborativi ampliando l’ambito in
cui realizzare la collaborazione per garantire il mas-
simo sviluppo all’interno di questo nuovo ambiente.
Alle tradizionali forme di comunicazione testuali
(email, messaggi istantanei, spazi di lavoro per team)
stenza con la miriade di terminali mobili e fissi, le tante piatta-
forme in ambito mobile e sistemi operativi”.
“In ambito tecnologico possiamo dire che il futu-
ro non ci ha mai delusi”, dichiara
Stefano
Osler
, amministratore delegato, Wildix. Questo
perché la tecnologia non riesce a fermarsi, è nella sua natura.
Fino a oggi i limiti della comunicazione avanzata erano legati
alla diffusione dell’utilizzo di Internet, alla cablatura della rete
e alla potenza della banda. Superati questi scogli la ricerca
può sviluppare forme di collaboration sempre più efficaci.
Ne è una prova l’introduzione del video, un’idea che eravamo
abituati a considerare solo nella cinematografia di fantascien-
za. La videochiamata aziendale è una leva che asseconda la
tendenza alla globalizzazione che l’economia mondiale ha as-
sunto. Comunicare velocemente e con il mezzo più efficace può
fare la differenza in un mercato che si muove istantaneamente
da Hong Kong a New York”.
“La nostra visione strategica, le cui basi sono già
suffragate dai recenti sviluppi verso ‘Open Stan-
dard’ e dalla diffusione di smartphone e tablet in
ottica Byod (bring your own device, porta in azienda il tuo di-
spositivo ‘mobile’) in azienda è la seguente: a prescindere dal
sistema operativo, accederemo al cruscotto di controllo dei no-
stri media di comunicazione dal nostro ‘device’ mobile”, affer-
ma
Gianfranco Ulian
, direttore presales e engineering, Sie-
mens Enterprise Communications. “Da qui origineremo sessioni
di collaborazione e le traghetteremo da un media a un altro sce-
gliendo il più adatto o il più conveniente. Queste sessioni verran-
no abilitate da applicazioni residenti in data center, attraverso
una modalità di fruizione di tipo cloud”.