fase di start up. Ciò che frena una maggiore diffu-
sione dell’open source, tuttavia, non sono tanto le ca-
renze lato sistema di offerta, quanto i limiti lato do-
manda legati alle disponibilità di competenze
interne, paura di non disporre di un supporto ade-
guato quando necessario, limiti culturali.
Questo genera un approccio tattico più che stra-
tegico da parte di diversi operatori, system inte-
grator soprattutto: open source come componente
di offerta per poter soddisfare le esigenze del
cliente, quando richiesto, ma non come indirizzo
strategico.
Roberto Galoppini
. In Europa l’open source sup-
porta il 29% dello sviluppo che avviene in-house, e
comporta un risparmio sugli investimenti software in
ricerca e sviluppo del 36%, come riporta una ri-
cerca finanziata dalla UE. Si può discutere su quali
siano i comparti in cui è leader, ma considerarlo
una nicchia è oramai fuori questione.
scenze vale più del brand. Il modello di business
dell’open source si basa sull’ipotesi che sul mercato
siano reperibili persone che: conoscono in pro-
fondità gli strumenti che usano; vendono esclusi-
vamente la loro competenza, e non il loro prodotto;
e infine, scambiano con altri informazioni ed espe-
rienze in un contesto di cooperazione e non di con-
correnza.
Per alcune società di software, non legate a brand
forti come SAP, Oracle o Microsoft, è l’unica strada
per la sopravvivenza. Per altre è solo una curiosità.
Ritiene il fenomeno open source ancora in fase di
start up, o è una nicchia consolidata?
Mariafilomena Genovese
. Rappresenta una nicchia
consolidata a livello infrastrutturale, lato server so-
prattutto. In questo ambito le soluzioni sono stabili
e mature, le community a supporto sono più strut-
turate, cresce la maturità lato utente. In ambito ap-
plicativo si presenta ancora come un fenomeno in
80
office automation
marzo 2012
Quelli che… l’open source