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marzo 2012
office automation
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Marco Pancotti
. Dipende. Può essere considerata
una start up nell’ETL, nella business intelligence,
nel CRM e nel document management, dove l’offerta
è di qualità e la diffusione è al di sotto delle poten-
zialità. Negli strati ‘bassi’ del software è una realtà
consolidata, che compete alla pari con le soluzioni
proprietarie. Nelle applicazioni di classe ERP per
medie e grandi aziende è assente e lo sarà ancora a
lungo.
Quali potrebbero essere i driver che riuscirebbero
a catalizzare nuova attenzione da una parte consi-
stente dei clienti enterprise sul fenomeno open
source?
Mariafilomena Genovese
. Sicuramente la pressione
sui costi e una maggiore tendenza all’interoperabilità
che porta a privilegiare un approccio misto.
Roberto Galoppini
. La crisi spiega l’aumentata at-
tenzione alle soluzioni basate su open source, i ri-
sparmi che può comportare sono uno dei principali
driver dell’adozione, e questo è più vero in quelle ca-
tegorie di software in cui il leader di mercato di ri-
ferimento ha condotto negli anni politiche commer-
ciali sempre più aggressive.
Marco Pancotti
. Solo un’offerta gestionale di classe
ERP fortemente innovativa potrebbe cambiare gli
equilibri. Parlo di qualcosa basato su cloud, con in-
terfaccia utente a gesture, alla Kinect per intendersi,
con un nuovo paradigma di contesto, nativamente
integrato con l’ambiente office e con la business in-
telligence e immediatamente fruibile, senza adatta-
menti, da device mobili. La tecnologia sarebbe anche
‘available now’, ma chi, nel mondo open source,
avrà mai le energie finanziarie per riuscire a proporre
una cosa così?
Quali sono stati i benefici e quali gli svantaggi a cui
sono andate incontro le aziende che hanno adottato
soluzioni open source?
Mariafilomena Genovese
. Il bilancio dei benefici va
fatto in funzione di quelle che sono le peculiarità
della singola realtà aziendale e soprattutto delle com-
petenze interne: la riduzione dei costi delle licenze
“Non esistono dati ufficiali sulla diffusione delle applicazioni
open source per la produttività individuale nelle aziende italiane
private e pubbliche, anche perché è difficile contare le installa-
zioni quando non ci sono le attivazioni delle licenze”, spiega
Italo Vignoli director di The Document Foundation, e che negli
ultimi otto anni è stato attivo prima nella comunità OpenOffice e
adesso in quella LibreOffice.
Nel 2010, le stime parlavano di una quota di mercato di Ope-
nOffice pari o superiore al 20% in Italia, che comprendeva uten-
ti sia privati sia aziende private e pubbliche: “Probabilmente,
questa percentuale è scesa un po’ a causa delle vicende degli
ultimi due anni, anche se non ci sono stati ritorni significativi a
MS Office”.
L’unico dato disponibile risale alla fine del 2009 e riguarda una
ricerca comunque circoscritta a un determinato territorio. Con-
findustria Treviso aveva rilevato tra le aziende associate che il
52% utilizzava una suite open source oltre a MS Office. Il re-
sponsabile della ricerca stimava una media del 50% dei de-
sktop migrati al software libero.
“La situazione delle pubbliche amministrazioni locali è eteroge-
nea: ci sono comuni di grandi dimensioni come Bologna, intere
regioni come l’Umbria e l’Alto Adige, una moltitudine di comuni
di piccole e medie dimensioni: Bollate, Baranzate, Rovereto e
Trento sono i nomi più noti, ma ce ne sono sicuramente altri”.
Dal mondo delle aziende private è più difficile avere notizie:
“Ma Auchan sta migrando molti desktop e Unioncamere è già
migrata da tempo, e poi ci sono molte aziende che non rivela-
no il proprio nome, come una realtà di Parma con 1.200 per-
sonal computer migrati al software libero. Alcune tra queste
realtà stanno passando a LibreOffice, ma il processo è lento,
perché hanno dovuto testare il software e spesso questo ha ri-
chiesto dei mesi”.
Il punto sulle suite di produttività
individuale nelle aziende italiane
Non si tratta, quasi mai,
di altruismo, si condivide
sempre e solo dove si ha un
beneficio di marketing,
riduzione dei costi R&D,
ridotto time-to-market, minori
barriere all’ingresso nello
sviluppo di soluzioni...
Roberto
Galoppini,
senior director
of business
development
di SourceForge
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