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Con Sopa e Pipa potrebbe
andare in soffitta Dmr
Uno dei temi sempre più caldi nell’era d’oro (ma lo è vera-
mente?) di Internet è la proprietà intellettuale delle informazioni,
che è strettamente correlata alla loro riservatezza e protezione,
alla loro diffusione, autorizzata o non, e al loro furto e/o ma-
nipolazione, che derivano nella maggior parte dei casi, da at-
tacchi ai sistemi informativi: attacchi che costituiscono a tutti gli
effetti dei crimini informatici puniti dalle leggi in vigore.
La proprietà intellettuale fa riferimento a beni immateriali che
ormai hanno un grande valore di mercato e che come tali
vanno adeguatamente trattati e difesi. In Italia, ma anche in
Europa e in gran parte del mondo, la proprietà intellettuale è
difesa da varie leggi, in primis dai diritti d’autore, tipicamente
per articoli, libri e per il software, poi dai brevetti e dai
marchi, o comunque per qualsiasi opera dell’ingegno.
Le leggi esistenti non sono pertanto ritenute sufficienti, e il
mondo più avanzato in termini di digitalizzazione cerca di tro-
vare nuove modalità normative. Di seguito quindi esaminiamo
le due proposte di legge statunitensi chiamate Sopa e Pipa che
tanto clamore e tante proteste hanno suscitato.
Gli obiettivi delle due norme
Sopa, Stop Online Piracy Act, e Pipa, acronimo di Protect IP
Act (a sua volta abbreviazione di “Preventing Real Online Thre-
ats to Economic Creativity and Theft of Intellectual Property Act
of 2011”) hanno l’obiettivo di fermare la pirateria online ba-
Le due nuove proposte per la protezione della proprietà intellettuale presentate
alla Camera negli Usa, ma che per ora sono bloccate.
sandosi su due principali interventi: il blocco del nome del do-
minio dei siti web che sono in grado di violare i copyright,
o sembra che incoraggino a farlo, e il taglio delle loro fonti
di finanziamento, quindi anche le connessioni in Internet ad
altri siti.
La principale differenza tra le due leggi proposte è che Sopa
ha come obiettivo ogni sito che, direttamente o indirettamente
e indipendentemente dalle sue effettive intenzioni, contribuisce
a infrangere il copyrigth, mentre Pipa si focalizza nel bloccare
un sito che con grandi probabilità è riconosciuto come fonte
di contenuti illeciti.
Il clamore e le proteste suscitate derivano principalmente dalla
considerazione che tali misure, se applicate, sarebbero tecni-
camente inefficaci, non bloccherebbero realmente la pirateria
e la violazione dei diritti d’autore, mentre invece causerebbero
gravi danni al mondo e al business digitale di Internet.
Aspetti legali e tecnologici si fondono, con normative in parte
differenti nei vari Paesi, e il tema risulta molto complesso, ma
per adesso accontentiamoci di comprendere il problema, fo-
calizzandoci sugli aspetti tecnici.
La protezione attuale
L’attuale legge USA sul copyright va sotto il nome di Dmca, Di-
gital Millennium Copyright Act, e per proteggere la proprietà
intellettuale richiede il Drm, Digital Rights Management, basato
M.R.A.Bozzetti, OAI founder
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