“Nel cablaggio cresce la distanza tra domanda e offerta”
nelli, ICT Manager di Sait Abrasivi spa e in partico-
lare su due problematiche affrontate nella sua
azienda: la prima riguardante la necessità di imple-
mentare una separazione tra la rete aziendale e quella
di automazione di fabbrica, la seconda riguardante
alcuni problemi iniziali avuti con lo ‘spanning tree’
sugli switch. Questi due problemi affrontati inizial-
mente e poi risolti denotano come negli ultimi anni
siano quasi praticamente sparite le conoscenze sulla
rete e in particolare sul livello 2 che, insieme al
livello fisico, è lo strato di comunicazione di tutti gli
apparati della rete locale. Nella seconda metà degli
Anni ’80, Siemens fu la prima azienda che sviluppò
un PLC per l’automazione industriale con l’interfac-
cia di comunicazione Ethernet. Un prerequisito fon-
damentale era la separazione fisica della rete di au-
tomazione, costituita dai PLC, da quella aziendale.
L’unico collegamento possibile tra le due reti era di
livello 3, quindi tramite un apparato di routing. Ora
scoprire dopo più di vent’anni che si sia arrivati a
questa conclusione dopo un sofferto troubleshooting
di rete fa riflettere.
Anche lo spanning tree non dovrebbe più essere un
problema visto che il suo sviluppo è della prima
metà degli Anni ’80. Ciò nonostante, sebbene ci siano
da rispettare poche e semplici regole nella progetta-
zione della rete, sembra essere ancora di difficile im-
plementazione. Ma la cosa più preoccupante è che al-
cuni produttori di switch sostengano, erroneamente,
che lo spanning tree (protocollo standard) sia troppo
complesso da implementare e propongono miraco-
lose tecniche di resiliency proprietarie nella speranza
che a fronte di problemi di rete ci sia qualcuno in
grado di risolvere eventuali bachi del software pro-
prietario. I produttori di apparati di rete sono anche
in parte responsabili del fallimento della vera forma-
zione sulle tematiche di rete in favore dei loro corsi
di certificazione nei quali, più che approfondire gli
aspetti complessi dei protocolli e delle varie tecnolo-
gie, si preoccupano principalmente che i discenti co-
noscano a memoria i comandi di configurazione dei
loro apparati. L’help in linea degli apparati di rete e
manuali ben fatti sarebbero più che sufficienti per la
conoscenza dei comandi di configurazione. È quindi
con un certo fastidio che ho assisto negli ultimi 7-8
anni al fallimento della formazione sulle reti, perché
dipende solo in parte dalla minore disponibilità di
budget.
È sbagliato giudicare l’innovazione tecnologica dei componenti
del cablaggio misurando solo l’aumento delle prestazioni delle
reti a cui questi elementi fanno da supporto. In questo modo l’in-
novazione tecnologica è tenuta nascosta e non vengono invece
valorizzati quei fattori determinanti che contraddistinguono un
cablaggio di qualità. Tra questi è utile ricordare:
- L’affidabilità dei componenti.
- Il numero di inserzioni/estrazioni di connettori e prese che in
alcuni casi superano i requisiti minimi degli standard, quindi
significa che sono stati progettati e costruiti con una meccani-
ca di alta qualità.
- La facilità e velocità di terminazione di una presa che ha un
diretto impatto con l’affidabilità e i costi d’installazione.
- La superficie di contatto di connettori e prese e lo strato di de-
posito di oro sui contatti.
- La compattezza della presa che ne facilita l’inserimento nelle
scatole di contenimento e lascia maggior spazio per la cur-
vatura del cavo.
- Il raggio minimo di curvatura dei cavi rame e ottici che facili-
ta l’installazione dei medesimi in luoghi angusti senza perdi-
ta di prestazioni.
Un’innovazione da non nascondere
connettori LC, ma bisognerebbe disporre di cavi Fanout
specializzati per i 40 o i 100 Gb/s per ridurre lo spreco
delle fibre ottiche inutilizzate e facilitare il compito di
chi deve connettere gli apparati di rete a 40 o 100 Gb/s.
Per esempio si potrebbero realizzare dei cavi Fanout per
le connessioni a 40 Gb/s con un connettore MPO/MTP
da un lato e otto connettori LC all’estremità opposta, di-
sponendo di identificativi differenziati per i quattro
connettori LC costituenti la ricezione dei dati e i restanti
quattro connettori LC per la trasmissione. I prodotti di
rete sono pronti per l’incremento di prestazioni sulle
dorsali di collegamento degli switch a 40 Gb/s, mentre
i prodotti di cablaggio non sono sufficientemente ade-
guati per soddisfare tutte le esigenze di connettività. Si
può quindi affermare tranquillamente che c’è ancora un
ampio spazio per l’innovazione tecnologica dei prodotti
di cablaggio strutturato sia in termini prestazionali per
il data center, sia su problematiche più pratiche, ma non
meno importanti precedentemente illustrate, per il ca-
blaggio di edificio.
Riemergono vecchi problemi
che erano già stati risolti
Vorrei infine fare alcune considerazioni sull’interes-
sante intervento alla tavola rotonda di Omar Gavi-
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office automation
marzo 2012