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aprile 2013
digitali diventino per loro un reale fattore critico di
successo. Per quanto ci riguarda cerchiamo di farlo
nella maniera più pragmatica possibile, anche nel
caso del Byod: consentiamo già, ad esempio, alle
nostre risorse e ai nostri ospiti di utilizzare i loro
dispositivi presso le nostre sedi”.
Quali criteri seguire
“Quando si parla di innovazione tecnologica, la di£-
coltà è far percepire il ritorno dell’investimento - ha
aggiunto Fabrizio Croce di WatchGuard -. Restan-
do alla sicurezza, che è il nostro ambito d’elezione,
è ancora molto diŸusa la convinzione di essere al
riparo dai rischi, salvo poi pentirsene amaramente
in caso di attacchi dall’esterno o di perdita di dati
sensibili. Non si insiste mai abbastanza, quindi, sul
fatto che molte resistenze nascono da una cultu-
ra conservativa che, all’atto pratico, può risultare
molto più costosa di un investimento ponderato in
tecnologie innovative”.
Mauro Rizzi di Alcatel-Lucent Enterpise è perfet-
tamente d’accordo: “non sono tanto le di£coltà
tecnologiche a frenare gli investimenti, visto che
oggi la rete e gli end point possono essere confi-
gurati in maniera automatica, e anche gli strumenti
di gestione sono diventati molto più semplici da
configurare e utilizzare, quanto le resistenze di ca-
rattere culturale.
Riteniamo comunque che, con l’ingresso nel mon-
do del lavoro delle nuove generazioni, la di£denza
nei confronti dei nuovi modelli di fruizione dell’IT
- Byod e cloud - piano piano scomparirà”.
“L’adozione del Byod comporta anche una signifi-
cativa revisione di tutta l’organizzazione aziendale
- ha aggiunto Fabio Andreini di Brocade -. Bisogna
fare convivere due obiettivi, a prima vista antitetici:
da un lato l’adesione a nuovi modelli che posso-
no incrementare il coinvolgimento delle persone,
dall’altro livelli di sicurezza e compliance adeguati.
Questo è possibile solo mettendo a punto rego-
le condivise che devono poi essere fatte rispetta-
re. Un aiuto in questo senso potrebbe venire dalla
pubblica amministrazione, come avviene in alcuni
Paesi come l’Australia che ha messo a punto linee
guida molto utili”.
“È vero, per un vero Byod sono indispensabili pro-
cessi e automazione - ha evidenziato anche Massimo
Delpero di Aruba Networks -. Dovrebbero essere le
grandi organizzazioni a dare il buon esempio, ma
in un momento di incertezza come quello attuale
anch’esse preferiscono stare alla finestra, figuria-
moci le piccole e medie imprese. Una soluzione
può venire dai carrier, che infatti guardano al Byod
con grande interesse e stanno rendendo disponibili
interessanti oŸerte di servizi gestiti. Ritengo co-
munque che, almeno a breve e medio termine, sia
ancora prematuro ritenere che il fenomeno Byod
porti in azienda i comportamenti tipici del mondo
consumer”.
Sta soprattutto al mondo dell’oŸerta, in tutte le sue
declinazioni, fornire al mercato indicazioni corret-
te, come ha rilevato, concludendo i lavori, Rodolfo
Casieri di EDSLan. “Quello di cui il mercato ha più
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