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aprile 2013
problema della protezione dell’investimento, con il
rilascia su prodotti di fascia media e alta il supporto
del protocollo OpenFlow e OpenStack. Attraverso
un aggiornamento del firmware, le macchine sono
in grado di supportare a livello di singola porta, sia
i flussi OpenFlow, sia il normale traco di livello 3
contemporaneamente.
Antonella Santoro
, Allied Telesis - Guardando le
potenzialità dell’SDN dal punto di vista dell’utente
come persona penso che il grande beneficio sarà la
semplificazione della sua esperienza con le risorse di
rete per via dell’auto provisioning. Questo significa
adattare automaticamente la rete alle richieste che
possono scaturire dal comportamento dell’utente
stesso, dell’applicazione, dell’orizzonte temporale.
Ma anche allineare l’infrastruttura di rete alle ne-
cessità di business che in quel momento l’azienda
ha. Le sfide sono tantissime, innanzitutto tecnolo-
giche. Perché una questione non risolta è quella
della resilienza che con le macchine configurate
in un certo modo è assicurata, ma quando sepa-
riamo l’hardware dal software non è detto che lo
sia o almeno la disponibilità continua della rete ne
potrebbe risultare inficiata. C’è poi una sfida cultu-
rale, perché l’IT è un organismo conservatore, e ci
sono sfide di mercato. Cosa sarà l’SDN dipende dal
market leader che giocherà un ruolo determinante
nell’aermazione di tale tecnologia. In generale mi
immagino che sul networking accadrà quello che è
successo 30 anni fa nel mondo del computing. Pri-
ma si vendevano i minicomputer con dentro tutto
quello che serviva e c’era anche molto overdesign
- come accade oggi per cui il 20% delle funziona-
lità della rete sono utilizzate mentre il resto sono
elementi di complicazione. A un certo punto è in-
vece stata lanciata la piattaforma che è diventata
lo standard e l’hardware si è separato dal software.
Mauro Rizzi
, Alcatel-Lucent - SDN potrebbe es-
sere una evoluzione, potrà essere una rivoluzione,
ma solo il tempo lo dirà con certezza. Per ora, in
realtà, non è un cambiamento tecnologico, bensì
di filosofia. Prima avevamo ogni singolo sistema
in grado comunque di capire la realtà del proprio
routing che scambiava informazioni con gli appa-
rati vicini. Quindi ogni sistema era autonomo e non
aveva bisogno di questa intelligenza super partes
in grado di controllare la rete. Con la nuova filosofia
la rete deve trasportare in maniera corretta l’appli-
cazione, riconoscendola, e individuarne il contesto
priorizzando il traco, ad esempio quello video, a
seconda della sua importanza che può essere in-
dicata dall’utente e dal device da cui proviene. Un
rischio possibile è quello della perdita di autonomia
delle macchine anche se programmare completa-
mente da zero una rete non è possibile per tutte le
realtà. In ogni caso, a bordo dovrà restare un mini-
mo di intelligenza locale mentre il software andrà
a pilotare tutta la rete. Noi già dal 2010 lavoriamo
su questi temi con l’Application Fluent Network e
ci sono clienti che usano API per programmare gli
switch in modo dedicato, sfruttandone appieno
l’hardware e ottenendo un controllo più globaliz-
zato della rete.
Giosue Vitaglione
, Huawei - L’SDN è versatilità e
flessibilità dell’infrastruttura di rete e sarà il futuro,
magari con diversi nomi o tecnologie; ci sono però
tutti gli ingredienti tecnologici perché avvenga que-
sto salto di paradigma. Prima l’infrastruttura di rete
era composta da mattoncini che rappresentavano
protocolli e la sfida era quella di comporli nel modo
giusto, permettendo l’utilizzo di infrastrutture ete-
rogenee. Oggi questi mattoncini sono tantissimi e il
rischio è che il loro utilizzo porti alla realizzazione
di soluzioni non ecienti. È qui che entra in gioco
Tavola Rotonda – Networking
Antonella Santoro, vice president marketing EMEA di Allied Telesis
Giosue Vitaglione, business development manager di Huawei