zazione dei beni aziendali. L’installazione di sensori su macchi-
ne industriali, impianti, infrastrutture urbane e altre attrezzature, e
l’analisi dei dati rilevati da questi sensori, permettono infatti di ot-
tenere risultati positivi in termini di risparmio energetico, aumen-
to della produzione e riduzione dei tempi di inattività e manuten-
zione. La possibilità di ottimizzare questi beni dipende dall’analisi
dei dati operativi e delle informazioni trasmesse dai sensori, in
tempo reale, in reazione alle condizioni del momento e permet-
te, in una prospettiva storica, di realizzare un’ottimizzazione più
completa. In futuro, si potranno utilizzare reti complesse di sen-
sori per monitorare le condizioni critiche che possono portare al
deragliamento di un treno, oppure per identificare e controllare
gli incendi forestali.
Un altro miglioramento associato al modello di business dell’In-
ternet delle cose consiste nella capacità di erogare servizi digi-
tali monetizzati a un prodotto fisico. Un primo esempio può es-
sere quello delle assicurazioni ‘a consumo’, in cui un’automobile
connessa trasmette la distanza percorsa e questa viene utilizza-
ta per calcolare il premio. Un altro può riguardare la distribuzione
di un servizio di monitoraggio cardiaco basato su un dispositivo
indossabile alle persone che soffrono di aritmia. Anche in questo
caso, il monitoraggio e l’analisi dei dati sono gli elementi alla ba-
se del modello di monetizzazione del servizio.
Gli effetti migliorativi dell’Internet delle cose possono poi derivare
anche dalla possibilità di gestire da remoto alcuni beni che si tro-
vano in luoghi distanti o in aree pericolose, o semplicemente dal-
la possibilità di evitare i costi associati all’invio di dipendenti sul
posto. Ad esempio, la possibilità di gestire da remoto i dispositi-
vi di controllo di una tubazione o un’infrastruttura urbana dipen-
de dalla connessione degli oggetti da controllare e dalla possibi-
lità di monitorare i loro dati in tempo reale.
Il legame coi Big Data
Anche se i Cio e i loro team sono molto abili nella gestione delle
informazioni e nella Business Intelligence, occorre ricordare che
i dati prodotti dall’Internet delle cose saranno Big Data. Per rica-
vare il massimo valore a vantaggio dell’azienda, i professionisti
IT dovranno perciò padroneggiare le tecnologie richieste per la
loro gestione e analisi. A questo riguardo, Gartner utilizza la se-
guente definizione: i Big Data sono informazioni in grandi volu-
mi, in veloce evoluzione e molto differenziate che richiedono for-
me di elaborazione innovative ed economicamente efficienti allo
scopo di migliorare la capacità di analisi e il processo decisiona-
le. Alla luce di questa definizione, le opportunità legate alle ‘infor-
mazioni delle cose’ si classificheranno spesso come problema-
tiche inerenti ai Big Data. In tale contesto bisogna tenere conto
del fatto che il volume dei dati provenienti dalle cose può essere
enorme (ad esempio, alcune macchine industriali possono pro-
durre 1 TB di dati ogni ora). I dati possono inoltre provenire da
numerose fonti (ad esempio, i sensori installati negli edifici di una
grande catena di negozi possono facilmente generare centinaia
di migliaia di punti di raccolta dei dati, e la trasmissione di piccole
luglio-agosto 2013
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