Sergio Cantinazzi
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sunto da molti anni presso una importan-
tissima e direi ottima azienda, ha avuto un
piccolo contrasto col suo capo e pensa di
cercarsi un altro posto di lavoro. Anche lui
non coglie minimamente che attualmente
è nel posto migliore possibile, se solo
si trovasse fuori sarebbe dicilissimo
trovare una alternativa anche lonta-
namente equiparabile.
Il terzo caso riguarda una giovane con-
sultant che ha sostenuto un colloquio
per un’opportunità alternati-
va; siamo nel mondo delle
grandi multinazionali di con-
sulenza. Il colloquio è stato
positivo, si tratta di cercare
un’intesa economica. Dicia-
mo che la retribuzione attua-
le è del tutto allineata alle medie di mercato: “….ah
ma io non cambio per meno del 30% di aumento…”.
Il 30 per cento ??? Ma dove vive??? Attualmente
tra il 15 e il 20 è il massimo che puoi chiedere e di
cui si può parlare in modo realistico. Il resto forse
l’ha visto in qualche film.
C’è poi la persona che dopo 10 /15 anni di esperien-
za professionale con un percorso lineare aerma
candidamente ”….guardi dottore che io sarei anche
disposto a cambiare settore di mercato, o anche
funzione. Magari dal mondo manufatturiero alla
grande distribuzione, o da un ruolo finance a uno
commerciale….”. Verrebbe da sorridere se la cosa
non fosse realmente patetica. Già oggi l’azienda che
deve assumere una persona con esperienza, tranne
rarissimi e motivati casi, vuole un’esperienza pre-
gressa del tutto allineata al ruolo da ricoprire. Non
solo: spesso la ricerca ha dei paletti che riguardano
anche competenze particolari che pochi esperti di
quel ruolo posseggono. Figuriamoci chi non viene
nemmeno dallo stesso ruolo!!!
Cosa succede nel mondo IT
Vengo brevemente al mondo che forse conosco
meglio, quello dell’Information Technology. Nel pri-
mo articolo che scrissi su questa testata rilevavo il
fatto che per molti anni - se non decenni - le facoltà
tecnologiche sfornavano di continuo giovani esperti
di linguaggi molto evoluti e assetati di lavorare in
contesti altrettanto evoluti, ad esempio nel settore
dell’intelligenza artificiale. Fuori ad attenderli c’era
però un mondo che sviluppava applicazioni gestio-
nali custom e usava unicamente il Cobol nel mon-
do mainframe. Il classico e penso ancora famoso
Cobol/Cics/DL1. Una distanza abissale.
Anche oggi mi sembra di cogliere molti disallinea-
menti che non riesco ad ascrivere se non
a mancanza di informazione. Sono ormai
anni che tutti i convegni e le riviste di settore
parlano solo di digitale, di cloud, di mobile, di
multicanalità. Questa volta a ragione, queste
competenze sono davvero richie-
ste, ma guarda caso i giovani
realmente preparati in questi
ambiti sono pochi.
La competenza SAP è sempre
stato una garanzia dal pun-
to di vista occupazionale. Ma
come si sa esistono moltissimi
moduli SAP.
Già dieci anni fa tra i più richie-
sti erano quello che riguarda le
utilities (allora SAP ISU) e quelli che riguar-
dano i progetti HR. Oggi come allora gli esperti di
questi moduli sono ricercatissimi e sempre molto
rari, sembra quasi che siano rimasti sempre gli stessi,
tanto che spesso occorre formarli da zero perché la
maggioranza ha esperienze diverse. L’informazio-
ne non deve essere circolata molto bene in questi
anni. Non se questo disallineamento esiste anche
negli altri paesi.
Serve una informazione migliore
Qualche giorno fa alla radio sentivo un partner Mc
Kinsey che ho avuto modo di conoscere e stimare
molti anni orsono. Mi sembra di aver capito si occupi
di un progetto a livello governativo riguardante il
lavoro. Ho potuto ascoltare solo poche battute, ma
il tema, indipendentemente dal livello di professio-
nalità di cui si parlava, dall’operaio specializzato in
su, era proprio quello della necessità di informazio-
ne. Un’informazione realistica, magari legata anche
allo specifico territorio di appartenenza, ma attuale
e concreta. Nel mondo dello sport questo disalli-
neamento sarebbe impensabile, sarebbe come se
i giovani di Cantù si preparassero
prevalentemente per la pallanuo-
to e quelli di Recco per il basket
marzo 2014
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