Questo sistema di comunicazione trova nuova linfa nella diffu-
sione di smartphone, navigatori e tutti quei dispositivi anche a
bordo dell’autoveicolo che oggi, e sempre più un domani, sono
in grado di sapere in tempo reale cosa sta accadendo in una
determinata tratta autostradale, in una zona urbana e così via.
L’utilità di questi strumenti sta soprattutto nella capacità di piani-
ficare rapidamente un percorso alternativo che eviti all’automo-
bilista di rimanere bloccato e di subire disagi.
Come già detto, oggi a Milano, Roma e nel Lazio abbiamo at-
tivato il servizio Luce Verde che grazie alla collaborazione tra
ACI, Polizia Stradale, Polizie Municipali e gestori dei servizi di
trasporto pubblico fornisce per conto delle Amministrazioni Co-
munali e Regionali notizie su viabilità, transitabilità nelle zone
di cantiere, condizioni meteo, eventi e situazioni puntualmente
aggiornate. I dati raccolti vengono elaborati da una sala ope-
rativa per produrre notiziari diffusi attraverso internet, radio e
TV. Inoltre Luce Verde è disponibile come app per i mondi iOS
e Android ed è quindi consultabile da smartphone e tablet in
versione audio, testuale e su mappa.
Questo è un servizio tutto a carico nostro, che per ACI ha rap-
presentato un investimento di circa 600.000 euro. Indipenden-
temente dal ritorno in termini di maggiori associati, riteniamo che
sia nostro dovere fare queste cose. Dobbiamo aiutare le per-
sone a vivere meglio il loro ruolo di automobilisti. Dobbiamo aiu-
tarle anche a non commettere errori e ad avere comportamenti
virtuosi nell’utilizzo delle cinture e nel trasporto per esempio dei
minori. Queste attività portano benefici a tutti, ma ci teniamo in
modo particolare che possano essere apprezzate dai giovani.
Come mai questa particolare attenzione per i giovani?
Al di là delle stragi del sabato sera che rappresentano sempre
degli episodi strazianti, i grandi numeri degli incidenti stradali ci
dicono che i giovani sono spesso i protagonisti nei sinistri, e ciò
dipende molto dal fatto che purtroppo i nostri ragazzi non sanno
guidare. Le auto possono fare cose che un giovane neopaten-
tato, o comunque con poca esperienza, non è in grado di fare.
Per diffondere i valori della guida responsabile e consapevole
ci siamo attivati da tempo, anche con proposte al mondo della
politica, che però fino a oggi sono rimaste per lo più sulla carta.
Basta evidenziare l’anomala differenza propedeutica della pa-
tente per l’auto rispetto a quella per la moto: il percorso di
rilascio del titolo di guida per motocicli, recentemente rivisto,
prevede diversi passaggi e anche se un ragazzo prende la sua
prima patente a 16 anni deve poi aspettare i 24 anni per guidare
le moto più potenti con una serie di abilitazioni. Per le auto,
invece, un neopatentato ha delle limitazioni solo nel primo anno
di guida, dopo il quale è libero di guidare anche la macchina
sportiva più potente e scattante. Questa è un’assurdità sulla
quale bisogna intervenire.
Cosa proponete in merito?
La nostra proposta è semplice: per accedere a motorizzazioni
più potenti serve un nuovo esame, magari integrato di un corso
di guida sicura. ACI ha investito 18 milioni di euro per realizzare
a Vallelunga, alle porte di Roma, il Centro Guida Sicura più bello
d’Italia e uno dei più moderni in Europa. L’età media dei corsisti
è ben al di sopra i 40 anni, quando dovrebbe essere invece tra
i 20 e i 23 anni.
Noi ai ragazzi dobbiamo dare una mano. Prima era diverso:
quando penso alla mia patente o anche a quelle di altre ge-
nerazioni, ricordo quanto ciascuno di noi sia stato abbastanza
autodidatta nel perfezionare le capacità al volante. Ma all’epoca
c’erano delle situazioni talmente diverse per cui agli errori si tro-
vava più facilmente rimedio. C’era meno traffico e le auto anda-
vano più piano di quelle moderne, che è vero sono più sicure ma
anche più performanti e scattanti.
In questa opera di educazione, quale ruolo può avere la
tecnologia?
Abbiamo costituito un network di autoscuole con il marchio ACI
‘Ready2Go’, che grazie a un simulatore in ogni corso rende i
giovani più consapevoli delle difficoltà reali nella guida. Con il si-
mulatore vengono rappresentati tutti i pericoli che normalmente
si possono verificare sulle nostre strade e ogni comportamento
scorretto viene evidenziato dallo scalare dei punti-patente du-
rante l’esperienza di guida virtuale.
Che ACI troveremo tra tre anni?
Sto lavorando per rendere ACI più forte ed efficiente, con strut-
ture che lavorino sempre più in sintonia e in stretta sinergia.
L’Automobile Club d’Italia deve essere percepito dai soci - ma
anche dai non soci - come il custode di una tradizione motori-
stica per noi sacra, con un immagine di modernità e efficienza
che già ci contraddistingue. Abbiamo un brand forte, e questo
ci viene riconosciuto. Siamo gente seria e quindi dobbiamo rap-
presentare sempre più un polo di eccellenza… Questa è la mia
sfida.
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