PROFILI
nostra società in termini di crescita e va ad aggiungersi alla no-
stra discreta bravura nel guadagnarci nuove quote di mercato e
nuovi clienti, a cominciare da Banca di Puglia che abbiamo ac-
quisito nel 2010, per proseguire con altre aziende del paraban-
cario alle quali forniamo servizi verticali. In un contesto di mercato
blando si aprono opportunità nuove per società come la nostra
che aiutano i clienti a ridurre i costi interni di alcune attività che
prima venivano svolte all’interno o da un fornitore specializzato.
Cosa pensa delle difficoltà che ha vissuto e vive tuttora
il mercato bancario? E quali sono secondo lei le leve su
cui agire per tornare a far crescere i risultati business?
SEC Servizi mette in pratica quel che riceve come sollecitazione
dai propri clienti, e in questo io intravedo alcune direttrici. Intanto
non considero una novità se tutti cercano il saving e se anche noi
stessi non possiamo prescindere da questo obiettivo. Svilup-
pando da almeno cinque anni un benchmark interno e confron-
tandoci con i competitor sui costi, di conseguenza sul pricing e
sui listini, notiamo che il percorso di efficientamento che SEC
Servizi è stata in grado di compiere ha portato a un abbassa-
mento dei prezzi di listino di circa il quaranta per cento. Questo
grazie alla lungimiranza di investimenti effettuati nel tempo e
anche grazie ad alcuni asset importanti che ci consentono di svi-
luppare numerosi progetti a costi contenuti. Uno di questi è una
componente tecnologica proprietaria di SEC Servizi, l’architet-
tura JMC (vedi box) che utilizziamo per lo sviluppo di applicazioni
SOA e non solo.
Riduzione dei costi a parte, quali sono le altre leve
dell’outsourcing?
Ne vedo almeno altre due: una è la realizzazione di nuovi pro-
dotti e la promozione di nuovi servizi che offrono valore aggiunto
ai clienti finali, l’altra è la capacità di governare la qualità del cre-
dito grazie ai nostri sistemi informativi. Se tutte le banche nostre
clienti hanno aumentato i propri impieghi, sia alle famiglie sia alle
imprese, è perché sono state supportate da modelli organizza-
tivi e strumenti che hanno consentito loro di monitorare il credito
e garantirne la qualità.
Qual è la posizione di SEC Servizi rispetto al cloud computing?
Forse sto per dire una cosa sorprendente, ma il cloud per noi
non è una novità. Ho l’impressione che stia succedendo quel
che abbiamo già visto quando si parlava di SOA, cioè che molti
facevano SOA senza esserne consapevoli e non per questo
meno bene. SEC Servizi ha il cloud nel dna perché in qualità di
system integrator è abituata a proporre questo modello nei ser-
vizi, non solo nei sistemi come avviene oggi. Essendo noi
un’azienda alla quale i clienti si affidano per trovare soluzioni ai
loro problemi, è logico che non ci è possibile sviluppare o instal-
lare tutto in house e che da sempre ricorriamo alla logica del
cloud per mettere insieme servizi e soluzioni indipendentemente
dal modello di delivery. Premesso questo, SEC Servizi ha la mas-
sima apertura verso il cloud perché sa che questa sarà una delle
strade che permetteranno alle pmi di non dover affrontare da
sole la complessità di sfide importanti.
Mobile, social network e consumerizzazione: che impatto
avranno secondo lei nel tessuto bancario italiano?
Fondamentale io credo. Tutte avranno un impatto fortissimo e
anzi lo stanno già avendo, modificando il modo di fare banca.
L’impatto di queste novità sarà fortissimo sia per gli operatori sia
per i clienti del settore bancario. Chiaramente ci sono aspetti pro-
blematici, come quelli legati alla sicurezza per esempio, ma è in-
dubbio che ci saranno grandissimi benefici se le tecnologie
verranno organizzate per tempo e se le imprese eviteranno di
dover rincorrere l’innovazione.
Business e IT iniziano a comprendersi finalmente oppure
continuano a essere due mondi separati?
La conseguenza di quello che ho appena detto è che il linguag-
gio della funzione IT dovrà assomigliare sempre di più a quello del
business, per almeno due motivi: il primo è che la consumeriz-
zazione ha favorito la comprensione degli aspetti tecnologico-
informatici; il secondo è che i manager IT hanno compreso che
la loro funzione può dare più valore aggiunto se passa da un
ruolo di mera esecuzione delle richieste a un ruolo di supporto e
affiancamento. Oggi tra uomini IT e del business è più facile ca-
pirsi rispetto a qualche anno fa perché la cultura dell’integrazione
tra i due mondi è molto maggiore.
Qual è la posizione di SEC Servizi in merito alla responsa-
bilità sociale (legge 231) e al tema della ecosostenibilità?
Per quanto riguarda la Corporate Social Responsibility, nell’ul-
timo board ho avuto il piacere di fare approvare per la nona volta
il bilancio sociale. Da nove anni SEC Servizi si è infatti dotata di
un codice etico di responsabilità e sviluppa il proprio bilancio so-
ciale. È stato anche istituito un organismo di vigilanza interno che
dedica grande attenzione ai temi della ecosostenibilità perché
siamo davvero convinti che l’attenzione all’ambiente possa dare
valore aggiunto al nostro modo di lavorare. Siamo anche consa-
pevoli che nelle nostre piccole azioni quotidiane possiamo fare
molto sia per azienda sia per collettività. In queasto senso SEC
Servizi ha investito in modo significativo in un impianto fotovol-
taico per la produzione di energia, una cosa che si è rivelata
meno facile di quel che pensavamo ma che abbiamo portato
avanti con determinazione. Da noi anche i bicchieri del caffè sono
riciclabili, come lo è la poca carta che usiamo. Cose piccole ma
importanti, che forse non comunichiamo a sufficienza…
luglio-agosto 2011
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