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marzo 2013
do tempi e costi rispetto a quando si compivano le
stesse operazioni in modo tradizionale con la forza
vendita sul campo”.
Il discorso Big Data ha però in certi casi alcuni ele-
menti in comune con la business analytics tradi-
zionale, permanendo comunque un collegamento
tra il backend dell’azienda, l’area di produzione e il
mercato, andando ad analizzare una grande quan-
tità di dati per arrivare a prendere decisioni rapida-
mente e nel modo più e‰cace possibile. “Un caso
di analisi in tempo reale su dati grandi e complessi
è quello del produttore di energia elettrica Edipo-
wer”, aggiunge Venturelli. In sostanza quando riceve
gli ordini di produzione la utility può decidere se e
come produrre l’energia elettrica, inviando l’ordine
sulle centrali nell’arco di pochissimi minuti: “Il tutto
incrociando prezzi delle materie prime, condizione
di e‰cienza degli impianti e piani di produzione
delle varie centrali”.
Dall’analisi semantica ad Hadoop,
tutto anche in Windows Azure
Tornando alla piattaforma Microsoft denominata
Cloud OS essa va a inserirsi in un trend che vede
la possibilità di mettere insieme più strumenti e ri-
sorse presenti sia all’interno che sulla ‘nuvola’. “La
nostra tecnologia di base è SQL Server, in grado di
connettersi ai più comuni social network (Facebo-
ok, Twitter, LinkedIn) adottando inoltre un modello
semantico di business intelligence trasparente ri-
spetto al tipo di dato disponibile - chiarisce Ven-
turelli. Quindi per poter lavorare anche su queste
informazioni non è necessario imparare da zero un
nuovo toolkit, ma è possibile servirsi del BI Semantic
Model che indirizza sia dati strutturati tradizionali
che dati non strutturati”.
Microsoft ha inoltre integrato nelle sue soluzioni,
compresa la piattaforma Windows Azure, il fra-
mework Hadoop. L’idea è quindi quella di permet-
tere anche alle realtà prive di una infrastruttura
su‰cientemente potente – comprese start-up che
vogliono fornire a loro volta servizi di marketing - di
eˆettuare le relative analisi sui dati non strutturati
riportando poi i risultati all’interno e incrociandoli
con quelli strutturati. “Il Big Data non è per nulla un
mondo a parte bensì completa i dati già presenti
on premise”, spiega Venturelli.
Lo sforzo che in sostanza ha voluto fare Microsoft
è stato quello di fornire, già preconfezionata, la ca-
pacità di collegare i sistemi di analisi ai social net-
work, mettere a disposizione algoritmi di analisi dei
Big Data sia on premise che sul cloud, e consentire
una navigazione dinamica dei dati con correlazioni
in tempo reale. In particolare lo strumento Power-
View – accessibile attraverso SharePoint così come
Excel – fornisce una serie di funzionalità che hanno
l’obiettivo di fornire una ‘animazione’ del dato e una
sua strutturazione, comprese le relative correlazio-
ni, che sia la più flessibile possibile.
Progetti non vincolati all’acquisto
di tecnologia
In uno scenario dove ovviamente non è la sola a
proporsi sul mercato Microsoft ha deciso di adottare
una strategia Big Data che non imponga l’installa-
zione di una appliance presso il cliente. “L’idea è di
non vincolare i progetti all’acquisto di tecnologia
con ingenti investimenti, oˆrendo la possibilità di
intervenire in primo luogo sull’infrastruttura tradi-
zionale già presente in casa del cliente. Inoltre, per
i progetti con importanti risvolti Big Data, esiste
sempre la possibilità di utilizzare Windows Azure
per le elaborazioni più impegnative pagando solo
per il tempo della computazione e migrando poi on
premise i dati per elaborarli su SQL Server insieme
a quelli già presenti in-house”.
L’oˆerta per chi ne avesse la necessità include in
ogni caso anche appliance sviluppate in collabo-
razione con produttori terzi: “Questo per chi vuole
prestazioni oltre 20 volte superiori a quelle otteni-
bili con la migliore infrastruttura tradizionale. Inol-
tre forniamo anche Parallel Data Warehouse, una
soluzione che permette di compiere elaborazioni a
velocità altissime. In generale non fissiamo quindi
nessun gradino minimo di prezzo per una deter-
minata prestazione, ma cerchiamo di mettere a di-
sposizione un ventaglio di possibilità tra i più ampi
sul mercato e con costi di acquisizione e gestione
che rimangano bassi”. Il tutto a‰ancando ai pro-
dotti servizi di supporto e consulenza sui progetti
(diretta o tramite partner).
“Il nostro è un modello che sostanzialmente fa quindi
quattro cose: trasformare il data center in un’ottica
ibrida, pensare ad applicazioni moderne in grado
di interfacciarsi con gli strumenti social, elaborare
ogni tipo di dato e realizzare il nuovo stile di lavo-
ro mobile e multidispositivo che mette la persona
al centro. Il tutto con una governance di device e
risorse anche su tecnologie non nostre come An-
droid e iOS e avendo come quattro fondamenti
della infrastruttura Cloud OS: Windows Server, SQL
Server , Windows Azure e System Center”.
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