integrata dei documenti, fino a produttori molto
verticali, che si occupano di applicazioni specifiche,
come quella, importante e ricca di prospettive, della
firma digitale.
Le criticità
Quali sono i nodi critici? Il primo punto che occorre
mettere in luce è che il document management ri-
chiede uno sforzo di integrazione organizzativa e
tecnologica molto spinta. Il vantaggio straordinario
della tecnologia è infatti quello di poter inserire nei
sistemi informativi organizzativi una serie di dati e in-
formazioni poco o nulla strutturati, che finora si
perdono o che rimangono patrimonio dei singoli
membri dell’organizzazione:
dalle mail ai report, dalle lettere
cartacee ai dati destrutturati. È
possibile cioè inserire in modo
sistematico tutto quello che ri-
guarda i contenuti, anche
quelli, sempre più importanti,
prodotti dai clienti, elemento
che finora sfuggiva in gran
parte ai sistemi informativi.
Questo però comporta da un
lato la necessità di un ridise-
gno organizzativo che deve individuare i responsa-
bili di questi contenuti, ma anche chi ha diritto ad ac-
cedervi, in quali fasi decisionali essi sono utilizzabili,
come possono essere resi pubblici.
Dall’altro è necessario interfacciare questi contenuti
con i sistemi informatici gestionali, in particolare con
i sistemi ERP che gestiscono
i dati strutturati organizza-
tivi. Siamo di fronte al clas-
sico e mai definitivamente ri-
solto problema dei sistemi
informativi: ogni innova-
zione tecnologica richiede
un’innovazione nell’organiz-
zazione, questa può registrare importanti migliora-
menti, oppure entrare in crisi.
Si pensi, e qui passiamo al secondo dei nodi critici,
alla possibilità di modificare il documento elettro-
nico, che nella sua immaterialità vede una straordi-
naria opportunità, ma anche una potenziale minac-
Ogni innovazione
tecnologica richiede
un’innovazione
nell’organizzazione;
questa può registrare
importanti miglioramenti,
oppure entrare in crisi
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