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gennaio-febbraio 2018

i

ntelligence

a

utomation

Sulle piattaforme social e web più svariate troviamo sem-

pre più spesso degli assistenti virtuali capaci di rispondere

- in maniera più o meno esaustiva e congruente - ai nostri

quesiti. Il compito di mediare tra il linguaggio umano, ricco

di sfumature e in continua evoluzione, e la capacità di com-

prensione di una macchina, che necessita di regole precise,

spetta alla linguistica computazionale, una disciplina con una

lunga storia che oggi sta registrando una forte accelerazione.

Per promuovere e diffondere la riflessione teorica e spe-

rimentarle su questa tematica, la collaborazione scientifica

e lo sviluppo di applicazioni pratiche nel settembre del

2015 è nata l’Associazione Italiana di Linguistica Compu-

tazionale

(www.ai-lc.it

) che riunisce, in un valido esempio

di collaborazione tra pubblico e privato, gruppi di ricerca

italiani e internazionali ed esponenti del mondo industriale

e imprenditoriale.

Il presidente dell’Associazione,

Bernardo Magnini

, segue

da molti anni questi temi, anche grazie al suo impegno

presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento (www.fbk.

eu/it) che ha deciso di dedicare il 2018 proprio all’intel-

ligenza artificiale, organizzando diverse iniziative intorno

a questo tema.

Abbiamo quindi voluto fare il punto con lui sull’evoluzione

che sta vivendo questa disciplina e sulle prospettive che si

aprono in molti campi, incluso quello del customer care.

C

OMPRENDERE

IL

LINGUAGGIO

PER

CAPIRE

I

CLIENTI

L’Associazione Italiana di Linguistica Computazionale è in prima linea per

promuovere e diffondere la riflessione teorica e sperimentarle su questa

tematica, alla base delle tecnologie più innovative.

Raffaela Citterio

Quali sono i principali settori in cui la linguistica

computazionale trova applicazione?

La traduzione automatica è certamente un settore trai-

nante, ma oggi il campo d’applicazione è molto più vasto,

basti pensare a strumenti come Siri o Cortana, presenti

su un numero crescente di dispositivi mobili, in grado

di interpretare comandi e rispondere alle domande, al

mondo della domotica, della robotica, della sanità, a quello

finanziario e, naturalmente, a quello del customer care,

dove il primo livello di contatto tra un’azienda e i propri

clienti è sempre più spesso automatizzato. Oggi, poi, non

si tratta solo di rendere disponibili soluzioni in grado di

ottimizzare l’interazione uomo-macchina ma anche di

comprenderla, estrapolando un reale valore dal dialogo.

Non dimentichiamo poi tutto il mondo del web semantico,

un altro settore in cui è necessario analizzare una mole di

contenuti in crescita esponenziale, assegnando metadati

che li rendano comprensibili a una macchina. L’esempio

più eclatante è quello di Google, che continua ad affina-

re sempre più il proprio motore di ricerca e oggi riesce

a correlare informazioni sempre più vaste e complesse,

proprio grazie alla linguistica computazionale.

A che punto è la ricerca italiana in questo campo?

Come abbiamo visto la linguistica computazionale è un set-

tore dell’intelligenza artificiale centrale in molti comparti, e

questo sta favorendo un aumento della richiesta di tecnolo-

gie correlate, anche in Italia. Molte aziende stanno puntando

su questo settore, cercando di ritagliarsi un proprio spazio,

magari focalizzandosi su particolari nicchie di mercato, a co-

minciare dalla lingua italiana. C’è infatti un mercato domestico

alla ricerca di soluzioni localizzate, e anche una forte spinta da

parte dell’Unione Europea, tesa a realizzare un ‘Digital Single

Market’. Di fatto la Commissione Europea sta investendo in

maniera significativa sulle lingue dei Paesi membri per fornire

un supporto al loro sviluppo internazionale, e questo im-

patta anche gli sviluppi legati alla linguistica computazionale.

Insomma, se fino a 10 anni fa questo settore era appannag-

gio di pochi, grandi centri di ricerca, negli ultimi anni anche

alcune aziende hanno cominciato a sviluppare tecnologia di

alto livello e a proporla con successo sul mercato.

Bernardo Magnini,

presidente

dell’Associazione

Italiana di Linguistica

Computazionale