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office automation
luglio-agosto 2012
ressa un po’ tutti, dalla PA, anche
in ottica open data, al mondo in-
dustriale e finanziario.
Giuseppe Borgonovo, Adobe
La nostra esperienza in ambito Di-
gital Marketing conferma quanto è
emerso sinora. Siamo partiti foca-
lizzandoci sull’online, ma ora sta
emergendo l’esigenza di integrare
le modalità tradizionali di fare bu-
siness con il mondo web, in un’ot-
tica multicanale. In Italia siamo
agli inizi, ma a livello internazio-
nale le esperienze non mancano.
Nei progetti Big Data, quindi,
l’obiettivo è quello di aggregare le
diverse informazioni che proven-
gono dai motori di ricerca, dalla
pubblicità online, dal tele marke-
ting, dal CRM ecc. correlandole
tra loro, per avere una vista glo-
bale. Nei progetti che abbiamo se-
guito per alcune banche, in Italia
UniCredit, la sfida è quella di ca-
pire qual è l’esito di una campagna
che parte dal web e si realizza in fi-
liale: misurare l’efficacia delle ini-
ziative web, infatti, sta diventando
sempre più strategico.
Guido Gerrieri, Reply
– Ci sono,
oggi, clienti pronti a ragionare al di
fuori degli schemi consueti? Non è
ancora emerso un tema centrale: il
gap tecnologico. Bisogna partire
dalla tecnologia, perché i Big Data
cambiano lo scenario in maniera
significativa. Supportare i Big Data,
intesi come nuovi oggetti, significa
procedere con interventi consi-
stenti di riscrittura del software.
Anche gli skill richiesti cambiano,
servono data analyst con una for-
mazione matematica, più che in-
gegneristica o informatica, molto
difficile da reperire. Oltre all’area
computazionale, un’altra area di
attenzione è l’analisi del mondo
social, ma in Italia e in Europa c’è
un problema: come si può fare il
feed dei dati dagli ambienti social
quando i dati che riguardano
un’azienda non appaiono sulle pa-
gine di questa? Senza contare che
la normativa europea in materia è
molto stringente.
Fabio Todaro, SAP
– Se i Big Data
non vengono inseriti in una logica
di real time, perdono valore. In
questo momento c’è bisogno di
fare molto ‘enablement’, spiegando
ai clienti le reali possibilità di bu-
siness che aprono le nuove tecno-
logie a supporto dei Big Data, che
permettono di fare cose semplice-
mente impensabili fino a ieri,
come per esempio fare streaming
di dati che arrivano dagli Scada
(supervisory control and data ac-
quisition). Stiamo riscontrando in-
teresse da parte di diversi settori,
dal transportation al retail, dalle
utility al fashion e alle telco e,
con alcuni clienti, siamo già
in produzione. Per consen-
tire alla tecnologia di espri-
mere tutte le sue potenzialità
dobbiamo però cambiare il
modo di pensare, prima di
noi stessi, e poi dei nostri
clienti.
Stefano Maio, QlikView
Amo ripetere che noi non ci
occupiamo di Big Data, perché il
tema di fondo è un altro: come
fornire strumenti che consentano
di prendere la decisione giusta ba-
sandosi sui dati reali, pochi o tanti
che siano, in tempi rapidi. È evi-
dente che, in un mondo in cui i
dati generati raddoppiano ogni 14
mesi, i temi sul tappeto sono sem-
pre di più, e non riguardano solo
quello dei dati rilevanti. Per questo
il nostro compito è quello di capire
innanzitutto le esigenze specifiche
di ogni cliente, come accadde 19
anni fa quando QlikView nacque
per dare una risposta concreta alle
necessità del nostro primo cliente,
Tetrapack.
Oggi può capitare di sentirsi chie-
dere un’offerta per 20 TB di Big
Data, come se avessero un peso
specifico diverso dai dati normali,
mentre la sfida reale è la capacità
di analisi.
Antonio Gentile, Fujitsu Techno-
logy Solutions
– Oggi dobbiamo
essere prima di tutto consulenti,
per dare risposte concrete ai biso-
gni dei clienti. Questo vale anche
per i Big Data, intesi come una in-
frastruttura coerente in grado di
supportare la business intelligence
real time indispensabile alle
aziende per essere sempre più ef-
ficienti e competitive, soprattutto
in un periodo di crisi come
l’attuale. Si tratta in pratica di
far dialogare tra loro archi-
tetture completamente di-
verse rendendo disponibili dati
eterogenei non solo sui classici pc
e notebook ma anche su smar-
tphone e tablet, sino ad arrivare
agli schermi da 50 pollici: l’infor-
mazione deve essere riadattata e
riadattabile automaticamente a se-
conda del device di destinazione e
alla modalità di accesso. Per
quanto riguarda i mercati più ri-
cettivi, citerei il retail e le utility.
Tavola rotonda - Big Data
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