luglio-agosto 2012
office automation
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interessa tutti. Per questo non ci
stiamo posizionando su un settore
specifico, ma stiamo cercando di
capire quali siano, in Italia, i mer-
cati più ricettivi. Notiamo inte-
resse da parte del mondo dei tra-
sporti, dove stiamo portando
l’expertise maturata con US Ex-
press, e dei media, dove c’è l’esi-
genza di analizzare dati che hanno
nuovi formati, non strutturabili
con tabelle fatte di righe e colonne,
mentre la business intelligence si
fa ancora utilizzando righe e co-
lonne. L’obiettivo è quello di alli-
neare la business intelligence a
questo nuovo scenario, ricono-
scendo all’interno dei Big Data
quelli realmente rilevanti.
Jean-Pierre Giannetti, Micro-
Strategy
– Vedo due trend irre-
versibili: l’accesso universale alle
piattaforme mobile e l’utilizzo per-
vasivo dei social network, basti
pensare a Facebook, che ha ormai
quasi un miliardo di utenti. Per
quanto riguarda i Big Data, no-
tiamo grande fermento nel retail,
non solo tra gli operatori tradizio-
nali ma, per esempio, nel fashion
e nel CPG (consumer packaged
goods) dove si sperimentano ap-
plicazioni molto evolute. Si co-
minciano a vedere progetti di bu-
siness intelligence in store con
informazioni e offerte che vengono
inviate direttamente sui device
mobili dei clienti, sino ad arrivare
a sistemi di fidelizzazione su mo-
bile. Per essere fruiti in mobilità, i
prodotti diventano software: la
musica è già diventata software, i
libri e i giornali lo stanno diven-
tando, i sistemi di pagamento lo
diventeranno.
Pietro Ferraro, SAS
– Evidenzierei
due approcci: i CIO si focalizzano
in genere su velocità e volume, per
rispondere alle esigenze di busi-
ness in modo sempre più efficace;
per il management, invece, il va-
lore principale è la varietà, ovvero
il valore che deriva dai dati esterni.
Nel primo caso si utilizzano se-
mantiche specializzate per estrarre
informazioni dai dati che possano
descrivere attributi o elaborare in-
dicatori dai documenti interni. Sul
web, invece, si sta andando oltre la
sentiment analysis generica per
analizzare temi più specifici come
la sensibilità verso l’ecosostenibi-
lità. Un ambito applicativo inte-
ressante è legato ai rischi, dove si
punta ad aumentare gli indicatori
dei modelli predittivi. Per quanto
riguarda i mercati, infine, vorrei
citare la PA, che deve consolidare
grandi moli di dati, per esempio ai
fini di una migliore analisi fiscale.
Vincenzo Guarino, Oracle
– L’in-
teresse verso i Big Data c’è, non
tanto nell’ottica di accumulare
sempre più informazioni, che alla
lunga possono diventare difficili
da gestire, ma in quella di dare
più valore ai dati che le aziende,
anche quelle di medie dimensioni,
hanno scoperto da poco di avere a
disposizione, sfruttando possibil-
mente gli investimenti effettuati
nel corso degli anni. Nell’attuale
contesto macroeconomico, in cui
permane una logica di riduzione
delle spese IT, non è facile, infatti,
uscire da questa logica. Ai vendor,
quindi, viene chiesto innanzitutto
un supporto per capire quali siano
gli indicatori automatici che pos-
sono essere raccolti per migliorare
ciò che si ha. Un tema che inte-