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office automation
luglio-agosto 2012
Luca Venturelli, Microsoft
– L’at-
tenzione principale (80%) viene
dalle grandi organizzazioni (telco,
finance) che vogliono valorizzare
gli investimenti effettuati per otte-
nere una semantica di quanto av-
viene nel mondo digitale rispetto
ai propri prodotti e servizi. C’è poi
una seconda area (20% circa) in
cui la raccolta di dati sul ‘campo’
può arricchire le analisi che si
compiono sulle attività operative,
per esempio nelle aree della pro-
duzione e delle vendite, per esplo-
rare nuove possibilità, come nel-
l’ambito
delle
tecnologie
machine-to-machine. Una terza
area d’interesse, infine, riguarda
start up che vogliono fornire ser-
vizi di sales e marketing sofisticati
che, potendo realizzare progetti in
stile Big Data nel cloud, hanno
l’opportunità di avviare l’attività
senza bisogno di ingenti investi-
menti di capitale.
Marco Bellinzona, Ecos, Deda-
group
– È vero. Le banche sono
interessate ad analizzare volumi di
dati molto più massivi rispetto a
un tempo, focalizzandosi a volte
su tematiche specifiche come la
fraud detection. Oltre a quelli già
citati, aggiungerei il comparto dei
media, dove è forte l’esigenza di ar-
ricchire le base dati tradizionali
con informazioni che provengono
dagli ambienti social. Aggiungerei
anche il retail, dove da ogni sin-
golo scontrino si possono racco-
gliere una serie di informazioni e
svolgere attività di analisi estre-
mamente sofisticate. Le tecnolo-
gie di nuova generazione, di fatto,
consentono di analizzare dati con
informazioni sintetiche prove-
nienti da log transazionali di si-
stemi che processano su basi tem-
porali ristrette centinaia di milioni,
se non addirittura miliardi di in-
formazioni.
Giancarlo Sassi, IBM
– I Big Data
nascono dai nostri comporta-
menti: tutti produciamo ogni
giorno un numero crescente di
dati, per cui si stanno sviluppando
logiche e strategie che prima sem-
plicemente non esistevano. Le ti-
pologie di applicazione sono mol-
teplici, in particolare tutte le
attività che IBM cataloga come
smart. Vediamo diversi progetti
che spaziano dalla sentiment ana-
lysis alla raccolta massiccia di dati
che arrivano da una rete di sensori
per capire, per esempio, la qualità
della rete nel mondo delle telco,
sino ad arrivare alla raccolta di dati
con camere iperspettrali per le
analisi territoriali. Quasi tutti, co-
munque, oggi operano in modalità
‘discovery’, ovvero cercano di ca-
pire come riutilizzare le esperienze
passate in termini di infrastrutture
e skill. Per quanto riguarda i mer-
In quali tipologie di aziende italiane
e in quali ambiti applicativi si muove
oggi l’interesse verso i Big Data?
cati, aggiungerei il mondo del-
l’energia, del fashion e della sa-
nità.
Roberto Sortino, EMC
– Due aree
significative in cui siamo coinvolti
sono quelle dei contenuti multi-
mediali, in particolare film 3D, e la
ricerca genomica, dove i grandi
‘sequencer’ richiedono sistemi in
grado non solo di memorizzare
enormi moli di dati, ma anche di
gestirli molto velocemente. Il tema
della fruizione del dato, infatti, è
cruciale. Oggi il mercato chiede di
poter fruire in tempi rapidi dei
servizi ‘portati’ dalle applicazioni:
tempi lunghi per ottenere il risul-
tato di un’analisi non sono più am-
messi, mentre cresce la consape-
volezza del valore dei dati presenti
in azienda. Il concetto di ‘closed
loop’ intorno alla fruizione dei
dati, insomma, sta crescendo mol-
tissimo e non solo presso le grandi
organizzazioni ma anche presso le
PMI, che infatti stanno chiedendo
di scalare verso il basso le solu-
zioni Big Data.
Fredi Agolli, Informatica
– Oltre
al volume bisogna tenere presente
altre due V - velocità e varietà – e
i nuovi paradigmi IT, dal cloud al
mobile: parlare di Big Data vuol
dire in realtà parlare di nuovi flussi
informativi, e quindi, di fatto, di
business intelligence, un tema che
Tavola rotonda - Big Data
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