Office Automation febbraio 2012 - page 47

febbraio 2012
office automation
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disegno implementativo e la realizzazione di solu-
zione cloud.
Come caso aziendale Alexander ha fornito alcuni si-
gnificativi dati nell’adozione di CCRA all’interno
della stessa IBM. Circa 109.000 dipendenti/utenti a
livello mondiale utilizzano Blue Insight, il più grande
cloud privato per svolgere attività di business analy-
tics, consentendo in cinque anni minori spese per 20
milioni di dollari.
Altra grande applicazione interna il web conferencing
in cloud tramite LotusLive Meetings con più di 200
milioni di minuti di utilizzo nel 2011. Oltre 1.500 di-
pendenti utilizzano il cloud per attività di marketing,
e più di 6.000 utilizzano in cloud Blueworks Live
con applicazioni per migliorare i processi di business.
L’adozione di soluzioni cloud porta, o può portare,
cambiamenti significativi anche a livello organizza-
tivo e dei processi come ha confermato
Stefano
Galoppini
, di EMC Italy, che ha preso a riferimento
il caso della propria realtà i cui sistemi informativi
hanno dovuto adeguarsi a una rapida crescita del bu-
siness e dell’intera organizzazione: dal 2004 al 2011
raddoppio degli utenti interni a circa 50.000, pre-
senza aumentata da 50 a più di 80 Paesi con 20 lin-
gue diverse, da 2.000 server fisici a più di 6.000 ser-
ver tutti virtualizzati.
Dopo le fasi di razionalizzazione ed efficientamento
dell’IT e quella focalizzata sulla qualità dei servizi e
sull’allineamento con il business, attualmente EMC
è impeganata nella terza fase caratterizzata dal-
l’orientamento all’ICT come servizio e all’agilità, con
una virtualizzazione di circa l’86% dei sistemi. I be-
nefici sono già significativi: a livello ICT, risparmi
pari a 12 milioni di dollari per l’energia e riduzione
degli spazi fisici, con inoltre un taglio di 74 milioni
di dollari per il non acquisto di dispositivi ICT.
Enrico Boverino
di CA Technologies ha presentato
il framework chiamato “Business Service Innova-
tion”. A fronte di una complessità crescente dell‘ICT
e del suo governo, i macro trend evidenziano i se-
guenti fenomeni: consumerizzazione dell’ICT, cicli
di produzione ridotti, necessità di comprimere i ci-
cli di sviluppo. Questo porta da un lato a nuove op-
portunità di mercato, dall’altro a fornire ed utilizzare
servizi su cloud “di cui fidarsi” e a industrializzare
i data center per agilità ed efficienza. Il passaggio al
cloud è inevitabile: il problema non è se, ma come.
Dal portafoglio applicativo attuale attivo in un tra-
dizionale data center occorre valutare come e
quando passarlo in cloud interno o pubblico, in
SaaS, PaaS e/o IaaS.
Architetture infrastrutturali e di rete
Antonio Baldassara
, CEO di Seeweb, ha detta-
gliato le differenze architetturali tra soluzioni “on
premise” e in cloud, sottolineando come sia possi-
bile con il cloud superare le limitazioni che spesso
scoraggiano l’adozione di architetture sofisticate e
moderne disponendo di budget limitati: soluzioni
IaaS e PaaS sono una grande opportunità in parti-
colare per le piccole e medie organizzazioni, e so-
prattutto in logiche di cloud pubblico. Per infra-
strutture cloud di grandi dimensioni Baldassara ha
approfondito il tema delle cloud appliance: quelle
di sicurezza (firewall, filtri applicativi, IPS/IDS, di-
spositivi UTM unified threat management), quelle
di rete (load balancer, reverse proxy, cache server,
concentratori di VPN, terminazioni WAN e Mpls),
quelli di storage, dai file server ai distributed object
storage.
Marco Zani
, CEO di neen, si è soffermato su cosa
significa in concreto “pensare cloud” attraverso l’ana-
lisi di alcuni casi di successo. Il primo caso riguarda
Don Natale, un’applicazione di Sky via Internet per
inviare auguri natalizi in filmato, personalizzati au-
tomaticamente sulle caratteristiche dell’augurante
tratte da Facebook. Tipica applicazione stagionale,
con un picco di utilizzo nella settimana prima di Na-
tale; per un totale di più di 606.000 auguri inviati.
Per far fronte a tali picchi, il cloud fornito da Neen
è dovuto scalare dalla configurazione ‘normale’ di 2
La figura dell’architetto ICT in Italia è presente lato domanda solo
nelle grandi organizzazioni, ed è invece un poco più diffusa lato
offerta.
Renato Gabriele Ucci
, componente del board e in rap-
presentanza di IASA Italia, dopo avere brevemente illustrato l’as-
sociazione (si veda
-
ter.asp) ha approfondito l’evoluzione che il ruolo di architetto ICT
sta subendo. Con le nuove tecnologie ICT, e in particolare con
l’orientamento ai servizi ICT e con il cloud, le tradizionali metodo-
logie per la progettazione e realizzazione di architetture ICT sono
ormai superate. Ucci ha enfatizzato che cosa non è un architetto
ICT: non è un super tecnico, non è un esperto di sviluppo software,
ma deve/dovrebbe essere una persona di business con cono-
scenze tecniche, esperto dei processi dell’organizzazione, attento
ai trend di mercato e tecnologici, in grado di svolgere la funzione
di stratega delle tecnologie ICT.
Il ruolo dell’architetto ICT
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