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C

on il nuovo anno sono partite anche in

Italia le sperimentazioni della tecnologia

5G sul territorio. Tenendo conto del solo

progetto sostenuto dal Ministero dello

sviluppo economico, sono cinque le città

coinvolte - l’area metropolitana di Milano,

Prato, L’Aquila, Bari e Matera – legate

all’assegnazione dei bandi con le relative iniziative sulle

quali cui potete trovare maggiori approfondimenti in questo

servizio, dove riportiamo le informazioni contenute nelle

rispettive presentazioni sottoposte al Mise. Andando più nel

dettaglio del 5G, con questo termine si intende la quinta

generazione delle tecnologie di telecomunicazione cellulare,

laddove la prima parte negli anni ‘80 del secolo scorso,

la seconda (2G) si fa risalire al 1991 con l’introduzione

dei primi messaggi testuali, la terza (3G) al 2001 con

l’abilitazione di una comunicazione dati e un accesso a

Internet veloce, e la quarta (4G) al 2010 con il supporto per

servizi di gaming e cloud (vedere grafico della Commissione

Europea). Ecco che oggi si sta avvicinando il momento del

5G che andrà ad abilitare un ulteriore gruppo di applicazioni

in più ambiti, e in modo più rapido ed efficiente – almeno

questo il traguardo prefissato – delle tecnologie esistenti che

caratterizzano l’offerta odierna.

“I primi dispositivi 5G usciranno sul mercato nel 2019,

mentre ci sarà il rilascio delle reti in Paesi selezionati. La

nostra previsione è che nel 2021, il 9% degli smartphone

venduti supporterà il 5G”, spiega Roberta Cozza, research

director di Gartner in un recente report. “In generale, il

5G rappresenterà un driver significativo dei servizi video

e di streaming, supporterà uplink più veloci e nuove

applicazioni di Intelligenza Artificiale”. Mentre quindi lo

scenario è ancora in divenire, lo scorso dicembre sono state

dichiarate completate le prime vere e proprie specifiche 5G

da parte dal 3GPP (Third Generation Partnership Project),

l’organizzazione che si occupa della supervisione degli

standard cellulari definendone il sistema complessivo. Per ora

si parla dello standard 5G NR, in versione non-standalone,

ma per la prima metà di quest’anno è poi previsto il rilascio

della versione standalone, tenendo sempre conto del supporto

per lo spettro radio a bassa frequenza (quindi 600MHz,

700MHz), media (3.5GHz) e alta (50GHz). In Italia è invece

stata fissata per il 30 aprile la scadenza entro la quale dovranno

essere stabilite dall’Agcom le procedure di gara per l’assegnazione

dei diritti d’uso delle frequenze 5G, con una base d’asta di 2,5

miliardi di euro inserita nella Finanziaria. Si parla in particolare

dei 60 MHz in banda 700 MHz; dei 200 MHz in quella 3.6-3.8

GHz e di 1 GHz in quella 26.5-27.5 GHz.

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innovazione.PA

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01-02/2018

| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO