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innovazione.PA

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01-02/2018

| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO

Caro Direttore di Innovazione.PA

visto il nuovo numero di Innovazione.PA e sollecitato dal tuo editoriale ‘programmatico’ nel quale

hai affermato che Innovazione.PA “…diventi occasione di confronto, di studio e di riflessione per

tutti i cittadini che abbiano a cuore la nostra Pubblica Amministrazione…” ho

deciso di prendere carta e penna per raccontarti brevemente una piccola storia

che vuole mettere in luce come le aspettative di un cittadino che crede nella PA

digitale, a oggi sono spesso ancora disattese e purtroppo frustrate da processi e

procedure che, anche con tutta la buona volontà, sono difficili da capire.

Nello scorso mese di marzo dopo un viaggio aereo in un Paese europeo la mia

vecchia carta d’identità, sì quel lenzuolo fatto a libretto, si è definitivamente

separata in due pezzi e quindi, come la legge prescrive, ha perso

immediatamente la sua validità.

Qualche giorno dopo mi sono quindi recato nell’ufficio distaccato

dell’anagrafe di Milano, il comune in cui vivo, presso la sede del Consiglio

di Zona che sta proprio dietro casa mia, e che di solito non è mai troppo

affollato.

La gentile impiegata del banco delle informazioni alla mia richiesta mi ha

subito risposto: “Il Comune di Milano rilascia ormai solo le nuove Carte

d’Identità elettroniche, il costo è di 22 euro e qualche centesimo (ora non

ricordo questo dettaglio, nda), ma per avere la nuova carta deve prendere un

appuntamento telefonando al numero verde del comune: 020202”.

Già è un po’ bizzarro il fatto che pur recandosi di persona a un ufficio anagrafe

per richiedere un documento, il cittadino si senta rispondere che deve tornare

sui suoi passi e fare una telefonata… Poco male, il tempo perso in fin dei conti

non è stato molto e quindi lunedì 3 aprile prendo in mano la cornetta…

“Pronto vorrei richiedere la nuova carta d’identità elettronica perché la mia non

è più valida…”

“Ha fatto bene a chiamare questo numero; ora le fisso l’appuntamento nel

quale lei dovrà portare la sua fotografia e quant’altro serve per fare la nuova

carta d’identità… Questo appuntamento è fissato per il giorno 23 maggio, e

una volta che la pratica sarà avviata con tutti i documenti riceverà la nuova

carta d’identità elettronica via posta entro cinque giorni…”.

“Scusi ma dal 3 aprile, oggi, al 23 maggio sono ben 50 giorni!!! Come mai

ci vuole così tanto? Non posso mica rimanere senza un documento così

importante per così tanto tempo?”.

“Lei sicuramente ha il passaporto e in caso estremo può usare quello…

Comunque non le so dire come mai. Mi dispiace”.

Affranto e sconfortato abbasso la cornetta e mi rassegno al dato di fatto che dovrò attendere ben 50

giorni, e che per questo periodo quando dovrò andare all’estero via aereo anche in un Paese Schengen

mi porterò dietro il passaporto. Per essere identificato rimanendo in Italia dopotutto mi posso

avvalere della mia tessera professionale… Ma mi chiedo: un cittadino che non è iscritto a un ordine

professionale, cosa mai potrà fare?...

Ma una cosa proprio non mi va giù… Da milanese, si sa che noi ci sentiamo sempre un po’ speciali…

Mi chiedo come è possibile che il comune di Milano ci metta 50 giorni per darti l’appuntamento per

permettere al cittadino di consegnare i documenti che servono per avere la carta, che fra l’altro non

Il caso della carta d’identità lumaca