
sono una cifra non alta, essendosi la SNA fatta carico di tutte le funzioni delle
Scuole soppresse con un bilancio non incrementato.
Oltre ai 14 milioni di Euro circa come trasferimento dello Stato il vostro
Bilancio previsionale prevede altri 12 milioni di Euro di avanzo presun-
to. Oltre 6 milioni vanno in spese per il personale, ma anche nelle spese
di formazione ci sono 2 milioni per retribuzioni dei docenti per attività
formativa. Di cosa si tratta?
I 12 milioni di Euro di avanzo presunto della gestione 2017, che va poi
certificato in sede di rendiconto, sono stati accumulati dalla Scuola in
oltre un decennio di annualità di bilancio, ottenuti senza pregiudicare
l’attività formativa, che è sempre stata offerta nella forma massima
possibile, pur nel quadro dei diversi e crescenti vincoli normativi. Va
sottolineato che parte dell’avanzo è comunque vincolato per far fronte
alle opere di adeguamento degli immobili, a partire da quello della ex
Scuola Superiore dell’Economia e Finanze.
Le spese di formazione servono a retribuire i docenti, che coprono più
di 8.000 ore di didattica solo per la formazione continua. A questo
si aggiungono tutta la parte della formazione iniziale e le spese per
il personale di supporto alla didattica (come ad esempio i tutor ecc.)
Molti studenti dell’ENA sono stranieri e dal 2004 l’ENA prevede che
tutti gli studenti comunitari possano accedere al concorso di ammis-
sione e diventare dirigenti della PA francese. La SNA ospita studenti
stranieri?
No, perché abbiamo un sistema diverso. La SNA, per legge, rivolge
le sue attività a dirigenti e funzionari delle Amministrazioni centrali.
La normativa italiana prevede che ai concorsi per livelli dirigenziali
possano accedere solo cittadini italiani.
La SNA peraltro svolge attività formative anche per funzionari e diplo-
matici provenienti da altri Paesi nel quadro di progetti di cooperazione
con l’OCSE e con il Ministero degli Affari Esteri.
Il percorso formativo dei dirigenti prevede periodi di “affiancamen-
to” e corsi specifici che permettano al dirigente che esce dalla scuola
di operare autonomamente nel futuro svolgimento delle sue funzioni?
Avete definito una tabella delle competenze che i dirigenti devono ave-
re usciti dalla scuola?
Il sistema pubblico italiano, a differenza di quello di altri Paesi, non
prevede un quadro unitario di competenze formalizzato. Dallo scorso
anno abbiamo avviato diverse attività di assessment delle competenze,
proprio per rispondere a questa esigenza.
Stiamo inoltre avviando un innovativo progetto di ricerca-intervento
sui temi dello sviluppo organizzativo nella PA con la finalità di map-
pare i ruoli e le competenze dei dirigenti di prima e seconda fascia
delle amministrazioni centrali dello Stato.
La ricerca ha la finalità di rispondere al doppio bisogno di sviluppo
delle risorse umane che le amministrazioni devono necessariamente
affrontare: a) come sostenere la crescita di chi è già nei ruoli; b) come
gestire i processi di reclutamento e selezione dei nuovi ingressi affin-
ché apportino le competenze di cui l’amministrazione ha bisogno.
Gli esiti della ricerca permetteranno alla Scuola di rendere ancora più coe-
rente la sua offerta formativa e il suo contributo al miglioramento della PA.
L’Europa e i fondi europei hanno ormai un ruolo determinante nell’e-
sercizio quotidiano delle attività di una amministrazione pubblica,
l’ENA ha trasferito in quest’ottica la propria sede a Strasburgo, come
la scuola risponde a queste esigenze?
Un’intera macro-area formativa della Scuola è dedicata a tematiche
di internazionalizzazione e rapporti con l’Unione Europea. Stiamo
parlando di più di 25 corsi dedicati che riguardano: le politiche eco-
nomiche europee; la cooperazione amministrativa in Europa; la poli-
tica di coesione e ricerca europea; la programmazione, progettazione
e gestione dei fondi europei; il controllo e la prevenzione delle frodi;
gli Aiuti di Stato.
A livello europeo è stata istituita la rete dei direttori delle scuole di
pubblica amministrazione DISPA e la rete europea della PA (EUPAN),
questo tipo di interazione è effettivamente proficua per il migliora-
mento degli standard qualitativi?
La SNA fa parte dell’International Association of Schools and Insti-
tutes of Administration (IASIA) e del network DISPA (Directors of
Institutes and Schools of Public Administration), e collabora anche
con EUPAM attraverso il Dipartimento della Funzione Pubblica. Ab-
biamo inoltre avviato una cooperazione con EGPA (European Group
for Public Administration) e a breve ospiteremo la sede italiana di
IIAS (International Institute of Administrative Sciences).
Consideriamo la nostra partecipazione a tali iniziative molto proficua,
non soltanto per valutare comparativamente le esperienze delle ammini-
strazioni pubbliche di altri Paesi e per comprendere lo stato del dibattito,
ma anche per vedere in chiave multidisciplinare come le diverse fenomeno-
logie che interessano la Pubblica Amministrazione sono trattate nei corsi di
formazione negli altri Paesi.
L’articolo 54 della
Costituzione resta il punto
fondamentale e come tale
va rispettato.
Non va poi trascurato
il necessario collegamento
con gli articoli 97
(sull’imparzialità e
il buon andamento
dell’amministrazione) e
98 (sull’esclusivo servizio
alla Nazione dei pubblici
funzionari)
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01-02/2018
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