
Stefano Battini
: come formo
e seleziono i dirigenti pubblici
Intervista al giurista chiamato lo scorso anno a monitorare e arricchire
la preparazione della burocrazia italiana
Lei è stato nominato Presidente della Scuola Nazionale dell’Ammini-
strazione con decreto del Presidente del Consiglio del febbraio 2017.
Cosa ha significato per lei questa nomina?
Per essere precisi, la mia nomina è stata fatta solo su proposta del Ministro
per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.
Per me è stato un grandissimo onore. Nella mia carriera mi sono occupato
dei temi dell’amministrazione e del suo personale da studioso; ora ho anche
l’opportunità di contribuire a migliorare il funzionamento dell’Ammini-
strazione dall’interno, lavorando su due aspetti, oggi davvero centrali, quali
il reclutamento e la formazione di funzionari e dirigenti.
La nomina del Presidente è definita dall’art. 7 del D.lgs.178/2009
quali sono gli elementi del suo cv che hanno giocato positivamente per
la sua nomina?
Questo bisognerebbe chiederlo a chi mi ha nominato. Suppongo però che la
mia esperienza di studioso di diritto amministrativo e, in particolare, dei pro-
blemi del personale pubblico e della dirigenza possa aver inciso sulla scelta.
Dal 2009 a oggi la Scuola ha subito una totale riorganizzazione che è
culminata con l’assorbimento nella SNA delle altre scuole della pub-
blica amministrazione (la Scuola superiore dell’economia e delle fi-
nanze, l’Istituto diplomatico «Mario Toscano», la Scuola superiore
dell’amministrazione dell’interno, il Centro di formazione della dife-
sa e la Scuola superiore di statistica e di analisi sociali ed economiche),
ritiene che questi provvedimenti abbiano posto le basi per un rafforza-
mento effettivo della scuola e della qualità del lavoro formativo?
La scelta politica di unificare le Scuole di formazione è basata su alcuni
presupposti condivisibili: la razionalizzazione del sistema, l’eliminazione di
ridondanze organizzative e di duplicazione delle attività, la riduzione della
spesa pubblica dedicata al settore, anche attraverso forme più moderne ed
efficienti di erogazione del servizio.
In effetti, l’attuale sistema sta consentendo di sviluppare un’utile interlo-
cuzione non solo con le amministrazioni che tradizionalmente rientravano
nell’ambito di attività prima della SSPA (Scuola Superiore della Pubblica
Amministrazione), poi della SNA, ma anche con le Amministrazioni delle
Scuole soppresse che sono confluite nella SNA; ciò consente proprio di
coniugare al meglio trasversalità e specificità, sviluppando virtuose sinergie
e potenzialità.
Peraltro, la qualità dell’interlocuzione con le amministrazioni destinatarie
della formazione erogata dalla SNA è un tema decisivo in tutti gli ambiti
di attività. A tal proposito abbiamo avviato, a ottobre 2017, il Club dei For-
matori, un network, coordinato dalla SNA, che riunisce i responsabili della
formazione di tutte le amministrazioni centrali (30 soggetti tra Ministeri,
agenzie, istituti e organi costituzionali) allo scopo di discutere i contenuti
del piano delle attività formative e di sviluppare modalità uniformi di rac-
colta e analisi dei fabbisogni formativi.
Ritiene che una sola Scuola sia in grado di garan-
tire la specificità formativa necessaria per le
diverse peculiarità che i dirigenti dello Sta-
to devono avere nello svolgimento delle
loro funzioni? Quanto avete “salvato”
dell’esperienza formativa delle scuo-
le che avete assorbito?
La formazione dei dirigenti e dei funzio-
nari pubblici ha anche l’obiettivo di svilup-
pare competenze e capacità professionali
che consentano di ricoprire diverse posizio-
ni in differenti amministrazioni (come ad
esempio sarebbe richiesto in una ipotesi di
ruolo unico dirigenziale). In questa prospet-
tiva, un unico centro responsabile della for-
mazione può meglio sviluppare programmi,
contenuti e metodologie in grado di co-
struire sia percorsi generalisti
sia percorsi “tailor
made”.
Speciale
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innovazione.PA
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01-02/2018
| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO