
ENA
Ecole Nationale d’Administration
Speciale
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innovazione.PA
|
01-02/2018
| ANNO XV GENNAIO - FEBBRAIO
L’ENA nasce nel 1945, quando la Republique era ancora sotto il governo provvisorio presieduto
dal Generale Charles De Gaulle. L’
obiettivo
era quello di far rinascere l’apparato amministrativo,
democratizzando il reclutamento degli alti funzionari di Stato, grazie all’istituzione di un concorso di
accesso alla funzione pubblica. L’Ena ha circa 200 dipendenti, di questi,
solo due sono professori di ruolo
.
Ogni anno, sulla base delle indicazioni ricevute dalle direzioni pedagogiche, vengono assunti un migliaio di
docenti temporanei.
L’accesso al corso
, della durata di 24 mesi,
è garantito a studenti francesi e stranieri,
attraverso un concorso di accesso
.
Agli studenti viene garantito uno stipendio pari a circa 1700 Euro al
mese
. Alla fine del corso in relazione alla graduatoria vengono proposte ai candidati posizioni di alta dirigenza
nell’Amministrazione.
Dalla scuola escono ogni anno un centinaio di nuovi dirigenti
. Molti i nomi noti che
hanno frequentato questa scuola a partire dall’attuale Presidente della Repubblica Emmanuel Macron.
In questo senso la trasformazione della SNA in Agenzia di
Formazione avrebbe garantito maggiore trasparenza nei conti.
Continua il professor Dente: ”il problema vero, fermo restando
che non spetta a me giudicare, poichè io il mio dovere l’ho già
fatto, è stabilire se si tratta di un’ università o di un’ agenzia di
formazione. Se si tratta di università, allora è necessario avere
docenti stabili che insegnano e fanno ricerca. Se invece si
tratta di un’ agenzia formativa, deve fare quello che il sistema
universitario non fa e non è suo compito
fare, come per esempio accompagnare
i processi di trasformazione delle
amministrazioni. Sotto la mia
direzione ad esempio, avevamo
istituito insieme all’ANAC (Autorità
Nazionale Anticorruzione), un corso
di accompagnamento alla definizione
del nuovo piano anticorruzione per i
direttori generali e i capi dipartimento
responsabili della materia. Questo
non è fare lezione, è un’altra cosa.
Non sono attività che le Università possono condurre, perchè
non si tratta solo di insegnare delle cose, ma di fare formazione
“evoluta”: fare un’analisi progettuale, condurrre un lavoro di
gruppo, fare analisi dei comportamenti organizzativi, eccetera
eccetera. Queste sono le cose che fa un’ agenzia di formazione
che quindi, non ha bisogno di docenti stabili che insegnano
le loro 100 ore come si fa all’Università, ma ha bisogno di
formatori. Questi concetti sono alla base del piano formativo
che avevo preparato per il 2017. L’azione di una scuola di alta
formazione non può orientarsi solo alle cose cha sai, ma al modo
in cui le fai. Questo è il compito delle agenzie di formazione in
tutte le organizzazioni complicate e l’ amministrazione pubblica
è un’organizzazione molto complicata. La preparazione dei
nostri dirigenti e funzionari è eccessivamente spinta sul versante
dell’agire amministrativo. Le faccio un esempio che riguarda
i Prefetti. Oggi l’unica cosa che fa un prefetto è gestire crisi: il
terremoto, l’occupazione, il terrorismo, la casa e così via. Per
svolgere correttamente il proprio compito, il problema non è
sapere il diritto amministrativo, ovviamente, il problema è
essere capaci a gestire quella crisi. Così, da formatori, abbiamo
cercato di capire come facevano a formare i giovani prefetti e i
vice prefetti alla gestione delle crisi, a reagire efficaciemente alle
necessità che si devono fronteggiare.
Questa è formazione! Non sono corsi
universitari. Peraltro, se qualcuno ha
vinto il concorso da diplomatico o da
prefetto vuol dire che è bravo! I concorsi
non sono la cosa più bella di questo
mondo, ma escludono sicuramente
gli incompetenti. Anche l’Ecole
Nationale d’Administration (ENA) in
Francia funziona in questo modo. Gli
studenti non vengono valutati sulle
competenze, che ovviamente hanno,
ma su quanto sono bravi a lavorare, a risolvere i problemi e a
gestire un gruppo di lavoro.” L’opinione del professore è condivisa
da molti esperti di formazione nella pubblica amministrazione,
la lacuna maggiore del sistema sembra essere l’assenza di esperti
di metodologie formative e di una vera politica del personale.
Troppi accademici, giuristi o economisti ma pochi progettisti
della formazione, in grado di identificare una mappa dei bisogni
formativi e di costruire corsi che, utilizzando il corretto mix
di metodologie di apprendimento indirizzino le reali necessità
di apprendimento dei partecipanti. L’opera di consolidamento
delle scuole dell’amministrazione portata avanti in questi anni
perseguendo l’obiettivo della spending review, ha cancellato
probabilmente delle buone pratiche che si erano consolidate
negli anni, per esempio la Scuola Superiore per la Pubblica
Il Professor Bruno Dente