In Italia ci sono oggi 9 milioni circa
di punti luce in impianti pubblici.
Nel 60% dei casi essi utilizzano
tecnologie datate e a bassa effi-
cienza, come, per esempio, le lam-
pade a vapori di mercurio, che
sono caratterizzate
da un’efficienza lu-
minosa di appena
50 -60 lm/W.
Questa inefficienza
strutturale del si-
stema determina un
consumo medio
pro capite per l’il-
luminazione pub-
blica stimabile in
100 kWh / anno
(fonte
-
buio.org), il doppio
esatto della media
europea che è di
circa 50 kWh / anno.
L’altra conseguenza negativa è una
potenza installata per punto luce su-
periore di circa il 30% alla media eu-
ropea. Tecnologie datate e inqui-
namento luminoso (vedi box) cau-
sano un enorme spreco di energia
nella pubblica illuminazione, lad-
dove interventi mirati potrebbero
invece generare risparmi consi-
stenti e un interessante volano
economico.
Il volume di affari generato negli ul-
timi dieci anni collegato a interventi
sull’illuminazione pubblica è stato
calcolato in 80 milioni di euro.
I possibili risparmi
energetici conse-
guibili attraverso un
miglioramento del
sistema di illumina-
zione pubblica di-
pendono da alme-
no tre fattori.
Il primo consiste
nella tecnologia di
illuminazione, che
attualmente vede
ancora prevalere
quella a vapori di
mercurio (60% circa
delle applicazioni).
Il Politecnico di Milano, nel suo
Energy Efficiency Report, ha cal-
colato che, se dai vapori di mercurio
si passasse alla tecnologia a vapo-
ri di sodio ad alta e bassa pressio-
ne, si otterrebbe un rispamio del
35%-50%. Se la tecnologia fosse
quella degli alogenuri metallici, il ri-
sparmio potenziale sarebbe invece
del 20%-30%.
Il secondo fattore riguarda la pro-
gettazione di sostegno e il lam-
pione, che è molto più importante
di quanto si pensi, perché da esso
dipende l’efficacia del flusso lumi-
noso che influenza anche il light-
pollution. A questo scopo, è fon-
damentale l’ottimizzazione delle
ottiche.
Il terzo fattore è l’alimentatore, ri-
spetto al quale è possibile distin-
guere tra due alternative che non si
escludono a vicenda: alimentatore
elettronico, in cui la corrente alter-
nata che proviene dalla rete elettrica
è direttamente trasformata in cor-
rente continua; e alimentatore pro-
grammabile, con cui è possibile ri-
durre i livelli di illuminazione quan-
do il traffico risulta inferiore al 25%-
50% del livello massimo consentito
per ogni tipologia di strada.
Ancora, il Politecnico ha stimato
che, se si adottassero queste solu-
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MARZO APRILE 2014
Illuminazione pubblica e riqualificazione energetica degli edifici della PA
Tecnologia
di illuminazione,
progettazione
del lampione
e sistema
di alimentazione.
Sono questi
i tre fattori
da cui dipende
l’efficienza
di un punto luce
ANCI, ANCE ED ENEA:
accordo a tre per l’efficienza nell’edilizia
L’Associazione Nazionale dei Comuni italiani (ANCI), l’Associazione Na-
zionale dei Costruttori Edili (ANCE) e l’Ente Nazionale per le Energie Al-
ternative (ENEA) hanno sottoscritto un accordo quadro per la messa a pun-
to di studi e progetti da attuare per il complesso edilizio della Pubblica
Amministrazione.
L’accordo, firmato il 10 aprile, ha l’obiettivo di favorire la riqualificazione
di edifici, di interi quartieri e di aree urbane con interventi di innovazio-
ne tecnologica secondo i modelli più evoluti di smart city.
Si tratta di interventi che riguardano il miglioramento dell’efficienza ener-
getica, l’utilizzo di energie rinnovabili, nonché la messa in sicurezza sismica
degli edifici e idrogeologica del territorio.
Paolo Buzzetti, presidente dell’ANCE, Piero Fassino, Presidente dell’ANCI,
e Giovanni Lelli, commissario dell’ENEA, hanno fatto riferimento a iniziative
pilota in alcune Regioni, in cui la collaborazione fra i tre enti agevolerà
interventi di riqualificazione energetico-ambientale degli edifici scolastici
presenti sul territorio, ma anche degli spazi urbani di aggregazione so-
ciale. L’ANCE promuoverà, presso i propri associati, la concreta possibi-
lità di attuare interventi e iniziative inerenti all’efficienza energetica e la
sicurezza sismica e idrogeologica, ponendo le condizioni per la replica-
bilità degli interventi, grazie alla capillare presenza dell’associazione sul
territorio nazionale.
L’ANCI, da parte sua, intende facilitare il processo di sensibilizzazione e
di accrescimento delle competenze delle Amministrazioni Comunali, in-
tegrando i risultati delle attività messe in atto con il presente accordo con
quelle portate avanti dall’Osservatorio nazionale ANCI smart cities.
INQUINAMENTO (E SPRECO) LUMINOSO
Nell’analisi dei costi di gestione dell’illuminazione esterna delle città, so-
prattutto pubblica ma anche privata, non si può più prescindere dal problema
dell’inquinamento luminoso (light pollution). Basti, del resto, guardare le fo-
tografie della Terra, riprese dai satelliti durante la notte, che mostrano am-
pie macchie luminose in corrispondenza delle città più popolate ed este-
se per capire quanta energia viene indirizzata inutilmente verso l’alto.
L’inquinamento luminoso comporta la progressiva sparizione del cielo not-
turno ed è causato dalla luce emessa dagli impianti di illuminazione oltre gli
angoli di 90°, cioè verso il cielo. Le radiazioni luminose, intercettate e amplificate
dal pulviscolo atmosferico e dallo smog (scattering), creano un bagliore dif-
fuso che comporta un’innaturale illuminazione artificiale del cielo notturno.
I primi a essersi interessati di light-pollution sono stati gli astronomi e gli astro-
fili, in quanto fortemente infastiditi e ostacolati nelle loro ricerche scientifi-
che. Con il tempo si è poi capito che l’inquinamento luminoso non è solo un
problema per gli studiosi del cielo. Esso infatti causa danni economici e as-
sieme ambientali, per l’inutile sperpero di energia elettrica. Solo in Italia po-
trebbero essere risparmiati (stima per difetto) almeno 400 milioni di euro ogni
anno (ma la stima è per difetto) ed essere immesse così meno tonnellate di
CO
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nell’atmosfera. Vi sono inoltre danni per il mondo vegetale e animale
(avifauna) e anche per i ritmi biologici dell’uomo. La persistenza della luce
su tutto il territorio e in quantità sempre maggiore altera i cicli biologici de-
gli animali e delle piante, regolati sull’alternanza del giorno e della notte.
Per rappresentare il problema, gli studiosi citano spesso il caso degli ol-
tre 10.000 uccelli che si schiantano sui grattacieli illuminati di New York ogni
anno e i molti di più che perdono l’orientamento lungo le rotte migrato-
rie a causa delle luci cittadine riversate in cielo.
Giovanni Lelli
Commissario ENEA
ENERGY MANAGEMENT