FILO DIRETTO
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marzo-aprile 2013
Social e Collaboration
Qual è il tasso di successo delle iniziative di social networking nelle aziende?
I social network enterprise diventeranno
i canali di comunicazione primari per far
circolare le informazioni rilevanti per il la-
voro quotidiano, ma Gartner stima che
fino al 2015 l’80% dei progetti in questo
campo non porteranno i benefici attesi,
a causa di un’inadeguata conduzione
di tali progetti, o di un’eccessiva focal-
izzazione sul loro versante tecnologico.
Le aziende devono capire che le inizia-
tive social sono diverse da tutti i prec-
edenti progetti tecnologici. L’adozione
di un sistema Erp o Crm per esempio
deve seguire un modello ‘push’, in cui gli utenti finali seguono
dei corsi di formazione sui sistemi, e poi li devono usare. In-
vece l’implementazione di un social network aziendale richiede
un approccio ‘pull’, in cui gli utenti devono percepire un ben-
eficio nel lavoro dal nuovo strumento, e iniziare liberamente a
utilizzarlo senza essere forzati.
Questo tra l’altro implica che i responsabili del progetto non
devono vedere la scelta della tecnologia da implementare
come una priorità, e devono piuttosto concentrarsi sul capire
come uno strumento social possa migliorare il lavoro di tutto
il personale, dal magazziniere al manager. Per questo i proj-
ect leader devono conoscere in dettaglio come si lavora in
azienda, quali sono i workflow, chi interagisce con chi, e quali
sono le esigenze e aspirazioni di ciascuno.
Per ora c’è troppa enfasi su contenuti e tecnologie, e poca
attenzione ad altri aspetti basilari come la leadership del pro-
getto e le relazioni tra le persone. Occorre sviluppare una vera
e propria strategia di social business su misura per l’azienda,
che aiuti anche a portare avanti i cambiamenti organizzativi che
si rendono necessari. Limitarsi a ‘sponsorizzare’ un’iniziativa
social non è sufficiente. I manager devono dimostrare con-
cretamente il loro impegno per uno stile di lavoro più aperto e
trasparente.
Gartner ha emesso recentemente altre due previsioni molti im-
portanti sull’ambito social e collaboration.
La prima è che, entro il 2016, il 50% delle grandi organizzazi-
oni avrà dei social network interni ‘stile Facebook’ e il 30% di
queste sarà considerato indispensabile quanto lo sono oggi
e-mail e telefono. La popolarità e l’efficacia dei più conosciuti
siti di social network come strumenti di comunicazione di
gruppo sta portando molte organizzazioni e manager a val-
utare di adottare strumenti simili anche privatamente. C’è un
crescente interesse a usare le tecnologie social all’interno delle
organizzazioni per connettere le persone più efficacemente,
catturare e riutilizzare conoscenza informale, e far arrivare le in-
formazioni rilevanti là dove sono più utili attraverso meccanismi
di ‘social filtering’.
Un ambiente di social network ‘tipo Facebook’ intra-aziendale
può essere usato come canale di comunicazione general-pur-
pose dove informazioni ed eventi provenienti da sistemi esterni
(e-mail, applicazioni office, business application) possono es-
sere ‘iniettati’ nelle conversazioni tra il personale, e viceversa.
La seconda previsione è che nel 2017 la maggior parte delle
applicazioni con cui gli utenti interagiscono con i sistemi azien-
dali (user-facing application) sarà basata su una ‘fusione’ di
funzioni di gaming, social e mobile. Questi tre gruppi di carat-
teristiche stanno già emergendo nelle applicazioni user-facing,
in quanto accrescono la loro attrattività, usabilità ed efficacia.
Nei prossimi anni questa tendenza si rafforzerà e i tre gruppi
di funzioni si fonderanno nella gran parte delle applicazioni us-
er-facing.
Già adesso le aziende dovrebbero considerare i contenuti di
funzioni gaming, social e mobile e la loro fusione come para-
metri importanti nella valutazione di mobile app e applicazioni
da acquisire o far sviluppare. Man mano che passa il tempo i
fornitori di app e applicazioni user-facing che non riescono a
compiere un efficace percorso di inclusione e fusione di fun-
zioni gaming, mobile e social si devono aspettare un’insuffici-
ente adozione delle loro soluzioni, e quindi vendite deludenti.
Carol Rozwell,
Vice president
e distinguished analyst
di Gartner
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