Office-Automation-maggio-2014 - page 11

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maggio 2014
Data relativo a dati e immagini, per implementare
in tutte le proprie strutture diagnostiche una piat-
taforma RIS/PACS sviluppata ad hoc (RIS/PACS:
Radiology Information System/Picture Archiving
and Communication System) al fine di distribuire
una modalità operativa standard.
Abbiamo definito delle best practice interne e ab-
biamo deciso di applicarle standardizzando i pro-
cessi nei nostri centri diagnostici, a garanzia della
qualità e dell’ešcienza del servizio erogato al no-
stro paziente. In questo senso la nostra capacità di
compiere analisi dati molto accurate ci permette di
realizzare dei progetti molto interessanti.
Ci faccia un esempio.
Il progetto DoseWatch sviluppato con GE che ci
permette di misurare le radiazioni che trasmettia-
mo ai nostri pazienti per ogni esame radiologico.
Siamo in grado di certificare per ogni radiografia
fatta che le radiazioni emesse dai nostri sistemi ri-
sultano ampiamente sotto i limiti consentiti.
Non è una cosa semplice. Bisogna pensare che quan-
do si colloca un paziente su una apparecchiatura
medicale, a seconda di come questo viene posizio-
nato sul lettino cambia l’esposizione alle radiazioni.
In questo senso, abbiamo definito delle best prac-
tice che vanno a educare il nostro personale sulla
gestione più corretta del trattamento del paziente
caso per caso, che ci permettono poi di raggiungere
dei livelli di qualità che sono certificabili.
La nostra è una visione che quindi mette al centro
il paziente nel suo complesso.
Qual è il progetto più innovativo a cui oggi state
lavorando?
Il progetto più innovativo su cui stiamo lavorando,
è la distribuzione di una piattaforma radiologica
integrata che ci permette di consolidarci come una
delle più grandi realtà internazionali a livello di cor-
porate, in termini di volumi di gestione e comples-
sità di governance.
Il coordinamento e il consolidamento di questa piat-
taforma deve fare i conti con una molteplicità di
ambienti tecnologici stratificati in modo comples-
so che abbiamo incamerato con le acquisizioni che
nel tempo abbiamo compiuto, e continueremo a
compiere, di centri diagnostici italiani localizzati in
diverse aree del nostro Paese. Portare a fattor co-
mune un ambiente eterogeneo di decine di realtà
cresciute localmente ognuna con le sue specificità ha
comportato uno sviluppo di progetti d’integrazione
inediti e per questo anche piuttosto ažascinanti.
L’obiettivo per cui stiamo lavorando è di arrivare al
risultato di poter gestire con un’unica piattaforma
in modalità standard tutti i nostri centri diagnostici,
integrando facilmente quelli nuovi. Una governan-
ce importante che porta anche a una misurazione
puntuale delle prestazioni e dei processi. In que-
sto l’analisi dei dati attraverso una infrastruttura
di business intelligence ha un ruolo fondamenta-
le. Studio e analisi accurate delle informazioni che
raccogliamo ci permettono, per esempio, di moni-
torare i tempi in cui gestiamo i nostri pazienti e le
relative prestazioni.
Ci racconti i passi fondamentali che hanno portato
alla realizzazione di questo progetto.
Nella parte di progettazione e implementazione la
nostra prima sfida è stata quella di dotare i centri
diagnostici di una infrastruttura ešciente e gover-
nabile da remoto. La prima dišcoltà che ho avuto
quando sono arrivato in Alliance Medical era l’im-
possibilità di supportare i centri diagnostici che tra
loro non avevano alcun tipo di integrazione.
Dopodiché abbiamo proceduto con una standardiz-
zazione dello storage che ci abilitasse alla gestio-
ne dell’imaging centralizzato. Queste sono state le
sfide più importanti perché ha significato fermare i
centri diagnostici nella sola finestra temporale di un
week-end, per togliere le vecchie apparecchiature,
mettere le nuove e ripartire il lunedì mattina con la
normale operatività dei servizi dedicati ai pazienti
che avevano prenotato i loro esami.
Questa infrastruttura di ‘base’ che inizialmente era
stata progettata come ‘fisica’ è stata poi trasformata
in virtuale. In ambito healthcare siamo stati i primi a
utilizzare la piattaforma Hyper-V di Microsoft, e per
Diego Facchini, CIO di Alliance Medical
© F. Capalbo
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