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Se nell’articolo precedente il tema della firma grafo-
metrica è stato a rontato dal punto di vista teorico,
in questo secondo articolo invece siamo andati a
sentire direttamente alcuni responsabili di progetto
di tre aziende di credito che stanno lavorando sul
tema. A questo proposito abbiamo avuto l’oppor-
tunità di rivolgere alcune domande ai seguenti ma-
nager ICT:
Paolo Lomazzi
, responsabile architettura
applicativa, Banca Popolare di Milano (di seguito
anche Bpm);
Marco Tempra
, responsabile innova-
zione e IT governance, Banca Popolare di Sondrio
(Bps); e
Marco Lei
, responsabile divi-
sione organizzazione, Bper Services
– Gruppo Banca Popolare dell’Emilia
Romagna (Bper). Di seguito le rispo-
ste ricevute.
In quali processi tipici della vostra
banca pensate possa essere utile im-
plementare la firma grafometrica?
Paolo Lomazzi (Bpm).
Pensiamo di
introdurre la soluzione di firma grafo-
metrica per dematerializzare la docu-
mentazione relativa a contratti e alle
operazioni contabili bancarie. La de-
materializzazione di contratti bancari
permette di conseguire maggior auto-
mazione, eŠcienza e soprattutto dra-
stica riduzione dei rischi operativi nei
processi bancari di vendita prodotti alla clientela.
La possibilità di utilizzare soluzioni di firma grafo-
metrica, o meglio di firma elettronica avanzata, per
dematerializzare i contratti bancari è frutto di una
integrazione normativa recente che permetterà di
conseguire significativi vantaggi dovuti alla natura
di questo tipo di documenti.
I documenti generati da processi operativi sui rap-
porti detenuti dal cliente, come per esempio ver-
samenti e prelievi, pur o rendo minori vantaggi in
termini di dematerializzazione devono essere consi-
derati per conseguire uniformità nella
gestione documentale delle interazioni
tra banca e cliente con e etti sinergici
senza dubbio rilevanti.
Marco Tempra (Bps).
Riteniamo che
la firma grafometrica possa essere un
fattore abilitante per la rapida di usio-
ne della smaterializzazione dei docu-
menti nell’ambito dei processi di filiale.
Il cliente continua a ‘firmare’ i docu-
menti con il consueto gesto del tratto
grafico apposto con una penna, anche
se utilizza una penna particolare e il
segno viene apposto su una tavoletta
invece che su un pezzo di carta. Inol-
tre, il cliente non deve essere dotato di
dispositivi particolari, perché sono le
‘caratteristiche biometriche’ della firma
Ecco chi sta pensando
alla firma grafometrica
Il parere dei responsabili di alcuni degli istituti di credito operativi
nel nostro Paese che stanno sperimentando la nuova modalità
di autenticazione e che tra il 2013 e il 2014 contano
di adottarla nelle filiali.
A cura di O ce Automation e CeTIF
SPECIALE – ICT IN BANCA
marzo 2013
Foto: © DURIS Guillaume - Fotolia.com
Paolo Lomazzi, responsabile
architettura applicativa, Banca
Popolare di Milano
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