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novembre 2012
essere le conseguen-
ze, in termini tecno-
logici, di business e
di immagine, a fronte
di una serie di even-
ti nefasti. È un modo
efficace per sensibi-
lizzare anche il ma-
nagement su que-
sti temi, poiché non
bisogna partire dal
presupposto di es-
sere immuni, anche
se purtroppo è un at-
teggiamento ancora
piuttosto diffuso nel-
le PMI italiane”.
Fare la scelta giusta
Ma quali sono, nel disegno di una strategia di sicu-
rezza, i fattori più importanti?
Secondo Italo Candusso di Bomi tempi di risposta
e di ripristino rapidi, controllo in entrata e in uscita
del traffico IP, gestione rigorosa e al tempo stesso
flessibile delle profilazioni e delle policy, aggiorna-
mento costante dei tool implementati, il giusto rap-
porto prezzo/prestazioni sono tutti fattori da tenere
presente. “Un occhio di riguardo, però, soprattutto
di questi tempi, va posto al tema degli investimenti -
puntualizza. Al di là dei tecnicismi e degli economics,
è importante sensibilizzare tutta l’azienda, a tutti
i livelli, sul tema della sicurezza. Le politiche che il
dipartimento IT mette in atto, infatti, seguono de-
terminati criteri che devono essere condivisi da tutti,
perché spesso sono i comportamenti superficiali,
messi in atto magari in buona fede, ad essere i più
pericolosi. Molti non
sono consapevoli dei
rischi che fanno cor-
rere all’azienda o che,
in alcuni casi, corro-
no in prima persona,
anche sotto il profi-
lo della responsabilità
civile e penale”.
“I fattori che sono
stati citati sono tut-
ti importanti, ma io
vorrei sottolineare
ancora una volta l’im-
portanza di avere un
approccio top-down
- commenta Mirko De
Dominicis di Penny
Market. Bisogna effettuare una attenta disanima
di tutti i processi aziendali, associare le risorse con i
compiti loro assegnati e disegnare policy adeguate,
spiegandone in dettaglio il funzionamento ma an-
che, e soprattutto, i motivi che le ispirano. È inutile,
infatti, adottare tool efficaci e performanti se poi
non vengono utilizzati, o si trova il modo di aggi-
rarli, più che altro per pigrizia o perché si fa fatica
ad accettare i cambiamenti. Nella nostra azienda
abbiamo una visione di medio-lungo periodo, che
ci porta anche a preferire un approccio multi ven-
dor, perché riteniamo che la scelta di una soluzione
unica, omnicomprensiva, alla lunga possa risultare
controproducente”.
Anche secondo Stefano Ferrari di Sapio l’aspetto
principale è organizzativo. “A livello tecnologico
le soluzioni esistono, e, a fronte di nuove minac-
ce, l’industria offre rapidamente rimedi adeguati
- evidenzia. Il tema di fondo, su cui bisogna sen-
sibilizzare tutta l’organizzazione, a cominciare dal
top management, è quello del rischio residuo. Dato
per scontato che è impossibile mettersi al riparo
da qualsiasi tipo di minaccia, sia fisica sia logica,
bisogna chiedersi quali livelli di rischio residuo si è
disposti ad accettare.
È evidente che se si decide di ridurre al minimo il
rischio residuo sono necessari determinati investi-
menti, che decrescono proporzionalmente più è alto
il rischio residuo che si è disposti ad accettare. Si
Conversazioni - PMI e sicurezza
Mirko De Dominicis,
IT Infrastructure manager presso
Rewe Group - Penny Market Italia
Italo Candusso, responsabile
dei sistemi informativi Italia
ed Emea di Bomi Italia
Chi è Bomi Group
Dal 1985 il Gruppo Bomi fornisce servizi di logisti-
ca in outsourcing e soluzioni specializzate al settore
diagnostico-medicale. Qualità, alta specializzazione,
estrema personalizzazione sono i tratti distintivi delle
attività svolte e delle soluzioni proposte a clienti e
aziende esterne: warehousing e physical distribution,
transport management dedicato, gestione cold chain
con stoccaggio e trasporto a temperatura controlla-
ta, consignment stock con gestione inventariale, kit
assembling certificato. Riconosciuta come operatore
di riferimento per il settore healthcare, e titolare delle
certificazioni ISO 9001:2008 e ISO 13485:2003, la so-
cietà gestisce 1 milione di consegne l’anno per conto
di 80 aziende e dispone di un network internazionale
in continua espansione. In Italia la società conta cir-
ca 80 dipendenti per un fatturato di circa 17 milioni
di euro, numeri che crescono in maniera significativa
considerando anche le operazioni all’estero, dove le
risorse impiegate sono circa 700 e il giro d’affari toc-
ca i 70 milioni di euro.
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