Risparmiare senza rinunciare alla qualità
di constatare che si è pagata una certa quantità di
‘energia reattiva’ in forma di penale. Quest’ultima
è una cosa un po’ particolare (vedi box) perché si
misura con il contatore installato (l’unità di misura
è il varsecondo) ma non è energia che si trasforma
il lavoro, per cui sarebbe meglio non pagarla. L’e-
nergia reattiva non è un servizio che viene erogato
al cliente a fronte di un compenso e per l’utilizzo di
tale energia da parte dell’utente finale non perce-
piscono alcun compenso né la società che fornisce
l’energia, né quella che effettua la distribuzione:
l’importo della penale calcolato e addebitato in
bolletta è interamente versato ad un ente pubblico,
la Cassa Conguaglio Servizio Elettrico.
Di fatto il pagamento dell’energia reattiva è una
sorta di compensazione perché essa rappresenta
un danno sia per il fornitore sia per l’utilizzatore. Il
danno per il fornitore dell’energia si chiama ‘sfasa-
mento’ ed è per evitarlo che sono stati introdotti
provvedimenti tariffari che, di fatto, obbligano l’u-
tente a ‘rifasare’ il proprio impianto. Il rifasamento
apporta due ordini di vantaggi: evita il pagamento
delle maggiorazioni del prezzo del kWh previste
per basso fattore di potenza; consente una migliore
utilizzazione dell’impianto interno con la riduzione
delle perdite e delle cadute di tensione.
Il giusto clima
La climatizzazione coinvolge tre tipi di impianti:
riscaldamento, ventilazione e raffrescamento. Essi
sono finalizzati alla regolazione della temperatura
e dell’umidità dell’aria negli ambienti di lavoro per
il benessere dei lavoratori.
Parlando di riscaldamento, i costi legati ai consumi
di un impianto possono essere ridotti migliorando
i componenti dell’impianto stesso (combustibile,
caldaia, radiatori e sistemi di controllo) e miglio-
rando la gestione dell’impianto con interventi nel-
le fasi di produzione, trasmissione e uso finale del
calore. Una strada è anche quella di utilizzare un
diverso tipo di impianto, per esempio le caldaie
a condensazione che sono oggi le caldaie a gas
più ecologiche e tecnologicamente avanzate sul
mercato. La condensazione fa risparmiare gas e
riduce le emissioni in atmosfera, per contro que-
sta tecnologia costa decisamente di più rispetto
a quella delle caldaie tradizionali. Con le caldaie a
condensazione sono ottenibili risparmi dell’ordine
del 15-20% per la fornitura di acqua calda a 80°C
(il confronto è con le caldaie tradizionali ad alto
rendimento) e del 20-30% per la fornitura di acqua
calda a 60 gradi centigradi.
Parlando di ventilazione, il calcolo dell’energia con-
sumata dall’impianto si effettua tenendo conto della
potenza massima indicata sulle etichette o sui ma-
nuali dei dispositivi elettrici e sulle ore di funziona-
mento ricavabili dalle ore di lavoro. Ne consegue che
per risparmiare energia bisogna diminuire la potenza
elettrica impegnata e la durata del funzionamento.
Tre le possibilità: spegnere l’impianto quando è pos-
sibile, ridurre l’intensità della ventilazione, migliorare
il rendimento dell’impianto. Ciò premesso, non va
dimenticato che un buon impianto di ventilazione,
oltre a consumare poca energia, deve contribuire
a mantenere l’ambiente di lavoro confortevole (né
caldo né freddo né umido) silenzioso (isolato acu-
sticamente) e salubre (non inquinato).
Cosa un po’ diversa è l’impianto di raffrescamento,
che ha la funzione di mantenere la giusta tempe-
rature e la giusta umidità negli ambienti di lavoro.
Per il risparmio di energia valgono le stesse consi-
derazioni fatte per la ventilazione.
L’illuminazione
Il costo dell’illuminazione non compare, in genere,
nei bilanci aziendali come voce di costo distinta;
rientra pertanto nelle spese generali e spesso non
è oggetto di particolari attenzioni da parte degli
energy manager, interni o esterni all’azienda, pur
rappresentando un’uscita economica importante.
I margini di miglioramento dell’efficienza energetica
derivanti da una gestione integrata dei sistemi di
illuminazione dotati di tecnologie innovative sono
tuttavia rilevanti, e la disponibilità sul mercato di
prodotti innovativi ed efficienti unita al costo co-
munque elevato dell’elettricità, ha convinto molte
aziende a intervenire.
I consumi di energia elettrica per l’illuminazione non
si valutano dalla bolletta elettrica. Per calcolare il
consumo annuale di energia si deve moltiplicare la
potenza elettrica di ciascuna lampada per il tempo
in cui è accesa, mentre la potenza elettrica totale si
ottiene facendo la somma delle potenze elettriche
di tutte le lampade, includendo la potenza elettrica
del circuito di alimentazione (reattore) delle lam-
pade fluorescenti (a neon). Le ore di funzionamen-
to di ciascuna lampada nell’anno sono 14.976 se è
sempre accesa (52 settimane x 12 mesi x 24 ore)
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ottobre 2014
Energy Management
Sostenibilità ambientale
Il consumo di energia impatta sulla sostenibilità am-
bientale di un’impresa, assieme al consumo di mate-
rie prime e alla produzione di rifiuti. Il risparmio ener-
getico è di conseguenza un aspetto caratterizzante
della gestione ambientale delle imprese.