Office Automation Ottobre 2013 - page 13

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cole e medie imprese. Approdato in IBM nel 1996,
Cereda in precedenza ha lavorato per cinque anni
come project manager presso la Banca Popolare
di Milano, maturando una profonda conoscenza
del sistema bancario italiano. A livello istituziona-
le, è membro del Programma Young Leaders (YLP)
del Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti,
membro del CdA di V-TServices – la joint venture
fra Unicredit/UBIS e IBM – e membro del CdA della
Fondazione IBM Italia.
Un’esperienza completa, dunque, che consente a
Cereda di interpretare al meglio i cambiamenti che
stanno investendo gli stili di vita e di lavoro delle
persone, sempre più guidati dalla tecnologia.
Il cloud alla base di tutto
“Anche se in questo momento sembra prevalere un
clima di incertezza e instabilità, soprattutto stando
alle notizie che arrivano dai media, chi, come IBM,
a›anca ogni giorno migliaia di organizzazioni pub-
bliche e private di ogni dimensione sa che questo
momento storico o re in realtà grandi opportunità
di crescita - assicura Cereda. Le aziende che non
hanno paura di uscire dai confini nazionali e speri-
mentare nuove strade, infatti, stanno crescendo a
ritmi sostenuti, a due digit, come si usa dire, e non
mi riferisco solo a grandi multinazionali ma anche,
e soprattutto, a tante aziende italiane di dimensio-
ni medio-piccole, che, come si sa, rappresentano
il tessuto portante della nostra economia. Questo
successo è dovuto da un lato alla creatività e allo
spirito d’iniziativa che da sempre caratterizza i nostri
imprenditori, ma dall’altro proprio alle tecnologie
di ultima generazione che consentono di abbattere
tutti i confini geografici e temporali”.
I trend che stanno guidando il cambiamento sono
ben noti: mobile, social, analytics e big data, cavalcati
da IBM e da tutti gli altri attori presenti sul mercato.
“Il minimo comun denominatore di questi elementi
è rappresentato dal cloud - continua Cereda. Un’a-
zienda di successo sempre più rivolta all’esterno
(grazie alle tecnologie mobile), che sappia cattu-
rare i bisogni dell’utente (con gli strumenti social)
e fare leverage sui big data (utilizzando nuove mo-
dalità di analisi) su più piattaforme deve necessa-
riamente avvicinarsi alle nuove modalità di fruizione
dell’IT o erte dal cloud. L’importante è capire in
che modo utilizzarle, visto che non esiste un’unica
accezione del cloud, ed è proprio in questo senso
che IBM Global Technology Services fa la di eren-
za ed esprime tutto il suo valore. Il nostro compito,
infatti, è quello di aiutare i clienti a fare scelte pon-
derate e consapevoli nel momento in cui decidono
di orientarsi verso il cloud, sia esso di tipo privato,
pubblico o ibrido”.
Una struttura in crescita
Il cloud, quindi, introduce nuove modalità di con-
sumo dei servizi IT che, se correttamente declina-
te, si riverberano positivamente sui modelli ope-
rativi e di business, consentendo di incrementare
produttività ed e›cienza senza aggravio di costi.
Non stupisce, quindi, che rappresenti un elemento
portante della strategia di crescita di IBM in tutti
gli ambiti in cui opera, incluso quello dei servizi,
una componente che per Big Blue sta diventando
sempre più importante.
“A livello mondiale - sottolinea Cereda - i servizi
rappresentano oggi oltre la metà del nostro fattu-
rato, una percentuale che in Italia è ancora più alta
Nuovi modelli di sourcing
Per approvvigionarsi delle risorse IT necessarie una volta c’era solo l’opzione make or buy, mentre oggi si parla di mul-
tisourcing, con nuovi modelli che si stanno facendo strada. Un esempio particolarmente significativo a livello italiano
ed europeo viene da Value Transformation Services (V-TServices), la joint venture partecipata al 51% da IBM e al 49%
da UniCredit Business Integrated Solutions, che può essere definita un’operazione di co-sourcing piuttosto che di
outsourcing.
V-TServices, che conta circa 1000 dipendenti, tra esperti di IT e di processi di business, in 6 Paesi europei (Italia, Ger-
mania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) gestirà l’infrastruttura tecnologica pan-europea di UniCredito
sulla base di un contratto decennale, per un risparmio atteso dall’istituto bancario di 725 milioni di euro in dieci anni.
L’obiettivo, però, è quello di fornire servizi di gestione infrastrutture tecnologiche non solo a Unicredito ma anche ad
altre società del settore finanziario e non solo. L’industria europea dei servizi finanziari, infatti, in questo momento ha
l’opportunità di raggiungere nuovi mercati e clienti e, nello stesso tempo, incrementare il livello di e™cienza, sia otti-
mizzando i propri processi di business sia gestendo meglio le infrastrutture esistenti. Il più grande fornitore al mondo di
servizi IT (ossia IBM) e uno dei primi gruppi bancari a livello europeo (Unicredit), insieme, sono nella condizione ideale
per guidare questa trasformazione.
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